«Una lite per la cena», poi la coltellata mortale al compagno. In cella per omicidio

Morengo. Ernest Emperor Mohamed, 30 anni, nigeriano, colpito con un solo fendente da Sandra Fratus, arrestata. Secondo i carabinieri la causa è un dissidio scoppiato per la cena. Il suo avvocato: «Non si esclude che si sia difesa».

Un litigio per futili motivi, a quanto pare legato alla scarsa qualità della cena appena consumata, è culminato l’altra sera a Morengo con l’uccisione di un uomo di 30 anni, accoltellato al petto dalla sua convivente, nella cucina dell’alloggio in cui i due abitavano. Un fendente che non ha lasciato scampo a Ernest Emperor Mohamed, 30 anni di origine nigeriana, per il quale a nulla sono valsi i tentativi di rianimazione dal parte dei soccorritori intervenuti e chiamati dal figlio 23enne della stessa donna, accorso sul posto dopo essere stato contattato dalla madre. A finire in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi è Sandra Fratus, 51 anni, madre di due figli, originaria di Romano e disoccupata, con problemi di tossicodipendenza e già nota alle forze dell’ordine per diversi precedenti penali.

Nell’appartamento della centralissima via Umberto I, al civico 27, i due abitavano

insieme dallo scorso mese di aprile. L’uomo di origini nigeriane, conosciuto dalle forze dell’ordine per problemi di droga, si trovava in Italia regolarmente da diverso tempo e da qualche mese non lavorava, dopo essere stato occupato come operaio in una logistica: prima di trasferirsi a Morengo nella casa di via Umberto I, risulta avesse abitato nel Bresciano. L’alloggio dove venerdì 25 novembre si è consumata la tragedia si trova al primo piano di una corte che conta complessivamente 11 appartamenti, abitati da italiani e stranieri. Spesso echeggiavano le urla dei due conviventi, alle prese con litigi continui, come riferito da alcuni vicini.

Il movente

Venerdì sera i due si trovavano in casa e avevano appena cenato, quando verso mezzanotte è scoppiata l’ennesima lite. La qualità del cibo poco apprezzata da uno dei due, secondo chi indaga, avrebbe dato il via alla feroce discussione. Secondo la ricostruzione, al culmine del litigio la donna avrebbe prima afferrato un coltello da uno dei cassetti della cucina, per poi colpire frontalmente con un solo fendente al petto il suo compagno, che gravemente ferito è subito stramazzato sul pavimento dello stesso locale.

Una ricostruzione ritenuta però poco verosimile dall’avvocato Vanessa Bonaiti, che assiste Sandra Fratus: «Ho letto di dinamiche che non trovano secondo me riscontro – sostiene –, cioè del particolare della signora che avrebbe estratto volontariamente il coltello dal cassetto e dell’azione violenta dettata da futili motivi. Semmai non si può escludere che Sandra Fratus abbia agito per difesa. Siamo di fronte a una persona scossa, con un vissuto fragile, che aveva dei problemi di rapporti con il compagno».

Venerdì sera Sandra Fratus dopo avere realizzato quello che aveva compiuto, ha cercato di rianimare l’uomo, chiamando poi il figlio. La centrale operativa del 112, ricevuta la richiesta d’intervento, ha inviato un’ambulanza e un’automedica, oltre ad alcune pattuglie nel Nucleo operativo radiomobile dei carabinieri di Treviglio. Al loro arrivo la donna era in cucina e il compagno agonizzante a terra. L’uomo è stato sottoposto per circa mezz’ora a tentativi di rianimazione, senza successo.

I vicini

Fratus è stata fermata e tratta in arresto: nella nottata di venerdì è stata interrogata dal pm di turno, Emma Vittorio, quindi trasferita nel carcere di via Gleno, a disposizione dei magistrati. Dei vicini di casa ieri interpellati, pochi quelli che si sono accorti di quanto accaduto. C’è chi dormiva, chi ascoltava la musica con le cuffie, chi non si trovava in casa. Quasi tutti però accomunati nel definire la presenza dei due conviventi rumorosa e caratterizzata da frequenti litigi: «Ci si salutava il minimo indispensabile – ha raccontato la donna che abita sullo stesso pianerottolo dei due – e nemmeno sapevamo cosa facessero nelle vita».

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L’inquilina dell’abitazione confinante con quella di Sandra Fratus e Ernest Emperor Mohamed, ieri non ha voluto commentare l’accaduto e in paese la gente non si sbilancia più di tanto sulla presenza della donna e del suo compagno nigeriano. Sulla porta d’ingresso dell’abitazione ii carabinieri hanno posto i sigilli di sequestro del’immobile: al campanello nessun nome della coppia o della donna, ma la scritta «Corleone». Sulla ringhiera e sul pavimento del ballatoio una ventina di vasi di fiori, accuratamente coperti da cellophane blu e messi in bell’ordine. Nelle prossime ore gli inquirenti cercheranno di capire che cosa abbia portato la donna a sferrare quella coltellata e se quel gesto sia scaturito al termine di una lite per una cena finita male oppure, come sostiene il legale della donna, come conseguenza di una personalità fragile che abbia agito per difesa e disperazione.

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