Quaranta Comuni senza la primaria: Strozza chiede di riaprire

SCUOLE. Chiuse anche Laxolo, Alzano Sopra e Branico. Il Comune della Valle Imagna: potremmo avere i numeri.

Sono 40 (su 243) i Comuni della Bergamasca senza una scuola primaria. Segno del calo demografico in corsa da anni, soprattutto nei paesi montani, e della conseguente diminuzione di bambini. All’inizio di quest’anno scolastico le chiusure hanno riguardato tre plessi: Laxolo di Brembilla, Alzano Sopra e Branico di Costa Volpino (tutti paesi che comunque hanno altre scuole primarie).

A volte, alla chiusura dei plessi, di fatto contribuisce anche la scelta dei genitori di iscrivere i figli non nelle sedi più vicine ma più moderne e con maggiori possibilità di socializzazione per i figli. C’è chi, però, tra i Comuni montani chiede la riapertura, avendone i numeri.

La situazione di Strozza in Val Imagna

È il caso di Strozza, alle porte della Valle Imagna, ma anche vicinissimo all’hinterland cittadino. Che ha ufficialmente chiesto la riapertura dal prossimo anno scolastico, il 2026-2027. A supportare la richiesta del Comune è anche l’incremento di popolazione fatto registrare negli ultimi anni. Secondo l’Istat i residenti erano 1.060 nel 2019, in leggero calo causa anche la pandemia di Covid. Da allora la progressiva risalita fino a superare i 1.100 già nel 2023. Nel 2024 i bambini in età per la scuola elementare erano 35. «La scuola primaria è chiusa dal settembre 2023 – dice il vicesindaco di Strozza, Alex Cuter –. Una decisione che venne presa di concerto con la dirigenza dell’istituto comprensivo e dall’Ufficio scolastico per i numeri troppo bassi: poche nascite ma anche alcune famiglie che avevano deciso di iscrivere i propri figli in plessi dei paesi vicini. Così, a malincuore, la scuola venne chiusa».

Ospitata in un edificio degli anni Settanta e più volte ristrutturata, si trova in via Roma, nella parte alta del paese, a pochi metri dalla sede municipale. Da circa un anno è sede dei servizi sociosanitari della Casa di comunità, qui spostata per la ristrutturazione in corso degli spazi a Sant’Omobono. «A marzo del prossimo anno - continua il vicesindaco di Strozza - la Casa di comunità dovrebbe tornare nella sede di Sant’Omobono, rendendosi, quindi, ancora libera l’ex scuola. Dispone di cinque aule, una palestra, un ambulatorio medico, su tre piani. Un edificio, quindi, particolarmente ampio. Potrebbe ospitare il plesso delle elementari ma ancora alcuni servizi della Casa di comunità, come di fatto ci è stato richiesto. Con l’Ats di Bergamo abbiamo avviato una proficua collaborazione. La struttura è bella, accreditata per poter ospitare servizi di questo tipo. Vedremo».

Intanto la richiesta ufficiale di riapertura della scuola è sul tavolo dell’Ufficio scolastico. «I numeri dovrebbero esserci – continua Cuter –. Chiediamo la riapertura dal prossimo anno. Se non sarà possibile subito, speriamo dagli anni successivi. Attendiamo una risposta. La popolazione è aumentata, dopo l’anno del Covid, abbiamo avuto un incremento di una cinquantina di persone».

Dopo la chiusura, le famiglie hanno iscritto i figli prevalentemente nei plessi di Almenno San Salvatore e Capizzone, i più vicini, ma anche in altri. C’è chi chiede la riapertura. Ma ci sono invece Comuni dove le scuole erano magari più di una, e la chiusura non è vista come particolarmente dolorosa. È il caso di Branico di Costa Volpino. «Costa Volpino contava sette scuole, una per ogni frazione - dice il sindaco Federico Baiguini -. Poi, poco alla volta, hanno chiuso: erano rimaste in tre, a Branico, Corti e Piano. Ma Branico non aveva più i numeri: l’avremmo lasciata, ma per garantire maggiore qualità didattica si è preferito accorparla a Piano, in una sede completamente rinnovata proprio quest’anno. I disagi, di fatto, non ci sono: le famiglie che frequentavano Branico hanno allungato il tragitto di soli cinque minuti».

Di fatto la stessa situazione di Laxolo di Brembilla. Anche qui la sede della frazione è stata chiusa da quest’anno scolastico e i bambini frequentano il capoluogo: a Laxolo erano rimasti 17 bambini perché già altre famiglie avevano comunque deciso, indipendentemente dall’apertura o chiusura del plesso, di iscrivere i figli a Brembilla.

Infine Alzano Sopra: i bambini rimasti erano 46, e non ci sarebbe stata nessuna classe prima. In nove anni le iscrizioni si erano più che dimezzate. Alla fine le famiglie sono state dirottate alla scuola di Alzano Maggiore, peraltro, distante solo 700 metri da Alzano Sopra.

© RIPRODUZIONE RISERVATA