Dimezzare i costi della politica:
la Regione boccia la proposta

Il progetto di legge di iniziativa popolare per la riduzione dei costi della politica è stato bocciato anche dal consiglio regionale della Lombardia. Dopo il «no» delle Commissioni Bilancio e Affari istituzionali il copione si è ripetuto in aula.

Il progetto di legge di iniziativa popolare per la riduzione dei costi della politica è stato bocciato anche dal consiglio regionale della Lombardia. Dopo il «no» delle Commissioni Bilancio e Affari istituzionali (col voto di Pdl e Lega, mentre a favore si sono schierati Pd, Sel e Udc, anche se non convinti totalmente dalle misure contenute nel documento) il copione si è ripetuto in aula.

Il consiglio ha votato il non passaggio agli articoli: insomma il testo non è stato esaminato, mentre la proposta è stata solo valutata nelle sue premesse. Il no, come in commissione, è arrivato dagli esponenti di Pdl e Lega. La motivazione della scelta è stata spiegata con il fatto che il testo di un progetto di iniziativa popolare non è emendabile, cioè modificabile nei suoi singoli articoli: può essere solo approvato o respinto nella sua interezza.

A presentare il progetto di legge era stato il comitato «Zero privilegi», che aveva raccolto oltre 11 mila firme e non aveva chiesto il rimborso di 5 mila euro previsto dalla legge. Il provvedimento voleva imporre la riduzione del 50% delle indennità e del 50% della diaria dei consiglieri. Inoltre il rimborso non sarebbe più stato forfettario, ma da erogare solo con ricevute comprovanti le spese.

Altri due punti del progetto, l'abrogazione del vitalizio e dell'indennità di fine mandato, erano invece stati già recepiti dalla legge, approvata dal Consiglio regionale lo scorso 5 dicembre, che tagliava del 10% le indennità dei consiglieri. Il risparmio, calcolato però sui trattamenti economici precedenti al provvedimento del 5 dicembre, sarebbe di circa 50 milioni di euro a legislatura, che vuol dire 10 milioni all'anno.

Il relatore del testo, Paolo Valentini (Pdl), aveva sottolineato in commissione che l'aula «ha già legiferato sulla materia un mese fa» e quindi ha chiesto «il non passaggio agli articoli del provvedimento», ovvero la bocciatura del testo.

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