Addio al prof. Lucio Parenzan
Fu il primo a operare i «bimbi blu»

Lucio Parenzan, uno tra i più celebri cardiochirurghi italiani, padre della cardiochirurgia pediatrica italiana, si è spento nella tarda mattina di oggi all’ospedale papa Giovanni XXIII dove si trovava ricoverato dalla notte tra il 16 e il 17 gennaio. Donate le cornee.

Lucio Parenzan, uno tra i più celebri cardiochirurghi italiani, padre della cardiochirurgia pediatrica italiana, si è spento nella tarda mattina di oggi, martedì 28 gennaio, alle 12,40, all’ospedale papa Giovanni XXIII dove si trovava ricoverato dalla notte tra il 16 e il 17 gennaio.

«Oggi è stato colpito da un nuovo arresto cardiocircolatorio - recita un bollettino medico diffuso poco dopo le 13 - e, nonostante i tentativi di rianimarlo protrattisi per trenta minuti, i medici che l’hanno seguito durante il ricovero non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso». Per sua stessa volontà sono state donate le cornee.

Medaglia d’oro per la sanità pubblica, Lucio Parenzan, icona dell’eccellenza medica nel mondo, si è spento, alla soglia dei 90 anni (li avrebbe compiuti il 3 giugno prossimo) , nella terapia intensiva dell’ospedale Papa Giovanni XXIII. Era stato ricoverato dopo un attacco respiratorio e cardiaco, un «arresto» durato oltre 20 minuti. Da allora il cardiochirurgo non si era più ripreso.

Nato a Pirano il 3 giugno del 1924, si era laureato a Padova nel 1948. Aveva diretto la Divisione di Chirurgia pediatrica e di Cardiochirurgia di Bergamo dal 1964 al 1994. Aveva iniziato a Milano la sua carriera medico-chirurgica nella cura delle patologie cardiache dei bambini, dopo aver trascorso lunghi periodi di studio presso l’Università di Stoccolma e l’Ospedale dei bambini di Pittsburgh, negli Stati Uniti.

Pioniere della moderna cardiochirurgia pediatrica italiana, ebbe l’intuizione che i cosidetti «bambini blu», quei bambini colpiti dalla tetralogia di Fallot (una grave malformazione cardiaca contro la quale c’era ben poco da fare), erano da sottoporre ad intervento chirurgico fin da subito, a tre giorni di vita. Di questi interventi, Parenzan ne eseguì moltissimi, salvando questi bambini da morte certa. Fece scalpore nel 1976 la diretta tv dell’intervento su Pasqualino, 7 mesi. Sotto la sua guida il Centro di Bergamo divenne “il più grande centro di cardiochirurgia pediatrica al mondo», come lo definì Albert Starr l’inventore della valvola cardiaca e come attesta lo svolgimento nel 1988 in città del primo Congresso mondiale di Cardiochirurgia pediatrica.

Lucio Parenzan, è stato anche docente in Chirurgia pediatria, Clinica pediatrica e Cardiochirurgia presso l’Università di Milano. Ha effettuato oltre 15 mila interventi (di cui 350 trapianti cardiaci) nel corso di trent’anni di attività.

Il primo trapianto

La notte tra il 22 e il 23 novembre 1985, agli Ospedali Riuniti di Bergamo, l’équipe di Lucio Parenzan, eseguì il primo trapianto di cuore a Bergamo, il terzo in Italia dopo quelli di Padova (il 14 novembre) e di Pavia (il 18 novembre). Nel petto di Roberto Failoni, allora quarantottenne pensionato di Romano alle prese con una miocardiopatia dilatativa, venne impiantato il cuore di Emanuela Brambilla, 19 anni, estetista di Fara, morta in seguito a un incidente stradale avvenuto la sera del 16 novembre. I preparativi per il trapianto iniziarono alle 21,35 di venerdì 22 novembre, l’intervento si concluse alle 4 del mattino successivo. Il cuore nuovo di Failoni (scomparso il 17 agosto del 1998, tre anni dopo essersi sottoposto ad un nuovo trapianto) cominciò a battere alle 2,25.

Nel 1989 fondò l’International Heart School , Fondazione di Bergamo per la formazione medica continua onlus, dalle cui fila uscirono 25 primari in Italia e all’estero, quelli che con orgoglio amava definire «i miei ragazzi». Dal 1993, fino al 2010, è stato direttore dell’International Heart School con sede all’ospedale Humanitas Gavazzeni di Bergamo. Dal 1° ottobre 1998, per dieci anni, aveva ricoperto la carica di direttore scientifico di Humanitas Gavazzeni.

Cittadino onorario della città di Bergamo, nel 1988 ha ricevuto la medaglia d’oro per la Sanità Pubblica quale riconoscimento dal Ministero della Sanità italiano per la specifica meritoria attività clinica e scientifica svolta nei confronti delle patologie infantili.

La camera ardente sarà allestita da domani, mercoledì 29 gennaio, all’interno dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII. I funerali saranno celebrati giovedì 30 gennaio alle 14 nella Chiesa del Carmine in Città Alta.

Il direttore generale Carlo Nicora ha voluto ricordarlo a nome di tutti gli operatori dell’ospedale:

«La scomparsa del prof. Lucio Parenzan è per tutto il Papa Giovanni XXIII motivo di profondo cordoglio e vogliamo innanzitutto stringerci alla moglie, ai figli e a tutti i suoi cari che oggi soffrono.

Il sentimento che tutti noi, da chi ebbe la fortuna di essergli allievo e collaboratore a chi come me lo ha conosciuto recentemente, è innanzitutto di immensa gratitudine. Quello che oggi siamo nel campo della cardiochirurgia, la nostra cultura come ospedale pediatrico sono stati possibili perché Parenzan gettò un seme prezioso agli Ospedali Riuniti, rendendo possibili quelle che oggi sono consuetudini nella medicina moderna, ma allora furono anticipazioni di un futuro ancora tutto da scrivere. La sua curiosità, la sua audacia, la sua lungimiranza, hanno fatto la differenza. Questo credo sia l’insegnamento che chiunque lavora al Papa Giovanni da oggi dovrebbe conservare nel cuore».

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