«Italia più giusta ed efficiente»
Renzi a Bergamo: intervista de L’Eco

di Franco Cattaneo

Non c’è solo l’esigenza di arginare l’offensiva demagogica di Beppe Grillo, ma anche l’urgenza di rendere l’Italia «più giusta ed efficiente» dando «risposte rapide ed efficaci» sia alla crisi economica sia alla malapolitica: questa strategia è esplicita nell’intervista di Matteo Renzi a «L’Eco di Bergamo». Il premier alle 13 in città.

Non c’è solo l’esigenza di arginare l’offensiva demagogica di Beppe Grillo, ma anche l’urgenza di rendere l’Italia «più giusta ed efficiente» dando «risposte rapide ed efficaci» sia alla crisi economica sia alla malapolitica che accompagnano la volata finale in vista del voto di domenica: questa strategia è esplicita nell’intervista di Matteo Renzi a «L’Eco di Bergamo», che anticipa l’arrivo del premier in città. Il capo del governo, che per mentalità gioca d’attacco, oggi alle 13 terrà un comizio in piazza Vittorio Veneto per sostenere i candidati del Pd alle comunali e alle europee, fra i quali Giorgio Gori in corsa per la guida di Bergamo. L’intervento del presidente del Consiglio sarà preceduto da una breve visita istituzionale a Palafrizzoni, dove ci sarà l’incontro con il sindaco Franco Tentorio, candidato del centrodestra.

Piazza Vittorio Veneto, in questa maratona dai toni surriscaldati, diventa ora un luogo simbolico: è qui, infatti, che proprio una settimana fa ha parlato Grillo ed è ormai anche un fatto visivo la partita fra il Pd ( e la coalizione di centrosinistra) e i 5 Stelle. Del resto, in queste settimane, Renzi – che essendo stato sindaco conosce bene i problemi amministrativi e gli umori popolari – ha sommato in sé il ruolo istituzionale a palazzo Chigi e quello di leader del principale partito di governo che porta la voce dell’Italia che non s’arrende nelle piazze del Paese. Un segno in più, come risulta evidente anche da questa intervista, della posta in gioco: il futuro dell’Italia, dell’Europa e dello stesso governo.

Presidente, lei si aspetta l’«effetto Renzi» alle amministrative ed europee del 25 maggio?

«Il 25 maggio è un appuntamento decisivo per il futuro dell’Europa e per molti Comuni. I cittadini sono chiamati a decidere quale futuro costruire per i prossimi anni. Le elezioni europee possono sembrare meno importanti di altre, ma invito tutti a pensare quanto la vita quotidiana di ciascuno di noi dipende da quanto l’Italia saprà farsi valere in Europa. Per questo è importante partecipare e scegliere persone competenti e di qualità. So che sia il Pd sia il Governo mettono tutto il loro impegno per rendere l’Italia e le città più giuste, più sobrie, più efficienti. E più forti anche in Europa».

Un recente sondaggio del «Sole 24 Ore» dice che il Pd è il primo partito nel Nordest, un’ipotesi che stravolgerebbe la mappa elettorale di un’Italia fin qui forzaleghista. Bergamo, una delle capitali della Lega, fa parte di questo contesto. Lei pensa che effettivamente si sia alla fine della Seconda Repubblica?

«Uno degli errori che si compiono nelle campagne elettorali è guardare i sondaggi e dimenticarsi di incontrare le persone nelle strade e nelle piazze. Lo scorso fine settimana il Pd ha organizzato una straordinaria mobilitazione con migliaia di banchetti e decine di migliaia di volontari e militanti per spiegare le nostre proposte per l’Europa e per le città. Dal 25 maggio non si voterà mai più per le province, e avremo 3.000 politici in meno. Con la fine del bicameralismo le leggi non rimbalzeranno più da una Camera all’altra e il nuovo Senato sarà gratis, senza indennità, e ci saranno 315 parlamentari in meno. Col nuovo Titolo V sarà chiaro chi si occuperà di cosa, i consiglieri regionali non potranno guadagnare più del sindaco del capoluogo e usare i soldi per comprare mutande verdi. Così si può riconquistare la fiducia dei cittadini. Che sono tutto fuorché disinteressati alla politica. Vogliono solo una politica diversa»

La Bergamasca è una roccaforte industriale con una forte vocazione per l’export, ma oggi conta pur sempre 37 mila disoccupati: il Jobs Act, varato in questi giorni, in quale misura e con quale efficacia potrà incidere su realtà così altamente produttive?

«La disoccupazione è il problema dei problemi, ma gli italiani non chiedono l’elemosina di Stato, chiedono di lavorare e per questo bisogna mettere le aziende in condizioni di assumere. Vorrei far capire che le misure che il Governo ha approvato fanno parte di un coerente disegno. 80 euro restituiti a 10 milioni di lavoratori, il taglio del 10% dell’Irap, il taglio dei costi dell’energia per le imprese, la radicale riforma della pubblica amministrazione, i prossimi interventi su incapienti, pensionati e partite Iva sono tutti tasselli di un mosaico per creare le condizioni di crescita e quindi di posti di lavoro. Con la nuova legge sul lavoro abbiamo voluto rispondere all’emergenza disoccupazione mettendo a disposizione delle imprese nuovi strumenti per consentire a tanti giovani di entrare nel mondo del lavoro e giocarsi la loro partita. Per essere chiari, senza il decreto Poletti l’Electrolux non avrebbe firmato l’accordo che tiene la produzione in Italia e salva i posti di lavoro».

Expo, veleni e tangenti: come combattere i ladri – per usare la sua espressione – e portare a casa una vetrina internazionale per l’Italia?

«Prima di tutto mi lasci dire che l’Italia è fatta da persone per bene che ogni giorno la rendono grande con fatica e passione. Ero e sono consapevole di quanto siano presenti la criminalità e la corruzione e di quanto danneggino le imprese, gli amministratori e i funzionari pubblici onesti. Per questo così come si fa il Daspo ai tifosi, per tenerli lontani dagli stadi, così va fatto il Daspo ai politici che prendono le tangenti. Queste persone noi non vogliamo vederle, in giro, mai più. Dobbiamo dare risposte rapide ed efficaci. Semplificazione e trasparenza sono le parole chiave. Procedure più semplici e insieme più sicure disboscando l’enorme e confusa mole di regole, permessi, autorizzazioni dove chi vuole approfittarne può farlo. E garantire a tutti i cittadini di poter verificare ogni centesimo speso per impedire di agire a chi si muove nell’ombra. Il presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone, un uomo che fa onore all’Italia, sarà all’Expo e riusciremo a dimostrare al mondo che l’Italia è all’avanguardia per le sue qualità e le sue eccellenze. Chi urla che va buttato via tutto mette a rischio migliaia di posti di lavoro. Non prendiamo lezioni di legalità da chi va in Sicilia a dire che la mafia non esiste. Vinceremo la scommessa. Expo sarà il nostro fiore all’occhiello».

Grillo sta riempiendo le piazze (lo ha fatto anche a Bergamo martedì scorso) ed è opinione diffusa che la battaglia elettorale sarà fra il Pd e i 5 Stelle: lei si aspetta un voto di protesta o ritiene che i suoi tre mesi a Palazzo Chigi siano già in grado di bloccare questa offensiva?

«Non ho mai visto che chi urla, insulta soprattutto le donne, usa la paura e la rabbia abbia mai risolto un solo problema. Io so che molti cittadini non ne possono più di una politica che si è dimostrata lontana e concentrata solo ad aumentare i suoi privilegi. Hanno ragione. La politica deve cominciare da se stessa per ritrovare l’autorevolezza di proporre ai cittadini il cambiamento dell’Italia. In tutte le riforme che abbiamo presentato, come le dicevo prima, siamo partiti da questa premessa, prima interveniamo sui costi della politica. Io sono certo, perché continuo ad incontrarla in piazze piene di speranza, che c’è un’Italia che non si arrende, che non molla e che ha voglia di entrare nel futuro. Noi sconfiggeremo i disfattisti, non a parole ma con i fatti. Perché noi vogliamo bene all’Italia, portiamo l’inno italiano nelle scuole e lavoriamo perché i cittadini abbiano un po’ di respiro. C’è invece chi teorizza la “decrescita felice”, anche se lui è milionario e può dire che gli 80 euro non li vuole».

L’Europa a trazione tedesca non piace, ma un’Europa dei popoli – come dicevano una volta i democristiani – resta imprescindibile. Come cambiare l’Ue? E quale sarà il programma di presidenza italiana che scatta a luglio?

«L’Europa del solo rigore non è stata in grado di affrontare le necessità di famiglie, lavoratori e imprese. Si è diffuso un sentimento anti europeo che viene cavalcato strumentalmente da movimenti e partiti populisti e demagogici che non sono in grado di dare risposte vere. Chi dice usciamo dall’euro è un irresponsabile e lavora contro gli italiani. Rispettando le regole che ci sono, e l’Italia lo sta facendo, adesso si deve puntare sulla crescita. Chiediamoci se regole stabilite 20 anni fa sono ancora valide e se non sia arrivato il momento di cambiarle. Un nuovo rinascimento europeo, questo sarà l’obiettivo della presidenza italiana. Una politica estera e di difesa comune, nuove politiche energetiche e ambientali, Agenda digitale europea, lotta serrata alla disoccupazione. Il 25 maggio i cittadini hanno l’occasione per dire che l’Europa deve cambiare. A partire dal problema dell’immigrazione: l’Italia compie un grande sforzo per cercare di salvare vite umane che fuggono da guerre e conflitti mentre le istituzioni europee sembrano voltarsi dall’altra parte, lasciandoci soli. Adesso basta. Noi siamo la frontiera di tutta l’Europa e tutta l’Europa se ne deve assumere la responsabilità».

Il voto per il sindaco di Bergamo sarà un testa a testa fra il candidato del centrosinistra Giorgio Gori e quello di centrodestra Franco Tentorio: lei che tipo di incoraggiamento si sente di dare all’esponente del Pd?

«Con l’entusiasmo e la competenza che ha messo in questa sfida, Giorgio non ha bisogno di incoraggiamento. Mi sento di dirgli che ha scelto di fare il lavoro più bello del mondo, il sindaco della sua città. Ma lui lo sa già».

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