Il dolore a Grone per Kevin: la maglia nerazzurra per l’ultimo saluto. La sorella: «Lo chiamavo ma non rispondeva più»

IL LUTTO. Amici e parenti si sono stretti intorno alla famiglia di Kevin Tebaldi, morto a 18 anni in un incidente in moto sulla Statale 42. Resta in prognosi riservata la ragazza di 14 anni che viaggiava con lui: i famigliari a Trescore per una preghiera.

Amici, parenti e abitanti di Grone si sono stretti intorno alla famiglia di Kevin Tebaldi, il 18enne del paese della Val Cavallina, morto nella notte tra venerdì e sabato in un incidente in moto sulla Statale 42. In tantissimi sono passati per una preghiera alla camera ardente e per stringersi intorno alla sorella India e ai genitori di Kevin. Sulla bara del ragazzo anche una maglia dell’Atalanta di cui era tifoso.

Il neo diciottenne è stato travolto da un’auto che risaliva la valle ed è morto all’istante. Con lui anche una ragazza di 14 anni, di Trescore, che è stata sbalzata dalla moto e che ora si trova in prognosi riservata all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo. Anche la famiglia dell’amica di Kevin ha trovato la forza di passare da Grone per dare conforto alla famiglia del giovane Tabaldi. Per la serata di domenica 28 maggio è prevista una veglia funebre mentre i funerali si terranno lunedì 29 maggio.

La telefonata

L’altra notte - la notte della tragedia - quando le forze dell’ordine hanno sbarrato la statale, s’è fatta in pochi attimi la colonna. In colonna c’era anche India Tebaldi, che con il fidanzato Cosmin Nedelcu, aveva finito di lavorare nel locale «A tavola con Ciccio» di Entratico e andavano a casa di lui a Zandobbio. Due ore in coda, più o meno, e siccome vede dalla posizione condivisa che il cellulare del fratello è in quella zona, lo chiama. Ma i telefonini non funzionano, così pensa che sia solo per quello, perché c’è poco campo. Non era così.

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«Ero lì a poche decine di metri – racconta la sorella devastata dal dolore, fuori dalla casa del commiato dell’impresa funebre Bonomelli a Trescore – e lì c’era il mio piccolo Kevin. Era alto, ma magrolino, non era uno sgamato, era innocente. Era puro». India e Cosmin restano a lungo fermi in auto, in coda. Nel frattempo gli amici di Kevin a piedi risalgono la statale 42 chiusa al traffico. Perché lui non torna e capiscono che è successo qualcosa. Arrivano nei pressi della tragedia e vedono la moto. A quel punto, devono rispondere a India, e le devono dire perché il telefonino di suo fratello non prende più.

Era con gli amici

Kevin stava cercando lavoro, dopo il diploma da parrucchiere, lavoricchiava qua e là. L’altra sera si era trovato con la solita decina di amici a Trescore, nel parcheggio di un autolavaggio sulla strada verso Zandobbio dove ci sono anche le macchinette delle bibite: un po’ di spazio e nessuno in zona che si lamenta se i ragazzi fanno un po’ di chiasso. Era sceso da Grone, dove abitava con mamma Catia Oberti, papà Giuliano e la sorella India, 23 anni, in sella alla sua Husqvarna 125. Ritrovo, l’autolavaggio. A un certo punto, carica la 14enne - morosina di un amico - e vanno a fare una sgasata con la moto sulla statale 42, ma poco lontano, lì in zona, una manciata di minuti. Sono quasi le 23 quando Kevin e la ragazzina sono già di ritorno, sulla corsia che da Entratico scende verso Trescore. Buio, ma ancora tanta gente in giro, un bel venerdì sera di una bella giornata di sole, finalmente.

La ragazza ferita

All’altezza della Trebicar, lo scontro con un’auto guidata da un milanese (risultato con un tasso alcolico lievemente sopra la soglia). «Abbiamo pensato a una bomba – racconta Marisa Caroli, moglie del titolare della Trebicar –. Eravamo sul divano con la tele accesa, quando abbiamo sentito un botto fortissimo. Siamo usciti sul balcone e abbiamo visto la moto e il ragazzo a terra». C’è poca luce, quindi la signora e il marito vedono poco, capiscono però che è accaduto qualcosa di grave e poco dopo («Sono arrivati subito») ci sono già ambulanze e mezzi di soccorso. «Poi abbiamo visto le torce dei vigili del fuoco che giravano nel campo, hanno trovato la ragazza» che viene trasportata al «Papa Giovanni», in condizioni serie, ma non sarebbe in pericolo di vita. Mentre per Kevin non c’è più nulla da fare. Lui resta lì, in attesa del nullosta del magistrato. Lì restano la sua moto a pezzi e l’auto del 44enne milanese che dalla corsia di destra salendo verso la valle ha finito la sua corsa sul ciglio della corsia che scende, quella dove c’erano Kevin e la ragazzina.

Il conducente milanese, che è rimasto lievemente ferito nell’impatto, è stato denunciato a piede libero per omicidio stradale e saranno ora le forze dell’ordine a ricostruire le responsabilità dell’accaduto.

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