(Foto di Cesni)
IL ROGO. Le fiamme originate dal surriscaldamento di un macchinario o da un cortocircuito. I sistemi di sicurezza hanno impedito alle fiamme di distruggere tutto l’edificio.
Calcio
Dopo ore di lavoro e di sopralluoghi i vigili del fuoco hanno escluso qualsiasi possibilità che l’incendio che si è sprigionato nella serata di lunedì 27 ottobre alla Fabe di Calcio sia di origine dolosa. Impossibile stabilire, invece, con certezza la causa che ha scatenato le fiamme nello stabilimento della ditta che produce cuscini: le ipotesi più probabili sarebbero quelle del cortocircuito o del surriscaldamento di un macchinario.
La produzione per ora resta ferma e i danni sono ingenti, ma l’inagibilità è relativa solo a una parte della struttura. Hanno funzionato bene le misure di sicurezza, le porte tagliafuoco che sono riuscite a limitare le fiamme solo agli spazi dove sono scaturite le fiamme.
Il rogo si è sprigionato lunedì 27 ottobre verso le 17 in un punto della linea produttiva, quando non c’erano lavoratori, che avevano terminato di lavorare alle 16.15. Alla Fabe c’erano solo le impiegate amministrative, al lavoro in una palazzina posta all’estremità sud della ditta. Sono state proprio loro le prime ad accorgersi che qualcosa non andava, sentendo il suono della sirena antincendio. Hanno subito allertato i soccorsi e i proprietari che sono arrivati subito sul posto. Nonostante la tempestività dell’intervento ci è voluta una notte intera per domare le fiamme e le ultime autobotti dei vigili del fuoco sono andate via intorno alle 10 di martedì 28 ottobre.
Sul posto anche tre ambulanze e un’auto con medico. Il personale sanitario ha visitato sei persone che si erano avvicinate troppo al capannone in fiamme. Tre sono state medicate sul posto, altre tre sono state accompagnate al pronto soccorso e dimesse già nella serata di lunedì.
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