Attenti alle spese sopra i 3.600 euro
È entrato in vigore lo «spesometro»

Attenti alle spese sopra i 3.600 euro. Dal 22 aprile è entrato in vigore lo «spesometro»: per le imprese che liquidano l’Iva ogni tre mesi scatta l’obbligo di comunicare al Fisco gli acquisti superiori ai 3.600 euro. Lo spesometro serve per accertare la congruità tra reddito dichiarato dal contribuente e tenore di vita.

Attenti alle spese sopra i 3.600 euro. Dal 22 aprile è entrato in vigore lo «spesometro»: per le imprese che liquidano l’Iva ogni tre mesi scatta l’obbligo di comunicare al Fisco gli acquisti superiori ai 3.600 euro. Lo spesometro serve per accertare la congruità tra reddito dichiarato dal contribuente e tenore di vita.

Il nuovo strumento era stato fortemente contestato, soprattutto dai commercialisti. Più volte avevano sottolineato infatti che la necessità di mostrare il codice fiscale, e dunque quella di essere identificati, per qualsiasi acquisto oltre i 3.600 euro è ’una invasione della privacy generalizzata

La Corte dei Conti, nell’ultimo rapporto sul coordinamento della finanza pubblica, aveva lanciato un altro tipo di allarme: alcune misure di lotta all’evasione fiscale, fra le quali appunto lo spesometro, comportano alcuni ’rischi, tra i quali effetti negativi sui consumi, o peggio l’aumento della propensione ad effettuare acquisti di beni e servizi in nero.

Lo spesometro è stato modificato rispetto alla prima versione del 2010 che riguardava le spese da 25 mila euro e oltre: soglia che si è rivelata troppo alta per fornire un dato fedele. Il 30 aprile l’obbligo verrà esteso anche agli operatori finanziari attraverso cui passano i pagamenti effettuati con carta di credito e/o bancomat.

Cosa accade: i soggetti con partita Iva devono comunicare via web all’Agenzia delle Entrate ogni incasso di importo pari o superiore a 3.000 euro di fatturato, al netto dell’Iva, 3.600 se con scontrino fiscale.Così la fotografia dei contribuenti dovrebbe essere abbastanza fedele visto che in questa soglia rientrano beni come auto, moto, gioielli, iscrizioni a palestre, acquisti di mobili e viaggi.

Monitorando tali spese e consumi l’Agenzia delle Entrate potrà confrontare il tenore di vita dei contribuenti con quello che dichiarano e in caso di incongruenze scatteranno gli accertamenti.

Non tutti sono d’accordo

Lo stesso Stato che da sempre condona tutto ai potenti, oggi con lo ’spesometro’ realizza un regime di polizia fiscale contro i cittadini comuni, le piccole imprese e i commercianti”. È quanto scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. “In questi anni - aggiunge la parlamentare - lo Stato ha condonato 4 miliardi di euro di evasione alle banche, 2 miliardi alle società delle slot machine, consente senza battere ciglio alle grandi aziende di trasferire fittiziamente la propria sede fiscale all’estero e si comporta in modo morbido con i grandi evasori e i grandi gruppi di interesse”.

“In compenso, da oggi, lo Stato rende operativo uno strumento che reprime la libertà e cancella definitivamente la privacy dei cittadini che dovranno rendere conto dei risparmi che hanno sul conto corrente e di ogni singola spesa che effettueranno”.

“Questo stato di polizia fiscale - aggiunge l’ex ministro - è figlio dell’ideologia liberticida che vorrebbe fare dei cittadini una massa docile e obbediente alle indicazioni decise dagli illuminati che detengono il potere. Ci batteremo affinché la lotta all’evasione sia fatta in modo serio e reale, concentrandosi laddove si crea la grande evasione. Non consentiremo, però, che con il pretesto della ricerca degli evasori lo Stato metta in campo una mostruosità come lo ’spesometro’ e metta sotto controllo la vita quotidiana dei cittadini”.

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