Congresso Cgil di Bergamo al via
«Fase drammatica, basta precarietà»

Lavori aperti al VII Congresso della Cgil di Bergamo, giovedì mattina 6 marzo nell’auditorium del collegio Sant’Alessandro di via Garibaldi. Il segretario generale uscente, Luigi Bresciani, ha avviato il suo intervento tracciando un primo bilancio di questa fase congressuale a Bergamo.

Lavori aperti al VII Congresso della Cgil di Bergamo, giovedì mattina 6 marzo nell’auditorium del collegio Sant’Alessandro di via Garibaldi. Il segretario generale uscente, Luigi Bresciani, ha avviato il suo intervento tracciando un primo bilancio di questa fase congressuale a Bergamo e facendo riferimento a quello che è stato «un dibattito forte, partecipato, senza tanti peli sulla lingua. Come è giusto che sia - ha detto -. Abbiamo svolto 1.008 assemblee che hanno visto migliaia di lavoratori e pensionati discutere e votare: una grande prova di partecipazione, di discussione. Il documento a firma Susanna Camusso ‘Il lavoro decide il futuro’ ha raccolto nella nostra Provincia i consensi del 92,6% dei 29.578 iscritti che hanno votato. Abbiamo raggiunto il 31% dei nostri iscritti. Un buon risultato. Guai però a non vedere le difficoltà di questo rapporto. Sono passati 4 anni e la situazione è ancora più difficile di prima. Tanti lavoratori e tanti pensionati sono più arrabbiati di prima o più rassegnati».

Il leader della Cgil, di fronte alla platea di delegati (ne sono attesi in questi due giorni 246, di cui 228 a supporto del Documento n.1, gli altri 18 per il Documento n.2), ha affrontato diversi temi: dalla crisi economica, allo scenario internazionale, al panorama nazionale con le priorità indicate dalla CGIL (le 11 azioni contenute nel Piano per il lavoro proposto dal segretario Camusso) e, ancora, la politica industriale, quella del lavoro e la contrattazione. Bresciani ha poi riservato un passaggio della sua relazione all’accordo del 10 gennaio 2014 e ha passato in rassegna la situazione sul territorio della provincia di Bergamo: «Nella nostra provincia, negli ultimi 4 anni la disoccupazione è aumentata, così come le procedure di mobilità e le situazioni di crisi aziendale hanno comportato l’aumento notevole del ricorso agli ammortizzatori sociali. La crisi ha riguardato imprese medio grandi, ma anche tutto il sistema delle piccole medie imprese. Il settore in grandissima difficoltà è quello delle costruzioni. La situazione è drammatica: negli ultimi due anni c’è stato un calo verticale dei volumi prodotti e la diminuzione di oltre il 30% di addetti».

«L’obiettivo comune deve essere ridurre la disoccupazione e la precarietà, stimolare la domanda, sperimentare interventi in aree industriali dismesse - ha continuato Bresciani -. Per queste ragioni riteniamo importante porre al centro del confronto un Piano provinciale straordinario per le politiche del lavoro: è quello che stiamo facendo con Cisl e Uil. Va modificato il sistema delle doti regionali evitando la dispersione delle risorse. Un passo avanti è costituito dal recente accordo regionale sulla “Dote Unica Lavoro” che, per essere davvero efficace, richiede la definizione, congiuntamente alle parti sociali, delle aree professionali verso le quali orientare l’offerta formativa».

«Vanno introdotte incentivazioni e forme premianti per le aziende che, anziché gestire esuberi con ammortizzatori tradizionali privilegino, attraverso la contrattazione, strumenti di ripartizione del lavoro (contratti di solidarietà). La legge regionale ultima va in questa direzione anche se le risorse sono ancora insufficienti. Confindustria Bergamo deve credere di più a questo strumento - continua Bresciani, che aggiunge -. Il sistema pubblico deve investire per interventi di edilizia scolastica e sociale. Vanno definiti programmi di manutenzione straordinaria del patrimonio pubblico. Ma per fare tutto questo occorre intervenire su un patto di stabilità che sta ammazzando i Comuni».

E poi ancora: «Con l’avvio e la realizzazione delle grandi opere (Brebemi, Pedemontana, Tem) ed i relativi collegamenti con il sistema aeroportuale lombardo, la pianura bergamasca diventerà il baricentro economico della provincia. Questo processo va governato, la politica ci deve mettere la testa. Qui si servirebbe davvero un tavolo che veda la partecipazione del Prefetto, dei Comuni, delle associazioni imprenditoriali e sindacali. Il tema della mobilità è per noi fondamentale. Va riaffermata la centralità dell’aeroporto di Orio, sia per quanto riguarda il trasporto merci che passeggeri. E’ sempre più urgente il collegamento ferroviario con l’aeroporto. E’ importante decidere per lo scalo merci e a questa Provincia serve un interporto - prosegue Bresciani -. Occorre uno sguardo particolare a ciò che può offrire la città di Bergamo, dove sono presenti diverse aree che necessitano di essere ripensate: le aree caratterizzate da dismissioni industriali, l’area degli Ospedali Riuniti dove andrà l’Accademia Finanza, le ex caserme.

Un ruolo particolare deve avere la nostra Università». E lo sguardo va all’Expo: «Questa città, questa provincia deve saper valorizzare i luoghi e i punti di forza che ha: dal punto di vista turistico Città Alta, Donizetti, l’Accademia Carrara, le Valli, sulla mobilità l’aeroporto che ci mette in relazione con tutta Europa. Sui temi della ricerca e della innovazione un evento come Bergamo Scienza e poi la nostra gente: gli imprenditori certo, ma soprattutto le lavoratrici e i lavoratori bergamaschi, la loro professionalità, la loro dedizione, il grandissimo senso del dovere e del sacrificio. Questo è un grandissimo valore aggiunto di questa terra di cui mai nessuno parla e che rischia di essere disperso, buttato via, ma che è il valore aggiunto di questo territorio».

Al lungo intervento di Bresciani sono seguiti i saluti e le comunicazioni delle autorità cittadine, dei rappresentanti della politica e dell’associazionismo locali. Sono intervenuti nell’ordine Giuliano Capetti, assessore provinciale all’Istruzione, formazione, lavoro e attività produttive, Franco Tentorio, sindaco di Bergamo; Giorgio Gori, candidato sindaco di Bergamo; Francesco Macario, segretario provinciale di Rifondazione Comunista; Gino Gelmi, coordinatore provinciale di Sinistra ecologia e libertà, Gabriele Riva, segretario provinciale del Partito democratico, Marco Cicerone, segretario generale Uil di Bergamo e

Ferdinando Piccinini, segretario generale Cisl di Bergamo; Rocco Artifoni, portavoce di Libera Bergamo.

Nel pomeriggio il primo tema a venire affrontato è stato quello della fragilità, con alcune delle storie difficili che approdano, ogni giorno, negli uffici del sindacato. A raccontarle è stata Annalisa Colombo, responsabile dello Sportello Segretariato Sociale e dell’Ufficio Migranti Cgil: «Fragilità come condizione di estrema vulnerabilità, scarsa consistenza di fronte ad eventi altrimenti sopportabili. Forse qualcuno pensa che il sindacato dovrebbe occuparsi soltanto di questioni che riguardano il lavoro in senso stretto, contrattazione, diritti e tutela dei lavoratori. Tutto ovviamente condivisibile. La platea con cui abbiamo a che fare, a causa delle grandi trasformazioni del mercato e della società, è oggi radicalmente diversa. Le persone che si rivolgono a noi, lo fanno perché hanno perso il lavoro o non riescono a trovarlo, perché, se ce l’hanno, non riescono a conciliarlo con gli impegni familiari, perché hanno un problema di salute o di diritti non osservati, se continuassimo ad occuparci esclusivamente degli interessi di categoria, di tutelare esclusivamente chi può far riferimento ad un contratto di un certo tipo, trascureremmo una fascia importante di persone che non troverebbero rappresentanza nella nostra organizzazione. (…) Dopo anni di lavoro allo Sportello di Segretariato Sociale e dall’esperienza più recente dell’Ufficio Migranti, potremmo descrivere centinaia di situazioni di persone che si sono rivolte a noi in cerca di aiuto, tutte accomunate da un unico denominatore: la fragilità che, anche se derivante da cause diverse, se non affrontata in modo appropriato, accentua le criticità».

Si è, poi, parlato di giovani, con Marco Toscano, responsabile di Toolbox Cgil, lo spazio che il sindacato dedica ai ragazzi, un luogo dove trovare attività sindacale, consulenza, ma anche iniziative culturali, formative e artistiche (la sede è stata da poco trasferita in via Pignolo 42 a Bergamo): «Cosa è stato fatto e cosa si sta facendo in Toolbox? - ha spiegato Toscano. - A partire dal 2012 Toolbox ha ospitato il Servizio Orienta Lavoro: originariamente pensato per accogliere giovani in cerca di prima occupazione, Sol si è subito scontrato con gli effetti della crisi, offrendo quindi la sua consulenza a una più ampia platea di lavoratori. Abbiamo incontrato 198 persone nel 2012 e 218 nel 2013. Molte delle persone che si sono rivolte a noi sono giovani in cerca di prima occupazione o che vivono quotidianamente sulla loro pelle la drammatica condizione della precarietà. Per loro l’arrivo a Sol è il primo contatto con la Cgil e il canale attraverso il quale poter poi interagire con gli altri servizi e le categorie. Il ruolo di Sol, inteso come porta di ingresso al sindacato per i più giovani è fondamentale».

Attraverso le cifre e le tabelle illustrate da Orazio Amboni, responsabile dell’Ufficio Studi CGIL provinciale, si è poi parlato di mercato del lavoro a Bergamo dal 2010 al 2014 (in allegato le slide con i dati) e, più nel dettaglio, di avviamenti al lavoro, disoccupazione, formazione, ricollocazione dei licenziati.

La contrattazione di secondo livello e il welfare integrativo sono stati i temi al centro del focus presentato da Franca Longoni, del Coordinamento Donne e del Dipartimento Welfare: «Può sembrar strano che, in tempi di severa crisi economica e di disoccupazione in aumento, il Coordinamento Donne della Cgil scelga di approfondire in un focus il tema del Welfare integrativo nella contrattazione di 2° livello. Parrebbe un argomento di ‘lusso’, da lasciare a tempi migliori, a tempi di ripresa economica. Invece è proprio in questi momenti, di fatica e diminuzione degli accordi aziendali integrativi, che ‘pezzi’ di welfare fanno capolino, in modo crescente, nei contratti aziendali. È solo un escamotage per compensare la diminuzione dei premi di risultato? Un tentativo di accontentare con poco i dipendenti, sfruttando vantaggi di defiscalizzazione per le aziende? O invece risponde a bisogni nuovi, a richieste dei lavoratori in un mutato quadro delle relazioni industriali? Ad un tentativo, non sempre disinteressato e trasparente, delle aziende di rispondere alla richiesta di una maggior responsabilità sociale e di compensare le lacune del sistema italiano di welfare, vistosamente in contrazione?».

Nel corso del pomeriggio sono poi intervenuti Elena De Ponti della FLAI-CGIL, Enio Cornelli della FILCTEM-CGIL, Mina Nava della FISAC-CGIL, il primo firmatario del Documento n. 2 “Il sindacato è un’’altra cosa”, Giorgio Cremaschi (che è delegato al Congresso CGIL di Bergamo), Emilio Capitanio della FIOM-CGIL, Luca Stanzione della FILT-CGIL, Angelo Chiari della FILLEA-CGIL, Marco Brumana della FP-CGIL, Giuseppe Severgnini della FIOM-CGIL, Tobia Sertori della FLC-CGIL, Gianni Peracchi dello SPI-CGIL, Francesca Seghezzi della FLAI-CGIL, Fulvio Bolis della CGIL, Giuseppe Errico di NIDIL-CGIL, Romeo Lazzaroni di FILCAMS-CGIL, Angelo Locatelli dell’AUSER.

Il programma dei lavori di venerdì

Ore 9 - Donne e violenza: cosa succede a Bergamo. Dati e tendenze. Intervento di Sara Modora, Associazione Aiuto Donna

Ore 10 - Intervento di Stefano Paleari, rettore Università di Bergamo

Ore 10.30 - Apertura del dibattito congressuale Interventi dei delegati

Ore 12.30 - Intervento conclusivo dei lavori congressuali di Nino Baseotto, segretario generale CGIL Lombardia. Votazioni dei documenti ed elezione degli Organismi dirigenti

Ore 14 - Sospensione lavori

Ore 15 - Insediamento del Comitato Direttivo Territoriale della Camera del lavoro Territoriale di Bergamo. Elezione del segretario generale della CGIL di Bergamo.

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