Il presidente Mattarella a Bergamo: «Qui dopo la pandemia: si vince solo con valori comuni» - Foto e video

L’evento. Oltre 2.200 sindaci e amministratori da tutta Italia all’assemblea Anci alla Fiera: numeri record. Il Capo dello Stato accolto da una standing ovation. Gori: «Grazie per non averci mai abbandonato».

Capitale del volontariato quest’anno, Capitale della Cultura nel 2023. E per tre giorni, ora, Capitale dei Comuni. Bergamo di nuovo in vetrina ospita per la prima volta l’assemblea nazionale Anci (edizione numero 39), in programma da martedì 22 novembre fino al 24 novembre, in Fiera. «La voce del Paese. Per dare la parola alle nostre comunità», è il filo rosso delle riflessioni che si dipaneranno. E oggi, a inaugurare questo evento dai numeri record (2.208 sindaci e amministratori presenti da tutta Italia) è arrivato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

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È l’ottava volta che il Capo dello Stato partecipa all’Assemblea nazionale dell’associazione che raduna i Comuni italiani. In sala oltre ai sindaci da tutta Italia, al presidente dell’Anci Antonio Decaro, anche il ministro degli Affari regionali e della Autonomie, Roberto Calderoli, e il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.

In apertura è stato ricordato Roberto Maroni, scomparso nella mattinata del 22 novembre. «Voglio ricordare un amministratore determinato, un politico appassionato, un uomo leale e coraggioso, che ci ha lasciato», ha ricordato il presidente nazionale dell’Anci, Antonio Decaro. Una grande foto di Maroni è stata proiettata sullo schermo della sala dell’assemblea plenaria.

Il presidente Mattarella è stato accolto dagli applausi e dalla standing ovation dei primi cittadini venuti da tutta Italia. Dopo una stretta di mano con alcuni sindaci, l’assemblea dell’Anci si è aperta con le note dell’inno di Mameli.

Oltre 2.200 tra sindaci e amministratori: è record

In Fiera si è registrata una presenza record: 2.208 sindaci e amministratori locali. Gli ospiti in totale sono invece 4.148. Molte le istituzioni pubbliche bergamasche presenti tra cui il vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi.

Il presidente della Provincia di Bergamo, Pasquale Gandolfi, nel salutare il Capo dello Stato ha voluto ricordare la pandemia che colpì così duramente Bergamo nel 2020 e la grande forza dei volontari che costruirono proprio in Fiera un ospedale in pochi giorni per far fronte alla situazione drammatica dal punto di vista sanitario che visse Bergamo. Ha ricordato il grande senso di abnegazione degli amministratori locali bergamaschi che cercarono di stare vicino il più possibile ai cittadini in difficoltà.

La visita a Bergamo del presidente della Repubblica

Alcune immagini della sala stampa del Quirinale della visita del presidente Sergio Mattarella per l’Assemblea Anci

Gori: «Sindaci, vera voce del Paese»

Ha preso poi la parola il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, che ha ringraziato il Capo dello Stato per «il calore e la vicinanza» che ha manifestato durante il periodo della pandemia per il Covid. «A nome della comunità bergamasca – ha dichiarato Gori – voglio rinnovarle i sentimenti di profonda, sincera gratitudine per quanto lei ci è stato vicino – come nessun altro rappresentante delle istituzioni – quando questo territorio soffriva, nella primavera di due anni fa. Ci ha dato conforto e coraggio: grazie di cuore Presidente».

«Se Bergamo e Brescia sono state designate “Capitale italiana della Cultura 2023” – due città per una capitale – è principalmente grazie a voi, amici sindaci. Quando col Sindaco di Brescia decidemmo di candidare le nostre città volevamo innanzitutto dare un segnale di reazione e di speranza ai nostri cittadini. Se il nostro sogno si è concretizzato lo dobbiamo alle sindache e ai sindaci che – uno dopo l’altro – hanno pubblicamente espresso il loro sostegno alla nostra candidatura, alcuni scegliendo di ritirare le loro; e all’Anci, che ufficialmente l’ha promossa. Grazie di cuore, avete fatto un grande regalo ai cittadini di Brescia e di Bergamo: faremo di tutto per essere all’altezza della vostra fiducia».

Gori ha proseguito parlando a nome di tutti i Sindaci, «vogliamo essere ascoltati perché pensiamo di essere davvero la “Voce del Paese”, parliamo non a nome nostro, ma delle nostre comunità; e come ogni sindaco sa, nessuno può illudersi di governare senza dare innanzitutto ascolto alla sua comunità. In questi giorni incontreremo molti ministri, e il Presidente del Consiglio: confidiamo che vogliano ascoltare la nostra voce».

Fontana: autonomia, protagonismo dei Comuni

«L’ autonomia differenziata è la nostra occasione per ridisegnare le competenze e affermare il protagonismo e la responsabilità di Comuni ed Enti» ha sottolineato il governatore lombardo Attilio Fontana.«Regione Lombardia è pronta a fare la sua parte, ad assumere la regia di un sistema policentrico e virtuoso di relazioni, competenze e buon governo capace di migliorare la vita dei propri cittadini - ha aggiunto -. Rifuggiamo ogni idea di riproporre un centralismo a livello regionale. Non vogliamo più risorse ma decidere come spenderle per avere servizi più efficienti».

Decaro: procedure veloci per realizzare le opere programmate

Ha preso poi la parola il presidente nazionale Anci, Antonio Decaro: «Evitiamo, per le risorse

assegnate ai Comuni, di rimettere in discussione le basi del Pnrr e le scelte fondamentali compiute insieme all’Europa, rischiando di rallentare o addirittura di fermare tutto» ha ricordato nel lungo discorso. «Il nostro unico intento, ora, deve essere quello di accelerare le procedure e realizzare le opere programmate per spendere le risorse che ci sono state assegnate», ha aggiunto. «Se devo stare ai fondi destinati ai Comuni mi sento di affermare che gli impegni che ci eravamo assunti sono stati fin qui rispettati fino in fondo - ha proseguito -. Quaranta miliardi erano destinati ai progetti nei Comuni. Avevamo detto che entro l’estate dovevano essere per lo più assegnati e così è stato. A dirlo adesso sembra facile. Ma quando ci siamo trovati davanti alle scadenze da rispettare per tanti, sembrava una missione impossibile». «Ebbene, adesso la missione impossibile sembra straordinariamente possibile - ha concluso -, praticamente tutte le assegnazioni di risorse sono state fatte, e per alcune opere siamo entrati nella fase dell’affidamento dei lavori che precede l’apertura dei cantieri».

La richiesta al nuovo governo

Il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, dal palco dell’Assemblea nazionale che si tiene alla Fiera di Bergamo ha fatto una prima proposta al governo che si è insediato da poco. «Proviamo a chiedere l’istituzione di un Fondo unico per il sistema di protezione sociale comunale - ha detto nel suo discorso di apertura -, con risorse stabili che consentano agli ambiti e ai comuni, di programmare le attività all’inizio di ogni anno. Potrebbe essere una novità importante, una grande semplificazione delle procedure che andrebbe a tutto beneficio di quella parte della popolazione delle nostre città che più ha bisogno». «Questa è una prima proposta che facciamo qui da Bergamo al nuovo Governo - ha sottolineato -. Lo Stato stanzia tante risorse in molti rivoli: il Fondo nazionale per le politiche sociali, il Fondo per la non autosufficienza, il Fondo povertà, il Fondo ’dopo di noì, solo per citare i più importanti. Per darvi una grandezza questi fondi valgono, per il 2023, circa 1 miliardo e 800 milioni di euro».

Il discorso di Mattarella

Dopo il lungo e denso di contenuti discorso di Decaro ha preso la parola il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Resteranno scolpite nelle nostre menti le terribili immagini dei camion militari che portano via i feretri di tante persone morte a causa del virus, persone che in molti casi ci hanno lasciato senza il saluto dei familiari, senza una preghiera al loro funerale. Non le dimenticheremo. Rappresentano un monito permanente. Un appello severo e non effimero alla responsabilità. Celebrare qui l’assemblea dell’Anci vuol dire consapevolezza delle lezioni derivanti dalla pandemia» ha detto parlando all’assemblea nazionale dell’Anci a Bergamo.

Per il Presidente Mattarella «Stato, Regioni, Comuni, Province, hanno saputo fare squadra durante la pandemia, affermando l’unità della Repubblica, con una mirabile capacità di ricomposizione e intesa nella conduzione dell’emergenza. Ci siamo resi conto del ruolo della scienza. Abbiamo compreso che serve una sanità più attenta ai territori, servizi di cura più vicini alla persona, assistenza più aderente ai bisogni delle famiglie, soprattutto delle più svantaggiate e in difficoltà»

«I Comuni sono l’Italia . Sono la Repubblica, come recita l’art.114 della Costituzione. I quasi 9.000 Comuni adempiono, con identica dignità e impegno, alla responsabilità di sostenere le nostre comunità, offrendo servizi di carattere universale. La Costituzione sancisce il principio di uguaglianza per i cittadini e, naturalmente, vale per i Comuni, che devono essere messi tutti in condizione di adempiere ai compiti loro affidati, per poter concorrere a realizzare il principio costituzionale della pari dignità dei cittadini».

Mattarella poi ha colto le istanze espresse da Decaro, come portavoce dei sindaci ha elencato nel suo discorso. «Sussidiarietà non significa scaricare le difficoltà sull’anello istituzionale più a diretto contatto con i cittadini ma piuttosto sostenerlo. Significa partecipazione. Condivisione e dialogo tra i vari livelli di governo. Così si affrontano e risolvono i problemi. Non possiamo permetterci ritardi - ha detto facendo riferimento ai fondi del Pnrr -. I problemi vanno individuati e risolti. Le procedure, dove necessario, adeguate. Non per definire scorciatoie ma per elevare la qualità dei percorsi amministrativi. Si tratta di un obiettivo di alto valore nazionale».

Il pensiero alla guerra in Ucraina

«Oggi una guerra in Europa, provocata dall’aggressione della Russia, ci sta facendo ripiombare nel timore di un incubo che pensavamo non potesse più ripresentarsi – ha ricordato poi Mattarella, citando la visita dei sindaci di Kiev, Leopoli e Bucha che avverrà nei prossimi giorni e non dimenticando altre battaglie per i diritti come quella in Iran -. Una guerra contrassegnata da atroci crudeltà e dall’intenzione di tenere milioni di persone al buio e al freddo d’inverno. Di fronte a questi misfatti la Ue ha reagito con compattezza, assicurando solidarietà all’Ucraina e alla sua resistenza. Una reazione importante, che ha come orizzonte la costruzione di una pace giusta e necessaria, capace di restituire a quel Paese la piena indipendenza violata» ha spiegato il presidente Mattarella.

Leggi qui il discorso integrale del presidente della Repubblica

«Il mio augurio è che la “voce del Paese” che ambite interpretare possa sempre esprimersi in modo compiuto e trovare ascolto – ha concluso il Capo dello Stato –. A conferire autorevolezza sarà la capacità di tenere fede ai decisivi impegni assunti in questi tempi difficili. Punti fermi sono la garanzia dei diritti dei cittadini, che al Nord come nel Mezzogiorno, nelle città come nei paesi, nelle metropoli come nelle aree interne, devono poter vivere la piena validità dei principi costituzionali».

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