Cappellini di lana per mamme e bimbi grazie agli studenti

Il laboratorio. Realizzati e donati al Centro di aiuto alla vita di Seriate da allievi dell’Istituto Battisti. Alla classe il 1° premio del concorso «Lascia il Segno».

La scorsa settimana al Centro di aiuto alla vita (Cav) di Seriate sono arrivati in dono una decina di cappellini di lana lavorati a maglia. Il mese scorso ne erano arrivati altrettanti. A realizzarli e donarli sono stati gli alunni e le alunne della classe 3ª A della scuola secondaria di primo grado Mons. Carozzi dell’Istituto comprensivo Cesare Battisti di Seriate.

Tutto ha preso il via quando la professoressa Paola Sonzogni, coordinatrice della classe, lo scorso novembre ricevette la comunicazione del concorso «Lascia il segno» organizzato in occasione di Bergamo Capitale italiana del volontariato 2022: il concorso proponeva ad ogni istituto di realizzare una buona pratica di solidarietà che «lasciasse un segno» sul proprio territorio. «Quando è arrivata la proposta l’ho letta e l’ho messa da parte - racconta la

professoressa Sonzogni -. Però continuava a tornarmi alla mente e una mattina ho avuto l’idea: pedalando verso la scuola passo davanti al Centro di aiuto alla vita di Seriate e mi è capitato di vedere persone che portavano lì indumenti. Non sapevo cosa fosse di preciso, ma ho pensato che avremmo potuto far qualcosa anche noi».

La professoressa Sonzogni è anche referente per l’insegnamento dell’educazione civica della classe: ha quindi pensato di creare un’occasione concreta in cui i suoi alunni potessero sperimentare l’impegno civico e mettersi in gioco in un’esperienza che facesse bene al territorio e alla gente che lo abita. «Ho proposto alla classe di partecipare al concorso realizzando dei cappellini di lana a maglia da donare al Cav perché venissero poi consegnati alle mamme che ne avevano bisogno per i loro bambini». Un’idea che la classe ha subito accolto favorevolmente e che si è rivelata molto utile anche per il Centro di aiuto alla vita: quando la professoressa Sonzogni ha contattato il Centro, la referente Tiziana Castelli le ha spiegato che proprio in quei giorni diverse mamme avevano chiesto dei cappellini di lana, ma loro non ne avevano più a disposizione.

Per quattro pomeriggi

Ha quindi preso il via il laboratorio per realizzare i cappellini a maglia: i ragazzi della classe si sono fermati per quattro pomeriggi, in orario extrascolastico, insieme all’insegnante e ad alcune volontarie, per realizzare questi cappellini. «Abbiamo volutamente proposto loro di trovare del tempo libero da dedicare a questa attività e di non realizzarla in orario scolastico, perché fosse un’esperienza concreta di volontariato in cui mettessero a disposizione un po’ del proprio tempo. Ho raccolto entusiasmo da parte della classe, desiderio di fare qualcosa: hanno capito che era un modo per stare insieme, divertirsi, conoscere qualcosa che non avevano mai fatto e allo stesso tempo dedicarsi agli altri». Ognuno si è impegnato seguendo le proprie predisposizioni: qualcuno ha lavorato ai ferri, altri hanno realizzato i modelli in cartone e preparato i pon-pon da applicare ai cappellini. Un’esperienza divertente ma anche faticosa: pur essendo un prodotto semplice da realizzare ha richiesto manualità e pazienza, e i ragazzi non si sono lasciati scoraggiare.

Questa semplice proposta di volontariato ha entusiasmato e coinvolto tutte le persone che ruotano intorno ai ragazzi: «I genitori si sono impegnati per mettere a disposizione la lana e i ferri da maglia. Lo stesso hanno fatto i colleghi insegnanti e il personale Ata. Qualcuno ha anche partecipato al laboratorio. E la preside dell’Istituto non solo ci ha messo a disposizione gli spazi in orario extrascolastico, ma è anche venuta a vedere cosa stava accadendo. Un’idea semplice che però ha mosso tutti».

Segno di speranza per il futuro

Il 14 dicembre la classe è andata al Cav a consegnare i primi dieci cappellini, ma non si sono fermati qui: nelle vacanze di Natale hanno continuato a realizzarli e la scorsa settimana ne hanno consegnati altri. Questo ha valso alla classe il primo premio del concorso «Lascia il Segno», dimostrando che questa esperienza è un segno di speranza per il futuro.

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