«Domenica una giornata di gioia»
I bergamaschi nel cuore della piazza

«È una giornata che ci spinge a sperare, una mattinata di gioia che dà fiducia anche alla terra di Bergamo». Monsignor Francesco Beschi parla nel pomeriggio della domenica romana, dopo la canonizzazione do Papa Giovanni.

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«È una giornata che ci spinge a sperare, una mattinata di gioia che dà fiducia anche alla terra di Bergamo, una fiducia che si fonda sulla testimonianza di coraggio, di fede, di volontà che ciascun uomo può offrire. Ho già avuto modo di dire che Giovanni XXIII è stato ed è in grado tuttora di suscitare la parte migliore di noi». Monsignor Francesco Beschi parla nel pomeriggio romano, fuori scende la pioggia che si è trattenuta a stento per tutta la mattinata. È finalmente un momento di calma.

I due Papi canonizzati sorridevano nei loro ritratti appesi sulla facciata di San Pietro.

«Non stavano soltanto lì sulla facciata, se ne avvertiva bene la presenza in mezzo a noi. Papa Giovanni Paolo II è morto da pochi anni e tutti lo ricordano in modo perfetto, naturalmente. Ma anche la memoria di Papa Giovanni XXIII, soprattutto nelle persone con più di cinquant’anni, non è sbiadita. Quando venivano a sapere che sono il vescovo di Bergamo, tanti cardinali presenti o comunque fedeli di una certa età, si sono sentiti di dovermi manifestare la loro testimonianza rispetto al nostro Papa».

Mille bergamaschi nel cuore della piazza

È stata una lunga notte quella dei pellegrini bergamaschi. I primi si sono mossi attorno alle tre di domenica mattina, quando con i pullman hanno lasciato gli alberghi alla periferia di Roma, diretti verso i varchi di accesso a piazza San Pietro e a via della Conciliazione. Ma gli accessi erano già assediati dall’esercito dei pellegrini polacchi.

In totale, c’erano ben 1.000 bergamaschi dotati di pass che sono riusciti a partecipare alla commuovente cerimonia seduti in San Pietro, nel cuore di un momento storico e di grande emozione: 250 pellegrini di Sotto il Monte, 50 parenti di Papa Giovanni, 150 giovani di Albino e di altri vicariati, 200 del seminario, 150 sacerdoti, 100 pellegrini di due pullman Ovet estratti a sorte (il gruppo guidato da mons. Tironi e don Bruno Baduini), 150 altri pellegrini, alcune autorità, istituzioni, gruppi civili e ecclesiali.

Ma non c’erano soltanto polacchi e bergamaschi a Roma, nella notte di domenica. Mezzo mondo era rappresentato: pellegrini filippini, libanesi, dallo Sri Lanka, Brasile, Portogallo, Stati Uniti, Croazia, Spagna, Francia...

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