Morandi, svolta nell’inchiesta
L’accusa ora è di furto e truffa

Svolta nell’inchiesta che vede indagato l’ex direttore della filiale Private della Intesa Sanpaolo di Fiorano (ed ex sindaco di Valbondione) Benvenuto Morandi: da appropriazione indebita si è passati a contestazioni più pesanti, quali il furto e la truffa.

Svolta nell’inchiesta che vede indagato l’ex direttore della filiale Private della Intesa Sanpaolo di Fiorano (ed ex sindaco di Valbondione) Benvenuto Morandi. Concluse le consulenze contabili (sui movimenti di denaro sospetti) e calligrafiche (sulle presunte firme false riguardanti le contabili bancarie), i pm Maria Cristina Rota e Carmen Santoro hanno riqualificato l’ipotesi di reato a carico dell’ex bancario e primo cittadino: da appropriazione indebita (aggravata dalla sua posizione di direttore di banca) a contestazioni più pesanti, quali il furto e la truffa.

L’inchiesta Morandi ruota tutta attorno a un presunto «buco» da trenta milioni di euro che l’ex direttore di banca si sarebbe lasciato alle spalle. Il furto è contestato in particolare per i soldi (pare oltre 10 milioni di euro) che sarebbero stati distratti dai conti dell’imprenditore Gianfranco Gamba, di Gazzaniga, e da quelli dei suoi familiari, in particolare la moglie Mariuccia Pezzoli e la figlia, Simona Gamba.

Quanto alla truffa, è contestata in relazione alle presunte rendicontazioni false che Morandi avrebbe propinato a una serie di suoi clienti, ai quali avrebbe fatto credere di avere somme non corrispondenti ai reali depositi. Una sorta di sospetta contabilità parallela, che è venuta a galla dopo lo scoppio del caso, la scorsa estate: diversi clienti hanno denunciato Morandi allegando resoconti scritti a mano da lui su foglietti di carta o prodotti su fogli di calcolo Excell con il logo della banca, ma in realtà ben lungi - secondo le accuse - dal costituire documenti ufficiali dell’istituto di credito. È sul caso Gamba che carabinieri, procura e consulenti si sono concentrati in maniera particolare.

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