Il caso dei 14 roghi di Cornalba: donna del paese finisce ai domiciliari

LA DECISIONE. Una donna di 59 anni di Cornalba, indagata per gli incendi che sono stati appiccati in paese dal 30 aprile al 2 agosto, è finita agli arresti domiciliari.

È finita agli arresti domiciliari mercoledì una donna di 59 anni di Cornalba, indagata per i 14 roghi appiccati in paese dal 30 aprile al 2 agosto scorso. Incendi per lo più a legnaie e depositi di materiale che non avevano causato feriti. La signora, provata da una particolare situazione familiare, ha sempre respinto le accuse, anche se davanti al gip per l’interrogatorio preventivo s’era avvalsa della facoltà di non rispondere.

Accolta parzialmente la richiesta del pm

Il gip Michele Ravelli ha accolto parzialmente la richiesta di misura cautelare avanzata dal del pm Laura Cocucci, che invocava gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Il controllo con apparecchiatura telematica non è stato accolto dal giudice, che ha ritenuto sufficiente, per evitare la reiterazione del reato, la permanenza della donna nella propria abitazione. Il difensore, l’avvocato Isabella Colombo, aveva invece chiesto il divieto di dimora a Cornalba, anche perché l’indagata vive nella stessa palazzina dei cognati, che risultano tra le parti offese. Misura che si sarebbe potuta applicare anche in virtù del fatto che la signora è proprietaria di una casa in una zona della provincia lontana dalla Valle Serina. «Sto raccogliendo documentazione in merito ai fatti contestati alla mia assistita, poi valuteremo se ricorrere al Riesame», afferma il legale.

La ricostruzione

Il gip ha applicato la misura in relazione a 5 dei 14 incendi contestati alla donna. Quello del 24 maggio in cui andò a fuoco una legnaia dell’abitazione di villeggiatura di una famiglia milanese, vuota in quel periodo, e che portò all’iscrizione nel registro degli indagati della donna. Ci sono delle riprese che hanno immortalato una figura che scavalca la recinzione dell’abitazione. Un brigadiere della stazione dei carabinieri di Serina ha riconosciuto in quella figura la 59enne. Lei ha ammesso di aver scavalcato, ma non di aver appiccato il fuoco.Ci sono poi il rogo del 2 agosto a una legnaia, con lei che sarebbe ripresa in una via limitrofa; un’altra legnaia andata a fuoco il 16 maggio, con lei accusata di aver spostato una foto trappola posizionata per cercare di immortalare il piromane; la porta finestra bruciata il 10 maggio, quando sul posto fu trovata diavolina simile a quella sequestrata casa della 59enne (ma in montagna con stufe e camini, chi non ce l’ha?, è la tesi della difesa); e la fototrappola incendiata nella parte comune della palazzina che la donna condivide con i cognati.

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Ora i vigili del fuoco lavorano per valutare i danni dei 14 i roghi. Se per nessun episodio si configurasse un pericolo per l’incolumità pubblica, l’accusa da incendio doloso potrebbe essere derubricata in danneggiamento.

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