La Regina Elisabetta II è morta «serenamente» nella dimora scozzese di Balmoral

La notizia è arrivata con un tweet ufficiale della famiglia reale.

La Regina Elisabetta II è morta ad annunciarlo per prima la Famiglia Reale con un Tweet ufficiale: «La Regina è morta serenamente a Balmoral questo pomeriggio.Il re e la consorte Regina rimarranno a Balmoral questa sera e ritorneranno a Londra domani.».

Tutti e 4 i figli sono arrivati nel pomeriggio al capezzale della Regina Elisabetta nella residenza scozzese di Balmoral. L’erede al trono Carlo è giunto per primo assieme alla consorte Camilla. Anche il principe William è partito da Londra per raggiungere la Scozia, dove sta arrivando anche il principe Harry; entrambi senza le rispettive consorti. La Bbc ha mostrato tutti i reali giunti a Balmoral e non esclude un annuncio ulteriore dal palazzo che «potrebbe arrivare in qualsiasi momento» e i toni dell’emittente sono gravi e solenni. Il Regno Unito in ansia, tutti stretti intorno a Sua Maestà.

Davanti ai cancelli di Buckingham Palace si è radunata una folla di persone, fra cui tanti turisti, alcuni in lacrime temendo per la vita della regina Elisabetta.

La storia Regina Elisabetta

Elisabetta II è la regina dei record: soltanto Luigi XIV, il re Sole, rimase al trono più a lungo di lei. Da quel 6 febbraio 1952, data della morte improvvisa del padre, Giorgio VI, la regina d’Inghilterra ha regnato per 70 anni e 214 giorni. In tutto sono 25.782 giorni contro i 26.407 del sovrano di Francia che però arrivò al trono ad appena 4 anni, nel 1643: l’incombenza di guidare la nazione fu quindi gestita a lungo dalla madre Anna d’Asburgo, mentre Elisabetta ne ha portato il peso sulle sue sole spalle dall’età di 25 anni.

Elisabetta, che a giugno ha celebrato il Giubileo di platino, ha conquistato questo secondo posto nella classifica dei regnanti più longevi lo scorso 13 giugno, quando superò Rama IX di Thailandia, che a sua volta aveva regnato per 70 anni e 126 giorni fra il 1946 e il 2016. La regina è ormai da tempo colei che ha regnato più a lungo in Gran Bretagna, avendo superato la regina Vittoria già il 9 settembre 2015: la trisnonna rimase al trono per 63 anni, 7 mesi e 2 giorni, fino al 1901.

I sudditi di Sua Maestà sono circa 150 milioni in tutto il mondo. Da Winston Churchill alla recentissima Liz Truss, Elisabetta ha guidato il Regno Unito con 16 primi ministri, dando l’ultimo incarico alla leader Tory appena due giorni fa.

Ha visto passare per la Casa Bianca 14 presidenti degli Stati Uniti, da Harry Truman all’attuale Joe Biden, e salire al soglio pontificio 7 papi: Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II, fino al dimissionario Benedetto XVI e a Francesco.

Elisabetta II ha viaggiato in oltre 120 Paesi in occasione di oltre 270 visite ufficiali e ha partecipato a centinaia di migliaia di cerimonie. Altro record, quello del matrimonio più longevo tra i sovrani, 74 anni con il principe Filippo, sposato il 20 novembre 1947 e scomparso il 9 aprile del 2021.

Che cosa è e dove è Balmoral

È il posto dove la regina Elisabetta ha scelto di restare mentre le sue condizioni di salute precipitavano. Il Castello di Balmoral in Scozia è da sempre il luogo del cuore e della serenità per la sovrana, che qui ama trascorrervi l’estate. La residenza ha una lunga tradizione che risale alla regina Vittoria e al principe consorte Alberto: nel 1848 vi passarono l’estate e fin da subito furono colpiti dalla dimora isolata nell’Aberdeenshire, che decisero di ampliare, coi lavori iniziati nel 1853 fino a realizzare l’edificio attuale, al centro di una tenuta di 20.000 ettari.

Lì Elisabetta ha trovato sempre conforto, in quello che è stato molto spesso il luogo di riunione dei Windsor, anche negli anni più difficili per la corona, come nel periodo che va dalla separazione fra Carlo e Diana fino alla morte di quest’ultima nel 1997. E la regina ha trascorso momenti indimenticabili col marito Filippo al fianco e il resto della famiglia che li raggiungeva nel corso del periodo estivo. Non è una caso che con la morte di Filippo, nell’aprile 2021, vennero diffuse proprio immagini ufficiali dei due insieme nella residenza scozzese.

Sicuramente uno dei luoghi più cari alla sovrana nella dimora è il salotto dove tiene con orgoglio le immagini della sua numerosa famiglia, come era emerso in uno scatto del 2013. Negli ultimi mesi, dopo il trasferimento da Buckingham Palace al castello di Windsor, Elisabetta ha passato molto tempo a Balmoral, anche in giugno per una breve pausa prima di partecipare alle celebrazioni popolari clou del suo Giubileo di Platino. E qui ha scelto di rimanere nei giorni scorsi nonostante l’impegno di dover presiedere al passaggio di consegne del premier britannico, da Boris Johnson a Liz Truss.

Per la prima volta nella sua storia la residenza è diventata sede di questo momento istituzionale fondamentale per il Regno Unito. È in fondo paradossale che il castello al centro dell’attenzione mondiale dei media in queste ore si trovi nel cuore della turbolenta Scozia, animata per secoli da pulsioni indipendentiste e anche negli ultimi tempi, con la First Minister Nicola Sturgeon che ha rilanciato la campagna per la secessione dal Regno.

«London Bridge», il piano per la morte della regina

«London Bridge is down». Il Ponte di Londra è crollato. Per la scomparsa di Elisabetta II, il Palazzo ha pronto un piano in più versioni, aggiornate continuamente negli anni e detenute da Buckingham Palace, dal governo e dalla Bbc. Una sorta di protocollo da seguire per consentire i preparativi dell’ultimo commiato, mantenendo quell’ordine e quella stabilità di cui la sovrana, sopravvissuta a 12 presidenti Usa, è sempre stata sinonimo, nei suoi oltre 70 anni di regno.

L’ultima volta che un monarca britannico morì, Giorgio VI, 70 anni fa, la scomparsa fu comunicata a Buckingham Palace con una frase in codice, «Hyde Park Corner», per impedire agli operatori del centralino di scoprirlo. Per Elisabetta II il piano per ciò che accadrà dopo è noto come ’London Bridgè e la parola chiave per annunciarne il decesso sarà ’The London Bridge is down’.

Stando ad una bozza del documento di cui qualche tempo fa Politico diffuse alcuni stralci, il giorno della morte sarà indicato come il «D-day» ed i giorni a seguire saranno il D+1, fino al 10, quando saranno celebrati i funerali all’Abbazia di Westminster e la sepoltura alla Memorial Chapel di re Giorgio VI. Il corpo della sovrana sarà trasferito a Buckingham Palace due giorni dopo la sua morte, sul treno reale secondo quanto prescrive l’operazione chiamata «Unicorn», o in alternativa in aereo secondo il dispositivo «Overstudy».

Carlo invece sarà proclamato re la mattina dopo il decesso ed il giorno successivo partirà per un viaggio attraverso il Regno Unito. Il protocollo, descritto con una dovizia di particolari quasi maniacale, prevede che sia il segretario personale della regina, Sir Christopher Geidt, il primo ad essere informato, che a sua volta avrà il compito di comunicare la notizia al primo ministro. Dopo, il Foreign Officès Global Response Center darà la notizia a tutti gli altri governatori dei Paesi in cui Sua Maestà è sovrana, compresi Canada, Australia e Bahamas, e solo dopo a tutte le altre nazioni del Commonwealth.

Il decesso di Elisabetta non sarà divulgato subito. L’informazione viaggerà sottotraccia. I governatori generali, gli ambasciatori e appunto il premier saranno i primi a saperlo. I sudditi ed il resto del mondo ne verranno a conoscenza in un secondo momento, quando tutto sarà già stato preparato.

Quando arriverà il momento di divulgare la notizia, l’annuncio spetterà ad un flash dell’agenzia di stampa inglese PA: subito dopo l’informazione sarà trasmessa al resto dei media mondiali in contemporanea. Nello stesso istante, un commesso vestito a lutto uscirà da una porta di Buckingham Palace, attraverserà la ghiaia rosa opaco e appenderà un avviso bordato di nero ai cancelli. Mentre lo farà, il sito web del palazzo si ridurrà ad una pagina, che mostrerà lo stesso testo su uno sfondo scuro. E le bandiere saranno calate a mezz’asta.

Alla Bbc verrà attivato il ’sistema di trasmissione degli allarmi radio (Rats), un allarme dell’era della Guerra fredda progettato per resistere a un attacco alle infrastrutture della nazione, un dispositivo quasi mitologico dell’intricata architettura di rituali per la morte delle principali personalità reali che la Bbc ha mantenuto sin dagli anni ’30.

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