Ucciso in casa con 20 martellate in testa per 500 euro non dati: chiusa l’indagine

Grumello del Monte. Decisione notificata dalla Procura alle parti: si procederà con il rito ordinario. L’ex fidanzato della figlia è accusato di omicidio volontario aggravato da futili e abbietti motivi.

Si sono concluse le indagini sulla morte di Anselmo Campa, l’imprenditore di 56 anni ucciso nel suo appartamento di Grumello del Monte la sera del 19 aprile scorso con una ventina di martellate. Nella giornata del 22 novembre la Procura ha infatti notificato alle parti la chiusura delle indagini, atto formale che di fatto apre le porte del tribunale all’unico indagato accusato del delitto: Hamedi El Makkaoui, marocchino di 22 anni, ex fidanzato della figlia di Campa, al quale viene contestata dal sostituto procuratore titolare del caso, Maria Esposito, l’accusa di omicidio volontario aggravato da futili e abbietti motivi.

Nel corso delle indagini era stato sottoposto ai rilievi scientifici il martello usato per uccidere

l’imprenditore e sull’arma del delitto erano state trovate sia le impronte della vittima, sia quelle del ventiduenne El Makkaoui. Esclusa l’eventualità di un rito immediato: si procederà secondo l’iter giudiziario ordinario. All’origine dell’efferato delitto – era stato ricostruito durante l’indagine dei carabinieri – ci sarebbe stata la richiesta di una somma di denaro pari a 500 euro: il ventiduenne voleva che Campa gli riconoscesse questi soldi dei circa 6-7.000 euro che, a suo dire, aveva versato per una Renault Clio che l’imprenditore e padre della sua ex fidanzata gli aveva dato in uso e che, invece, recentemente aveva preteso indietro per venderla a un amico appunto a fronte di questa cifra.

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Alla richiesta del giovane, durante il loro incontro nella casa dell’imprenditore, quest’ultimo avrebbe risposto negativamente, in maniera anche sgarbata e con degli insulti: questo suo comportamento avrebbe di conseguenza scatenato la furia omicida. Il giovane lo ha quindi colpito ripetutamente con più di venti martellate alla testa. El Makkaoui, messo alle strette, aveva poi confessato il delitto. Il gip non ne aveva convalidato il fermo, scattato il 24 aprile, perché non sussisteva il pericolo di fuga in quanto il ventiduenne era stato definito «perfettamente integrato nel contesto sociale, con stabili affetti e regolare attività lavorativa».

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Quanto ai «gravi indizi di colpevolezza», sarebbero invece insiti nella confessione del giovane. Il gip aveva poi sottolineato la necessità di una misura restrittiva da emettere tramite ordinanza. E infatti era stata disposta nei confronti di Hamedi El Makkaoui la custodia in carcere per il pericolo di reiterazione del reato. Infatti, era stato spiegato che «la grave condotta» era stata «originata da motivi di carattere economico che, se non futili, sono senza dubbio legati ai vizi di gioco e da stupefacenti, che hanno dato sfogo a uno spropositato impulso omicida, con perdita dei normali freni inibitori».

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