Acp, lavoratori allo stremo: «Da un anno ormai senza lo stipendio e i contributi»

L’emergenza. La protesta dei 50 dipendenti dell’acciaieria di Cividate ferma da metà 2020. Speranza e scetticismo accompagnano il possibile interessamento di un gruppo spagnolo.

Si dicono ormai esausti i circa 50 lavoratori dell’acciaieria Acp Industries spa di Cividate la cui attività è sostanzialmente ferma da metà 2020 (fatta eccezione per una breve parentesi dello scorso giugno in cui sono stati lavorati una decina di giorni). Non prendono lo stipendio (oltre che contributi e assegni familiari) ormai da un anno fatta eccezione per alcuni anticipi, versati direttamente dall’azienda, in previsione della cassa ordinaria che però non arriverà: l’Inps, infatti, ha recentemente bocciato la richiesta dell’Acp (che dal 2019 fa parte del gruppo siciliano Hadid, trader internazionale nella commercializzazione di metalli) sia della cassa ordinaria che di quella concessa alle aziende energivore.

Respinta la richiesta di concordato preventivo

L’acciaieria si è vista anche respingere in estate dal Tribunale di Roma la richiesta di concordato preventivo: la situazione quindi, è molto grave. Ieri alcuni operai (più qualche impiegata amministrativa) si sono riuniti fuori dell’azienda. Era infatti previsto un incontro fra i sindacati e l’amministratore delegato Massimo Lapira che però non è potuto intervenire. Dopo alcuni contatti telefonici fra le parti, tutto è stato rimandato alla prossima settimana quando potrebbe arrivare la conferma dell’interessamento di un gruppo spagnolo ad acquistare l’acciaieria. I sindacati, però, esprimono scetticismo: «Non sarebbe la prima volta che quanto ci viene comunicato poi non corrisponde a verità – afferma Luca Vitali della Fiom-Cgil di Bergamo – Naturalmente ci auguriamo che esista un reale interesse di acquisto. Per lunedì abbiamo previsto nuovi contatti per definire i termini di un incontro nei giorni successivi».

L’amministratore delegato dell’Acp ha confermato la possibile cessione dell’acciaieria a un gruppo spagnolo: «Di più però ora non posso dire»

«I lavoratori e noi sindacati – aggiunge Mirco Locati della Fim-Cisl – si augurano che realmente che ci sia un concreto interesse. I lavoratori sono esausti, le loro famiglie sono esauste...è ora che si riporti al centro il rispetto dei lavoratori e si faccia una seria politica industriale». E quanto i dipendenti dell’Acp siano esausti per quanto stanno vivendo è emerso ieri, chiaramente, dalle parole di alcuni di loro: «Io ho famiglia, figli – spiega Gilberto Pagani, di Cividate, 55 anni di cui 22 spesi a lavorare nell’acciaieria – nell’ultimo anno ho guadagnato poche migliaia di euro senza contributi. E come faccio ad andare avanti? Da tempo mi sto guardando intorno ma nessuno assume over 50». «Siamo tutti disperati – aggiunge Luigi Pagani, 56 anni di Calcio – non mi vergogno a dire che ho dovuto vendere dei vecchi gioielli di famiglia per pagare le bollette. Non so come potrò affrontare l’inverno». «Tutti noi ormai siamo arrivati al limite – conclude Chegdali El Morabiti, marocchino di 61 anni, di Covo, da più di 30 anni in Italia – c’è ormai chi sta perdendo la casa o sta per essere sfrattato perché da mesi non riescono a pagare mutuo e affitto. Le banche non aspettano certo noi». Contattato al telefono l’amministratore delegato dell’Acp ha confermato la possibile cessione dell’acciaieria a un gruppo spagnolo: «Di più però ora non posso dire – ha aggiunto Lapira – ho firmato un accordo di riservatezza. La voglia che l’azienda, insieme ai suoi dipendenti, continui a lavorare c’è. Mercoledì dovremmo avere buone notizie».

© RIPRODUZIONE RISERVATA