Trasporto pubblico: rischio collasso
L'allarme delle tre società consortili

Le società del trasporto pubblico locale lanciano un grido d'allarme: «Se andiamo avanti così il sistema collassa». Le tre società consortili che esercitano il servizio di trasporto pubblico sintetizzano la situazione in cui versa il settore.

Le società del trasporto pubblico locale lanciano un grido d'allarme: «Se andiamo avanti così il sistema collassa». Le tre società consortili che, aggiudicatarie delle gare d'appalto indette dalla Provincia di Bergamo, esercitano il servizio di trasporto pubblico, sintetizzano con poche parole - ma senza lasciare margini interpretativi - la situazione in cui versa il settore.

Un quadro che può solo peggiorare: «Con il freddo che arriverà nei prossimi mesi il sistema collasserà del tutto - afferma Massimo Locatelli, presidente Anav Lombardia e amministratore delegato Tbso -. Per risolvere il problema gli enti pubblici dovrebbero darci il 50% delle risorse in più di quelle che ci danno adesso. Se non si interverrà, ognuno dovrà prendersi le proprie responsabilità e dichiarare agli utenti qual è la situazione».

E per «enti pubblici» si intendono soprattutto le realtà vicine al territorio, nello specifico Provincia di Bergamo e Regione Lombardia che, a detta degli imprenditori del trasporto pubblico, sarebbero inadempienti per una cifra a sei zeri: «Al 1° di ottobre siamo scoperti per dieci milioni di euro - sbotta Locatelli -, tutti soldi che ci devono sia la Provincia che la Regione, abbiamo degli arretrati che risalgono al 2010, abbiamo informato anche il prefetto».

Nel mirino c'è la Provincia che non avrebbe assolto i suoi doveri di coordinamento: «La Provincia era solita comunicare il flusso di studenti e in base ai numeri pianificavamo il servizio - spiega Franco Ferrada, direttore Sab Autoservizi -. Quest'anno è mancato il coordinamento e l'interlocutore. La Provincia deve tornare a rivestire il ruolo di pianificatore».

Interpellato sulla questione, l'assessore ai Trasporti di via Tasso non nasconde la complessità del problema. E sui problemi sollevati dagli imprenditori del settore, Giuliano Capetti chiarisce: «Il vero contenzioso è la proroga del contratto che non ha previsto l'adeguamento delle tariffe, come chiedevano gli operatori. Ma non è scritto da nessuna parte che la Provincia di Bergamo debba dare soldi in più, ad esempio per l'adeguamento carburante. In quanto ai tagli, sottolineo che gli imprenditori dal 10% di aumento hanno tratto ricavi, inoltre c'è stata una riduzione di 500 mila km in tratte».

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