Yara, comparati duecento Dna
Perchè aveva ancora il cerchietto?

Quattrocento profili genetici: tanti ne hanno già acquisiti carabinieri e polizia impegnati nella difficile indagine del caso Yara. La metà dei Dna sono già stati confrontati con le due tracce genetiche: nessuno corrisponde.

Quattrocento profili genetici: tanti ne hanno già acquisiti carabinieri e polizia impegnati nella difficile indagine del caso Yara. La metà dei Dna sono già stati confrontati con le due tracce genetiche – una maschile e una femminile – trovate su uno dei guanti della tredicenne: nessuno corrisponde.

Tra i 400 profili genetici ci sono anche alcuni operai del cantiere di Mapello (quello dove si spinse il fiuto dei cani molecolari) perché gli inquirenti non vogliono lasciare nulla di intentato. I Ris di Parma stanno intanto procedendo con l'analisi dei vestiti di Yara. Un accertamento più che accurato ed è per questo, di conseguenza, i tempi saranno inevitabilmente lunghi.

La piccola Yara si mangiava le unghie, che erano quindi inevitabilmente corte: troppo per conservare eventuali tracce del suo assassino da consegnare agli inquirenti. Quando il suo corpo è stato ritrovato aveva ancora indosso, sul capo, il cerchietto: come mai non le è caduto? È uno dei tanti interrogativi di questo complesso caso, assieme alla presenza, nella tasca del giubbotto della batteria e della sim card del telefonino (che non è invece mai stato ritrovato).

Poi ci sono i tagli: ferite lunghe ma non profonde da essere mortali. Quasi che l'assassino (o gli assassini perché l'ipotesi che ora prevale è che si sia trattato di due persone) abbia voluto seviziare la piccola Yara: provocarle del dolore senza ucciderla, tanto è vero che nemmeno ora gli inquirenti hanno chiarito l'esatta causa della morte.

Leggi di più su L'Eco in edicola martedì 22 marzo

© RIPRODUZIONE RISERVATA