Tir nella scarpata, muore camionista. «Quel punto è troppo pericoloso»

MARONE. L’incidente sulla Sp 510, frequentata da pendolari bergamaschi. Il mezzo pesante è finito nell’area di lavoro di una ditta di Grassobbio: ferite fatali per il 50enne al volante.

Il frontale con un’auto, le barriere di protezione che non hanno retto all’urto del mezzo pesante e poi l’impatto, prima sui binari della ferrovia e poi sulla ciclopedonale, dopo un tragico salto nel vuoto.Marco Frassi, autotrasportatore di 50 anni di Pisogne, è morto nel drammatico incidente a Marone, all’imbocco della galleria Trentapassi lungo la Sp 510, arteria «veloce» molto utilizzata anche da chi vive tra le valli bergamasche e l’alto Sebino bergamasco.

«Abbiamo visto il tir precipitare»

È stato trovato senza vita in quello che restava della cabina di guida del semirimorchio precipitata nella scarpata al di sotto della provinciale. Lo schianto poteva diventare un disastro se in quel preciso istante lungo i binari della Brescia-Iseo-Edolo fosse passato un treno carico di studenti e pendolari, o se sulla litoranea sottostante fosse transitato uno dei mezzi dell’azienda Fratelli Fenaroli di Grassobbio, che stava preparando il fondo della Vello-Toline per la posa del nuovo asfalto. «Alcuni dei nostri hanno visto il tir precipitare dalla scarpata. Il rimorchio si è staccato ed è finito nel lago, la motrice è rimasta in bilico sulla roccia al di sotto della pedonale. Non voglio pensare a cosa sarebbe successo se fossero passati un attimo prima». A parlare è Silvano Fenaroli, di Predore, titolare dell’azienda incaricata da Enel di asfaltare la ciclopedonale dopo la sostituzione di alcuni cavi elettrici. Ieri mattina erano in otto in cantiere, tutti residenti nell’hinterland di Bergamo, salvo il titolare.

L’incidente all’imbocco della galleria Trentapassi lungo la Sp 510, arteria «veloce» molto utilizzata anche da chi vive tra le valli bergamasche e l’alto Sebino bergamasco

«Ero passato poco prima su un camion carico di asfalto – ha raccontato Fenaroli, ancora provato –. Gli altri stavano arrivando da Vello sul furgone. Hanno assistito alla scena dalla ciclabile ed è grazie alla prontezza di Luca, il caposquadra, che si sono fermati per tempo. Hanno chiamato il 112 per allertare i soccorsi e bloccare i treni. Siamo stati fortunati: prima di tornare a casa sono andato in chiesa a Marone e ho acceso un cero».

La ricostruzione dell’incidente

L’incidente verso le 7.30. Stando alle prime ricostruzioni della polizia stradale di Iseo il tir di Frassi procedeva in direzione di Pisogne quando ha sterzato per evitare l’impatto con un’auto guidata da un 29enne di Breno che arrivava dal senso opposto. La vettura ha colpito comunque la ruota anteriore sinistra della motrice, facendola scoppiare. L’autotrasportatore ha perso il controllo del mezzo che ha sfondato il guardrail, precipitando nella scarpata per una settantina di metri. Il violento impatto prima con la sede ferroviaria e le barriere di protezione dei binari, e poi con la ciclopedonale e il parapetto ha fatto staccare il rimorchio, che è finito nel lago (i vigili del fuoco sommozzatori lo hanno individuato a 250 metri di profondità), mentre la motrice è rimasta in bilico tra la litoranea e l’acqua. Tra le lamiere accartocciate il corpo senza vita del cinquantenne. Il conducente della Nissan, soccorso e ricoverato al Civile di Brescia, non sarebbe in gravi condizioni. Le difficili operazioni di recupero che hanno impegnato i Vigili del fuoco e due autogru, sono durate fino a sera, quando Pisogne si è stretta ai familiari di Marco Frassi, a papà Carlo, e alle sorelle Loretta e Monica. Disagi e lunghe code hanno interessato per tutta la mattinata la Sp510. La linea ferroviaria è stata interrotta: oggi il sopralluogo per valuteranno i tempi per il ripristino.

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