Le storie dimenticate degli «irreperibili»: riaffiorano dagli archivi di guerra

Memorie L’assessore Sabina Rizzini ha ricostruito, in 4 anni di ricerca, le vicende di 14 giovani dispersi durante la Campagna di Russia.

«Irreperibile», una parola che nel dopoguerra indicava chi, dopo una battaglia, era scomparso e quindi non riconosciuto fra i militari dei quali si era accertata la morte o la prigionia. «Irreperibile» è oggi l’aggettivo impresso sulla copertina del libro che Sabina Rizzini, Assessore ai Servizi Sociali del comune di Viadanica, ha presentato, dopo una ricerca durata oltre 4 anni negli archivi comunali, dello Stato e della Federazione Russa. Obiettivo: fare memoria dei tanti concittadini che hanno combattuto nella Campagna di Russia, tragicamente conclusasi nel gennaio del 1943 e che, come dice il titolo, sono «Dispersi nel silenzio, prossimi alle stelle».

Fame, freddo e malattie

«La pubblicazione è dedicata a loro - scrive Sabina nell’introduzione - ai soldati di Viadanica che persero la vita sul fronte russo, ai dispersi, ai morti nel corso della prigionia per fame, freddo e malattia; a coloro che ebbero la fortuna di rientrare: feriti, congelati e colpiti nel profondo dell’anima dalle sofferenze patite o a cui avevano assistito. Ma è dedicata anche alle loro mamme, padri, mogli e fidanzate, figlie e figli che non poterono più riabbracciarli e che li hanno attesi fino all’ultimo loro giorno di vita».

Foto, lettere, schede militari

Una ricerca complessa. Parenti di primo grado ne sono rimasti pochi ed avere foto, lettere, schede militari e notizie non è stato facile. Il risultato ha soddisfatto però tutti in particolare il gruppo Alpini che ha affrontato le spese di stampa della pubblicazione. Fra i quattordici ricordi presenti, i più commoventi per la partecipazione emotiva dei parenti sono stati quelli legati a Giovanni Battista Bellini, di professione contadino, soldato del 5° reggimento Alpini Battaglione Edolo. Scrisse alla sorella Agnese una commovente lettera nella quale concludeva dicendo di farsi coraggio che un giorno sarebbe stato libero di tornare a casa. Arrivò invece la lettera che lo dava disperso nel fatto d’armi del 26 gennaio 1943, aveva 27 anni.

Disperso in Siberia

Così come toccante è stata la storia del sopravvissuto Alessandro Belometti. Antifascista convinto venne catturato mentre strappava i manifesti che i fascisti avevano affisso in paese. Non doveva partire, aveva due fratelli al fronte. Fu costretto ad arruolarsi nei Lupi di Toscana; sopravvissuto alla ritirata fu mandato in Siberia. Dato per disperso, venne liberato dai russi nel 1945. Impiegò un anno per poter tonare a casa. Pesava 30 chili. Arrivò a Sarnico con la littorina, i famigliari andarono ad accoglierlo e riabbracciarlo accompagnati dalla banda. Ci fu una grande festa. Chi volesse avere la pubblicazione, la può richiedere in Comune a Viadanica a numero 035-936109.

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