Scuole statali e «caro libri»
Nuove spese per le famiglie

Per un anno non cambierà nulla, poi - se il nuovo governo non rimetterà il tappo - la scelta dei libri di testo nelle scuole statali tornerà ad essere senza vincoli: per la gioia degli editori e la disperazione delle famiglie.

Per un anno non cambierà nulla, poi - se il nuovo governo non rimetterà il tappo - la scelta dei libri di testo nelle scuole statali tornerà ad essere senza vincoli, per la gioia degli editori (l'editoria scolastica è un quinto del settore, oltre 600 milioni di fatturato) e la disperazione delle famiglie.

Infatti la legge 221/2012, che a dicembre ha convertito in legge il decreto 179 per lo sviluppo, abroga all'articolo 11, a partire dal settembre 2013 e con effetto dall'anno scolastico 2014-2015, l'obbligo di mantenere lo stesso libro di testo per cinque anni alla primaria e sei alle medie e superiori.

La norma era stata introdotta dal ministro Gelmini nel 2008 ed era stata applaudita perché permetteva di far durare libri spesso pochissimo utilizzati passandoli ad altri figli. Sul tempo lungo, era fiorito anche il mercato dell'usato e la possibilità di comperare i libri in rete trovandoli scontati.

Con il ritorno dell'adozione libera tutto il mercato parallelo verrà ridotto, a vantaggio delle case editrici, di molte delle quali era nota la tecnica di cambiare ogni anno pochissimo, a volte quasi solo le pagine degli esercizi, per aggiornare l'edizione. Lo «sviluppo» evidentemente deve essere fatto solo a spese delle famiglie.

Tutto su L'Eco di Bergamo del 2 febbraio

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