Volontariato / Bergamo Città
Giovedì 04 Dicembre 2025
Da 20 anni in rete per costruire inclusione insieme
Il CBI . Il Coordinamento composto da 33 associazioni bergamasche. Le nuove priorità: dal bene comune all’autodeterminazione, dal lavoro alla giustizia sociale.
Vent’anni di lavoro e di relazioni costruiti passo dopo passo, di dialogo continuo con le istituzioni e di visioni, che si sono evolute con il tempo e col territorio. Il Coordinamento bergamasco inclusione - Cbi si appresta a chiudere il suo ventennale con un evento in programma venerdì 5 dicembre dalle 16.45 alla cooperativa sociale La Solidarietà di Dalmine.
Un momento durante il quale ripensare alla tanta strada fatta, ritrovarsi e festeggiare ma, ancor di più, guardare il presente e provare a delineare il futuro. Era il 3 dicembre 2005 quando a Osio Sotto nasceva quello che allora si chiamava il Coordinamento bergamasco per l’integrazione. «In realtà - ricorda il presidente Carlo Boisio - la sua creazione è precedente: prima di essere un organismo riconosciuto ufficialmente era un luogo informale in cui associazioni più grandi e altre più piccole si incontravano e iniziavano a mettere a fuoco alcuni argomenti, che ai tempi erano ancora da affrontare.
C’era il bisogno di creare una rete che potesse interfacciarsi con le istituzioni e parlare con una voce unitaria, autorevole, su tematiche difficili da affrontare individualmente». Tematiche come quelle della diversità, della fragilità e della disabilità, per migliorare la qualità della vita delle persone e «costruire comunità accoglienti», ricorda il vicepresidente Claudio Burini. Oggi il Cbi è composto da 33 associazioni diffuse in quasi tutta la provincia. Molti i passi fatti. Anche la mentalità è cambiata. Dall’«integrazione» (anche nel nome) si è passati all’«inclusione». Oggi, più che sui deficit e le mancanze, si pone lo sguardo sulle capacità e le possibilità. Certo, l’obiettivo ultimo rimane «parlare semplicemente di persone, senza alcuna etichetta», prosegue il presidente.
Tra i momenti più significativi - continua il vicepresidente - «impossibile non ricordare quando, a fronte di una situazione disomogenea diffusa nei 14 ambiti rispetto alle regole di compartecipazione economica applicate ai Centri diurni disabili, il Cbi nel 2016 si è fatto promotore di un tavolo composto da vari enti.
Una soluzione omogenea
Nelle «Linee guida provinciali-Cdd» fu individuata una soluzione omogenea che conteneva anche la volontà di proseguire in un lavoro di confronto a livello provinciale in grado di orientare i servizi sociosanitari a corrispondere ai bisogni e alle domande delle persone con disabilità con maggiore qualità e flessibilità». Negli anni il Coordinamento ha contribuito, fra le tante cose, anche alla formalizzazione del Gruppo sociale provinciale e alla costituzione della Rete provinciale disabilità.
Il ventesimo anniversario non vuole essere solo memoria, ma l’occasione per lasciare un’impronta significativa. Con questo intento è nato il manifesto «Il Cbi del futuro», frutto di una scrittura collettiva con otto punti «cardinali» che definiscono le priorità future: dal bene comune all’autodeterminazione, dal lavoro alla giustizia sociale. Questa «visione comune» sarà presentata domani verso le 17.45. A seguire l’elevazione musicale del coro polifonico Intelletto d’Amore, la presentazione della pubblicazione «20° Cbi» e un momento di convivialità. Ad aprire il pomeriggio, dopo i saluti del presidente, sarà l’intervento di mons. Francesco Beschi, Vescovo di Bergamo, e la proiezione del video «20 anni di Cbi», realizzato dal regista Antonio Iorio e con la collaborazione dei Manager No Profit, che ha voluto mettere sotto i riflettori otto giovani con disabilità.
Obiettivi e sfide
Il futuro porta con sé nuovi obiettivi («Il Dama - Disabled Advanced Medical Assistance per noi è una priorità», puntualizzano) e nuove sfide: «Con la fase di sperimentazione del decreto legislativo n. 62 del 2024, che coinvolgerà anche la provincia di Bergamo, saremo chiamati a far sì che questa ambiziosa riforma della disabilità possa superare, attraverso un lavoro di più reti, le criticità già emerse e condivise da chi sta già sperimentando. Sarà questo un tema e quindi un impegno prioritario per il Cbi dei prossimi anni».
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