Fotografica, il coraggio prende forma in tredici differenti sguardi

L’INTERVISTA. Fino al 9 novembre al Monastero del Carmine e all’ex Ateneo di Città Alta, allestite 13 mostre fotografiche che parlano di storie di coraggio.

Bergamo

Questa settimana in Tic Tac abbiamo visitato Fotografica, il festival dedicato alla fotografia, tornato in Città Alta al Monastero del Carmine all’ex Ateneo con ben 13 mostre fino al 9 novembre prossimo. Abbiamo intervistato due fotografe autrici di progetti molto interessanti, «I hope your family is save» di Anya Tsaruk sull’Ucraina e l’altro «Restano i fiori» di Valentina Tamborra in collaborazione con Medici Senza Frontiere dedicato ai migranti che hanno subito violenza o torture durante il loro viaggio verso l’Italia.

I hope your family is safe

I hope your family is safe è un progetto fotografico un lavoro che racconta l’Ucraina, «la mia famiglia, i miei amici, le persone che amo -ci dice Anya Tsaruk, - ho cercato di trasmettere, di raccontarli non solo attraverso la distruzione, i danni che sta portando nella nostra vita la guerra, ma anche attraverso la quotidianità e la vulnerabilità delle persone. L’obiettivo del mio lavoro è di creare un’empatia con il pubblico che non passi attraverso la pietà o la sofferenza verso quello che stanno passando queste persone, ma attraverso la connessione che passa dalle esperienze comuni».

Restano i fiori

«Restano i fiori. L’identità che sopravvive alla tortura», invece, è un lavoro in collaborazione con Medici Senza Frontiere su un progetto molto delicato, quello del sostegno ai sopravvissuti alla tortura. «Il titolo prende spunto dalla terapia narrativa espositiva che è la Net - ci dice la fotografa Valentina Tamborra -, che utilizza sassi, fiori e candele come simboli per ricostruire la linea della vita. Dobbiamo pensare che la prima cosa che la tortura fa è frammentare l’io e l’identità. In questo lavoro però non troverete narrazione degli abusi subiti perché ho voluto lavorare in un altro modo, ho voluto lavorare sui fiori, questo perché alla fine di ogni linea della vita ho potuto appurare insieme alla psicoterapeuta e di Msf che in effetti erano proprio i fiori a rimanere, le persone hanno questa resistenza, questa resilienza, questa forza di ricominciare, di vedere il futuro ed è un insegnamento per tutti noi, qui a fotografica si dice coraggiosi si diventa ed è proprio vero, il coraggio è la prima cosa che ho trovato in ognuna delle persone che ha partecipato a questo progetto. Quindi ecco restano i fiori a un inno alla resistenza, alla bellezza e a tutto ciò che noi siamo prima che l’indicibile rompa».

Al progetto ha collaborato anche Diego Ronzio, musicista e tecnico digitale che ha lavorato su video con le testimonianze dei protagonisti e sulla colonna sonora.

Tic Tac. Fotografica, al monastero del Carmine e all’ex Ateneo 13 progetti sul coraggio. Video di Roberto Vitali

La quinta edizione di Fotografica

Fotografica Bergamo Festival giunge alla quinta edizione. Quest’anno la rassegna è dedicata al coraggio. Il titolo Coraggiosi si diventa davvero forte, potente e evocativo. Il coraggio è una forza invisibile che si trova ad ogni latitudine attraverso confini, geografie, culture e il festival la esplora con 13 mostre fotografiche suddivise tra il Monastero del Carmine e l’ex Ateneo a Bergamo Alta. «Il coraggio, forza invisibile, non è necessariamente un gesto eroico -ci dice Daniela Sonzogni, ideatrice di Fotografica -, è spesso un gesto quotidiano che ci racconta uomini e donne che nel mondo lottano per vivere una vita dignitosa nonostante tutto, che lottano per vedere riconosciuti i diritti fondamentali, il diritto di amare, il diritto di lavorare, il diritto di vivere una vita libera. Uomini e donne che decidono di partire, che decidono di restare e anche che decidono gesto dopo gesto di costruirsi un futuro migliore».

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