Caos concorso, presidi a Roma
Il ministro vuole fare chiarezza

Oggi giornata campale per i neopresidi. Venti di loro, i primi in graduatoria - nel gruppo otto bergamaschi - sono stati convocati dal ministro Giannini a Roma. Appuntamento «al fine di fare definitiva chiarezza» e «per la massima trasparenza» sulle nomine.

Martedì 11 marzo giornata campale per i neopresidi. Venti di loro, i primi in graduatoria -nel gruppo otto bergamaschi - sono stati convocati dal ministro Giannini a Roma. Appuntamento a mezzogiorno in viale Trastevere «al fine di fare definitiva chiarezza» e «per la massima trasparenza» sulle nomine, dice la convocazione del Gabinetto del ministro.

I venti invitati rappresentano gli oltre trecento nuovi presidi che dovevano prendere servizio lunedì e sono stati rimandati a settembre. Contemporaneamente all’incontro romano, a Milano il Tar esamina stamattina un ricorso circa la correttezza, rispetto alla funzione, della qualifica del presidente della commissione, un dirigente tecnico.

Nel malaugurato caso il Tar accolga il ricorso, il concorso salterebbe di nuovo, annullando le nomine. Ma la scelta del presidente era stata avocata a sé dal Miur stesso, proprio per evitare il rischio di vizi di forma. L’odissea dei presidi, continua. Intanto alcune voci si sono levate.

Una lettera aperta è stata inviata al presidente del Consiglio Matteo Renzi ricordando che «La legge si applica e non si interpreta. Vogliamo entrare in servizio sul posto che ci spetta di diritto». I presidi si sentono «calpestati,umiliati, offesi». La lettera continua descrivendo tre anni di traversie burocratiche, la «ferita aperta» dei 96 colleghi lasciati sul campo dalla revisione del concorso, fino alla graduatoria finale che comportava l’immediata presa di servizio.

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