L’addio alla piccola Diana: «Vogliamo costruire un modo di vivere diverso». Sabato gli accertamenti sul biberon

Il dramma della bimba Nella mattinata di venerdì la bimba di 18 mesi morta di stenti è stata ricordata nelle preghiere a Leffe. Nel pomeriggio il funerale a San Giuliano Milanese, il parroco: «Siamo qui per dire che vogliamo tutt’altro tipo di umanità e di relazioni».

Sono stati anticipati a sabato 30 luglio gli accertamenti tecnici irripetibili sul biberon e il suo beccuccio, sulla boccetta di En e altro materiale disposti dal pm Francesco De Tommasi che indaga sulla morte della piccola Diana, la bimba lasciata per sei giorni a casa sola dalla madre, Alessia Pifferi, ora in carcere. Le operazioni tecniche fissate negli uffici della polizia scientifica della Questura per il primo agosto, stando a quanto riferito sono state riprogrammate per il 30 luglio. Inquirenti e investigatori, che stanno ricostruendo quanto è accaduto nei minimi dettagli e stanno scavando nella vita di Alessia Pifferi anche per rintracciare il padre biologico della piccina, intendono tra l’altro verificare se la bimba sia stata stordita con l’En, un potente ansiolitico lasciato in casa da un uomo con cui la madre aveva avuto qualche incontro.

I funerali a San Giuliano Milanese

Intanto nel pomeriggio di oggi, venerdì 29 luglio, nel giorno in cui Diana avrebbe compiuto un anno e mezzo, sono stati celebrati i funerali della bambina nella chiesa Santi Pietro e Paolo. Attesa molta gente e anche il sindaco di Milano Beppe Sala. Nel corso della mattinata la piccola Diana è stata ricordata nella preghiera anche a Leffe. «Viviamo un senso di impotenza profonda, per tutto quello che avremmo potuto fare se avessimo saputo. Questo non ce lo toglierà nessuno» è un passaggio dell’omelia che don Luca Violoni ha pronunciato nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, a San Giuliano Milanese. Diana «non aveva la parola, non ha potuto verbalizzare quello che ha provato o chiedere a parole un aiuto» ha osservato, ma «Dio non vuole che si perda, e neanche sua madre» perché «ciascuno di noi vale enormemente».

«Vogliamo un altro tipo di umanità»

Don Violoni ha poi citato il sociologo Zygmunt Bauman: «Sosteneva che siamo in una società liquida, mentre oggi verrebbe da dire che siamo in una società “gassosa” dove il soggetto sembra squagliarsi su se stesso, incapace di azioni umane. Siamo qui per dire che vogliamo tutt’altro tipo di umanità e di relazioni». E, osservando i banchi della chiesa gremiti, ha notato: «C’è una comunità che non si rassegna e vuole costruire un modo di vivere diverso». «Chiediamo solo che la giustizia faccia il suo percorso senza sconti di pena» e in chiesa parte uno scrosciante applauso, spontaneo, dei presenti: sono le parole pronunciate a conclusione dei funerali di Diana Pifferi da un abitante del quartiere di Ponte Lambro, in cui la bambina viveva.«Non ci sono parole , siamo tutti sconvolti e increduli. E c’è tanta rabbia: perché è successo?», ha aggiunto.

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