Schianto sulla moto comprata da poco. Morto a 31 anni camionista di Zandobbio

TRESCORE. Ouissim (era conosciuto con il nome di Diego) Ayari, era appena stato al McDonald’s, lo scontro con un’auto all’incrocio tra via Nazionale e via Sant’Ambrogio. Il dolore del fratello: «Era un ragazzo tranquillo, ora lo riporteremo in Tunisia patria dei nostri genitori».

Tragedia venerdì sera a Trescore. Un 31enne ha perso la vita in un incidente stradale tra via Nazionale (statale 42) e via Sant’Ambrogio, poco distante dal plesso scolastico superiore dell’Albarotto.

La vittima si chiamava Ouissim (era conosciuto con il nome di Diego) Ayari, aveva 31 anni e abitava a Zandobbio. Il giovane, con cittadinanza italiana, di professione autotrasportatore, era nato in Italia da genitori tunisini. Non era sposato e non aveva figli. Lascia nel dolore la mamma Aisha, il papà Moammed, e i due fratelli di 36 e 20 anni.

La dinamica dell’incidente

Ouissim è morto sull’asfalto di via Nazionale, le ferite riportate gli sono state fatali. Il maxi scooter su cui viaggiava in direzione Lovere si è disintegrato nell’impatto con un’autovettura guidata da una 25enne, anche lei rimasta ferita, per fortuna lievemente. La giovane è stata medicata all’ospedale Bolognini di Seriate.

Ouissim era in sella alla sua moto appena acquistata e stava ritornando a casa. È stato visto per l’ultima volta, da solo, poco prima dell’incidente, da McDonald’s nella zona industriale di Trescore. Nel viaggio di rientro verso Zandobbio lo schianto, poco dopo le 23,30.

«Non ci siamo preoccupati quando non è rientrato – dice il fratello maggiore Issam di 36 anni –, perché non lo aspettavamo a un orario preciso. I carabinieri sono arrivati alle due di notte per dirci del terribile incidente. Sono andato sul posto per vedere, i mezzi non c’erano più e il corpo era stato portato all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo. Non sappiamo niente di preciso sulla dinamica dei fatti, lui viaggiava sul suo scooterone che aveva acquistato di recente, tre o quattro mesi fa».

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L’impatto è stato fortissimo, i residenti della zona hanno sentito un botto violento. «Stavo guardando la tv con le cuffiette e ho sentito un rumore molto forte, credevo fossero i ragazzi che sparavano i petardi – ha testimoniato un pensionato che abita in un condominio vicino –. Solo questa mattina ho saputo che era morto un ragazzo in moto». La dinamica dei fatti è in fase di accertamento da parte degli inquirenti. I due mezzi sono stati sequestrati.

Secondo i primi accertamenti svolti dai carabinieri della stazione di Calcinate, sembra che si sia trattato di uno scontro semi frontale. L’automobile viaggiava lungo via Nazionale, proveniente dalla Val Cavallina, e sembra che stesse effettuando o completando una svolta verso la laterale via Sant’Ambrogio. Dal senso opposto di marcia giungeva la moto. Il 31enne è stato sbalzato dalla sella sull’asfalto, a distanza di qualche metro, e ha riportato traumi gravissimi. Gli automobilisti che transitavano hanno raccontato di aver visto «il giovane motociclista in condizioni disperate, i soccorritori hanno cercato di rianimarlo ma è morto quasi subito».

Le testimonianze

«L’ho visto disteso sull’asfalto – testimonia un’altra persona –, è stata una scena straziante». Sul posto sono intervenuti un’automedica e un’ambulanza per i soccorsi e le pattuglie di carabinieri per i rilievi. Per Ouissim ogni tentativo di rianimazaione è stato vano. Le sue condizioni erano disperate. La salma, in nottata, è stata portata nella camera mortuaria dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo dove ancora si trova.

«Probabilmente il corpo farà ritorno in Tunisia – fa sapere il fratello maggiore –. Tutti noi tre fratelli siamo nati in Italia, credo che il corpo di Ouissim sarà tumulato in Tunisia, terra d’origine dei nostri genitori».

Chi era Ouissim Ayari

Ouissim Ayari aveva compiuto 31 anni a marzo. Viveva con i genitori e i due fratelli nel centro storico di Zandobbio, all’ultimo piano di un vecchio condominio, in via Orti. «Avevamo abitato a Cenate Sopra, e poi ci siamo trasferiti a Zandobbio dove viviamo. – conclude Issam –. Mio fratello faceva l’autista, recentemente aveva cambiato azienda. In questi giorni era in ferie. Era un ragazzo tranquillo, usciva con gli amici. Era conosciuto qui in zona e in tanti sono venuti a trovarci dopo quanto è successo. Tutti lo conoscevano come Diego, non era il suo vero nome ma si faceva chiamare così. Noi siamo musulmani, non praticanti, e il funerale sarà celebrato secondo il rito islamico».

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