Quattro anni fa l’esplosione del palazzo. Quello nuovo sarà pronto a inizio 2023

San Giovanni Bianco. Il 15 novembre 2018 la fuga di gas che provocò un morto e la successiva demolizione dello storico edificio. Torneranno ad abitarvi tre famiglie , eliminato un piano.

Era il 15 novembre di quattro anni fa quando l’esplosione, dovuta a una fuga di gas, uccise un’anziana e causò il crollo parziale di uno storico edificio a San Giovanni Bianco, in via Ceresa.

A quattro anni da quella drammatica mattina e dopo un anno e mezzo circa di lavori, la palazzina liberty davanti alla Smi è quasi conclusa. La struttura - che riprende nelle linee quella originaria - potrà essere di nuovo abitata il prossimo anno. Vi torneranno le tre famiglie che da quattro anni hanno trovato alloggio in altre zone del paese.

«La ricostruzione è stata fedele all’originale - spiega il progettista Alessandro Balestra - ma con un piano in meno, quindi con un’altezza inferiore di un metro e mezzo». La proprietà di uno dei quattro appartamenti (quello dove vi fu l’anziana vittima) ha infatti deciso di rinunciare.

La palazzina prenderà il nome di condominio Ceresa e restituirà un aspetto nuovo a una parte del centro storico deturpata dopo quell’esplosione.

L’esplosione del 2018

Erano le 10,45 del 15 novembre 2018. Un’esplosione fortissima in pieno centro a San Giovanni Bianco fece sobbalzare passanti ma anche abitanti lontani, persino nelle frazioni. La causa fu la fuga di gas metano dall’appartamento in via Ceresa di Agata Boffelli, l’anziana che inizialmente rimase ferita gravemente e morì dopo pochi giorni. Praticamente distrutto l’edificio che ospitò l’ex albergo Luiselli, su tre piani, abitato da cinque anziani, proprio di fronte alla strada provinciale e all’ingresso dello stabilimento Smi, ex Cartiera Cima.

Tanto forte che il balcone in cemento dell’alloggio da cui partì l’esplosione venne letteralmente strappato e scaraventato a qualche decina di metri. Terrorizzati gli inquilini che nei minuti successivi furono assistiti dai volontari della Croce rossa. Fortunatamente nessuno, al momento dello scoppio, si trovava nel cortile di fronte all’edificio. Così come pezzi di muro e soprattutto vetri finirono a diverse decine di metri di distanza. Danni furono riportati anche dalla casa adiacente, abitata da una coppia, anch’essa sfollata.

Gli inquilini fuggirono verso la provinciale, alcuni invece dall’ingresso posto verso ovest, in via Corserola, mentre Agata Boffelli, prossima ai 97 anni, rimase nell’alloggio in cui abitava in affitto, all’ultimo piano. Morì pochi giorni dopo in ospedale. Dopo poche ore dall’esplosione, per il pericolo di crollo, l’edificio venne quasi completamente demolito per motivi di sicurezza. Dal 2020, quindi, i lavori di ricostruzione ora ormai alle fasi conclusive. «Rispetto all’edificio originario sono state allineate le finestre - dice Balestra .- perché erano sfalsate. Le decorazioni verranno anche loro recuperate».

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