Sette colpi in 9 mesi, anche a un artista di strada: 4 arrestati

L’INDAGINE. Banda di stranieri in cella: il covo in un box. Rapine violente: a Ponteranica una commerciante legata. Arraffati in tutto 10mila euro, spesi con ragazze e nei bar.

In almeno due occasioni, saputo che dei testimoni erano stati convocati dai carabinieri, li avevano contattati e minacciati a tal punto che uno di loro era poi scoppiato a piangere, per la tensione e la paura, di fronte ai militari che lo stavano sentendo. Agiva così la banda di quattro rapinatori, marocchini irregolari, che i carabinieri di Clusone hanno arrestato con l’accusa di aver messo a segno almeno sette colpi accertati (ma potrebbero essere di più) nel giro di nove mesi, tra Ponteranica, Albino, Nembro e Ranica.

«Una spiccata pericolosità sociale»

Nelle trenta pagine di ordinanza di custodia cautelare, il gip Federica Gaudino parla di «spiccata indole criminale» e di «spiccata pericolosità sociale» dettata dalla «loro natura violenta» che emerge da un «costante uso della violenza e della intimidazione per procurarsi denaro (in tutto diecimila euro, ndr), poi immediatamente utilizzato per trascorrere serate al bar e in albergo con delle ragazze, dimostrando assoluto senso di impunità».

I quattro arrestati sono irregolari in Italia e già noti alle forze dell’ordine: un giovane di 29 anni; uno di 23 anni, già denunciato per tentato omicidio, lesioni personali, rapina aggravata, danneggiamento e reati in materia di stupefacenti; e i fratelli di 21 anni, già denunciato per rapina in concorso e violenza sessuale, e 29 anni, pregiudicato per tentata rapina aggravata e tentato furto e denunciato per maltrattamenti in famiglia, entrambi domiciliati a Pradalunga. L’ultimo a essere individuato e arrestato, domenica mattina, al termine dell’indagine che ha visto in azione i carabinieri di Clusone e i loro colleghi di Albino e Fiorano.

La base in un box del quartiere Fiorito

La banda aveva stabilito la propria base in un box all’interno del quartiere Fiorito di Albino: da lì, in un’area dismessa, partivano per commettere rapine e scippi. Sempre caratterizzate da un atteggiamento violento e, rileva ancora il gip, condite spesso da «frasi di tipo cinematografico» che «provano il distacco dalla realtà» e la «conseguente e assoluta indifferenza rispetto alle conseguenze delle azioni verso terzi». Nel novembre dell’anno scorso il gruppo prese di mira un centro massaggi di Ponteranica, dove immobilizzarono una dipendente per rubare soldi e dispositivi elettronici. Ad aprile di quest’anno nel mirino finì un cittadino italiano, attirato in una località isolata del territorio di Albino con la promessa di vendergli un ingente quantitativo di stupefacente, per poi invece essere minacciato con una pistola e rapinato. All’incirca negli stessi giorni, a Nembro, venne rapinato dell’orologio un anziano, aggredito alle spalle e colpito in vari parti del corpo. E, ancora, a maggio, ad Albino venne perso di mira addirittura un artista di strada che stava suonando: la banda gli arraffò 40 euro delle offerte raccolte, minacciandolo di fargliela pagare se li avesse denunciati. Due i colpi contestati del mese di luglio: a Nembro vennero presi a sberle e calci due giovani, uno dei quali derubato della collanina d’oro; analogo scippo commesso anche ai danni di un quindicenne.

Infine, lo scorso agosto, a Ranica, a essere scippata era stata una donna, alla quale venne strappata dal collo la catenina d’oro. Sempre identica la tecnica: mentre uno dei quattro faceva da palo, gli altri si avvicinavano alla vittima con la scusa di una sigaretta e poi la rapinavano brandendo una pistola o una bottiglia rotta. Fatti ripresi spesso dalle telecamere: proprio le immagini, oltre alle descrizioni di vittime e testimoni, hanno permesso ai carabineri di risalire ai quattro arrestati.

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