Covid: 93 morti, dato più basso da 7 mesi. A giugno via il coprifuoco

I dati arriveranno sul tavolo della cabina di regia che ci sarà nelle prossime ore (lunedì 17 maggio) a Palazzo Chigi: se confermati nelle prossime settimane, porteranno alla cancellazione del coprifuoco, una delle misure più significative e controverse di questi mesi.

Meno di 6mila casi, le terapie intensive e i ricoveri ancora in discesa e, per la prima volta da sette mesi, il numero delle vittime per il Covid in Italia in 24 ore che scende sotto i cento: sono 93 quelle registrate nel bollettino del ministero della Salute, l’ennesimo segnale del calo della diffusione del virus ma soprattutto dell’efficacia dei vaccini nel ridurre le ospedalizzazioni e i morti.

I dati arriveranno sul tavolo della cabina di regia che ci sarà nelle prossime ore (lunedì 17 maggio) a Palazzo Chigi: se confermati nelle prossime settimane, porteranno alla cancellazione del coprifuoco, una delle misure più significative e controverse di questi mesi. «Con i dati in miglioramento - dice il ministro della Salute Roberto Speranza - possiamo allentare e poi superare il coprifuoco».

Per ora, però, si procederà seguendo la linea della gradualità e della prudenza, come ha ripetuto più volte il presidente del Consiglio Mario Draghi e come ha confermato anche oggi lo stesso Speranza anche alla luce degli assembramenti che si continuano a registrare nelle città, soprattutto nelle aree della movida come dimostrano le immagini di Roma e Napoli: «Dobbiamo proseguire con ragionata fiducia verso le graduali riaperture delle altre attività e questo è possibile grazie alle misure adottate in questi mesi, ai comportamenti corretti della maggioranza delle persone e alla campagna di vaccinazione».

Il tagliando al decreto in vigore dovrebbe dunque portare ad un nuovo provvedimento che sarà operativo dal 24 maggio e che riscriverà tutta una serie di regole e restrizioni.

La prima è, appunto, quella che riguarda il coprifuoco: l’indicazione era di posticiparlo alle 23 ma non è escluso che possa essere portato fino a mezzanotte visto il pressing del centrodestra e delle regioni. Un nuovo check verrà fatto poi all’inizio di giugno e potrebbe essere quella l’occasione per cancellarlo definitivamente. «È realistico ipotizzare - sostiene il ministro degli Affari Regionali Mariastella Gelmini - che nelle prossime settimane verrà rivisto». Ma il vertice tra i capigruppo della maggioranza si occuperà anche di altro visto che, lo ribadisce il capogruppo di Forza Italia alla Camera Roberto Occhiuto, il centrodestra continua a chiedere «aperture vere» per tutti i settori, soprattutto quelli che ancora non hanno una data per poter ripartire. E Matteo Salvini alza nuovamente la posta, convocando una videoconferenza della Lega prima della riunione di governo. «Ci aspettiamo riaperture e ripartenza, lavoro e libertà, all’aperto e al chiuso, di giorno e di sera».

Il governo dovrebbe dunque decidere anche la riapertura dei centri commerciali nei fine settimana (il 22 o il 29 maggio), quella delle piscine al chiuso, che potrebbe essere il 1 giugno assieme alle palestre, e la ripresa del settore dei matrimoni.La data potrebbe essere attorno al 15 giugno e non è escluso che il wedding sia la prima attività nella quale sperimentare il green pass, le certificazioni che già consentono di spostarsi tra regione di colore diverso. Chi vuole partecipare a un banchetto dovrà avere il certificato di vaccinazione, di avvenuta guarigione o un tampone negativo effettuato 48 ore prima della cerimonia. Non dovrebbe cambiare nulla, invece, per quanto riguarda la data dei ristoranti al chiuso: potranno riaprire a partire dal 1 giugno; è possibile però che il governo decida di consentire l’attività anche la sera mentre al momento il decreto fissa l’apertura dalle 5 alle 18. E se sarà probabilmente superato il divieto di consumare al bancone del bar, non dovrebbe essere modificata la data per la ripartenza delle fiere (15 giugno), dei congressi e dei parchi tematici (1 luglio).

Questo perché il governo, lo ha ribadito il presidente del Consiglio superiore di Sanità e coordinatore del Cts Franco Locatelli, vuole comunque avere una fotografia piena degli effetti delle riaperture del 26 aprile, che si avrà solo a partire dal monitoraggio di venerdì prossimo. Ovvio però che, così come per il coprifuoco, una nuova verifica verrà fatta all’inizio di giugno anche per questi settori. E potrebbe essere sempre quello il momento per l’esecutivo per affrontare un altro tema, quello dell’utilizzo della mascherina all’aperto, che da più parti è stato già sollevato. Al momento, ha detto chiaro Locatelli, «è troppo presto per rimuoverla, oggi la scelta non è ipotizzabile». Ma, ha aggiunto, «verrà il momento in cui potremmo abbandonarla». Non sarà all’inizio di giugno, ma non è affatto escluso che con l’arrivo dell’estate - quando la metà della popolazione sarà vaccinata almeno con una dose - dopo il coprifuoco anche l’oggetto più indossato dagli italiani in questo ultimo anno possa diventare un ricordo.

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