Il destino crudele di Abdenabi
Indagato il conducente del camion

È stato indagato per omicidio colposo l’autista del camion spazzatrice che ha investito mortalmente nella mattinata di giovedì 9 gennaio Abdenabi Badi, sudanese di 42 anni. Nei prossimi giorni, anche in base alle sue condizioni di salute dopo il malore avuto, sarà interrogato.

È stato indagato per omicidio colposo l’autista del camion spazzatrice che ha investito mortalmente nella mattinata di giovedì 9 gennaio Abdenabi Badi, sudanese di 42 anni. Nei prossimi giorni, anche in base alle sue condizioni di salute dopo il malore avuto, sarà interrogato.

Alle 4,50 di giovedì mattina era l’unico pedone all’angolo tra via Paleocapa e via Paglia quando il conducente del camion spazzatrice si sarebbe sentito male all’improvviso, ha sbandato e ha investito proprio lui, uccidendolo sul colpo. «Era appena scattato il verde al semaforo, quando si è accasciato di colpo sul volante: ho cercato di gridare e di strattonarlo, ma non si riprendeva»: è il racconto di quegli attimi interminabili fatto dallo slavo di 55 anni che, al momento dell’incidente, viaggiava accanto al senegalese di 52 alla guida della spazzatrice, una delle due di proprietà della cooperativa sociale «Ecosviluppo» di Stezzano e incaricate dall’Aprica della pulizia delle strade cittadine nel cuore della notte. Cooperativa che, tra l’altro, si occupa dell’inserimento sociale di numerose persone per conto della Comunità Ruah, la stessa che – macabra ironia della sorte – da quasi tre anni si occupava proprio di Abdenabi, che era stato inserito in due differenti progetti di integrazione sociale e lavorativa, prima a Cene e poi a Dalmine. Quest’ultimo si era concluso lo scorso giugno e, fino alla notte tra lunedì e martedì, il sudanese era rimasto ospite in un appartamento della Ruah appunto a Dalmine, mentre dalla notte successiva avrebbe dovuto soggiornare al dormitorio del Galgario, come da accordi presi con la comunità.

Invece Abdenabi non si è mai presentato a reclamare il suo posto letto e, probabilmente amareggiato per non essere ancora riuscito a integrarsi, ha forse girovagato in città fino a trovarsi, come si dice in questi casi, nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il suo destino si è infatti incrociato con quello di altri due immigrati che avevano trascorso la notte lavorando nelle stesse strade cittadine sulla spazzatrice.

Il senegalese e il collega slavo dipendenti di «Ecosviluppo» avevano regolarmente iniziato il proprio turno alle 22,30 e, pulite strade e marciapiedi in centro e periferia, dopo le 4,30 avevano terminato di spazzare, come da programma, l’area della stazione. «Da lì abbiamo percorso viale Papa Giovanni e svoltato in via Paleocapa – ha raccontato lo slavo –: ci siamo fermati al semaforo di via Paglia, che era rosso. Al verde il mio collega ha accelerato, ma ha subito perso i sensi, accasciandosi sul volante».

Il veicolo ha sbandato verso sinistra e, anche a causa della leggera pendenza della strada, è finito sul marciapiede travolgendo Abdenabi senza lasciargli scampo, e poi, urtata una Jeep posteggiata, abbattendo una cancellata e un palo della luce. Immediato, ma purtroppo vano, l’intervento del 118. Alla polizia stradale è invece toccato effettuare i rilievi. Il cinquantaduenne alla guida del camion è stato trasferito all’ospedale Papa Giovanni XXIII, dov’è ricoverato in osservazione (ma non è in gravi condizioni) per capire l’origine del malore (la testimonianza del suo collega ha fatto escludere il colpo di sonno). Non ricorda nulla dell’incidente né sa della morte di Abdenabi, la cui salma è stata portata nella camera mortuaria del cimitero, in attesa che il consolato del Sudan si occupi del rimpatrio e dei funerali.

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