Coniugare la famiglia col lavoro?
La Sanpellegrino incentiva i papà

Coniugare i tempi del lavoro con quelli della famiglia grazie al congedo parentale, una realtà sulla quale ha indagato Confindustria Bergamo in un’analisi condotta con il supporto scientifico dell’Università Bocconi di Milano e di Adapt. Bergamo vede pioniere la Sanpellegrino e la Parà.

Coniugare i tempi del lavoro con quelli della famiglia grazie al congedo parentale, una realtà sulla quale ha indagato Confindustria Bergamo in un’analisi condotta con il supporto scientifico dell’Università Bocconi di Milano e di Adapt.

Nello studio «Congedi parentali e gestione dei tempi di lavoro» presentato giovedì è stato approfondito il confronto con la dimensione europea da una parte e la realtà bergamasca dall’altra, evidenziando le migliori pratiche messe delle aziende del territorio.

La soluzione ricade praticamente sempre sulle spalle delle aziende, non sempre in grado di sobbarcarsi i costi. Anche perché il Governo non prevede nessuna forma di premialità dal punto di vista fiscale

Pioniera nella Bergamasca nell’incentivare l’utilizzo dei congedi di paternità (della durata di due settimane, con l’integrazione da parte dell’azienda fino al 100% del trattamento di legge), è la Sanpellegrino. «Nello stabilimento di Ruspino ne hanno usufruito 7 persone su 13 neo-papà, un buon numero se si considera che il congedo può essere preso entro il terzo anno del bambino» – commenta Giacomo Piantoni, direttore risorse umane Gruppo Nestlé, di cui la Sanpellegrino fa parte.

Un altro esempio concreto arriva dal gruppo Parà di Pontirolo Nuovo, family company fondata nel 1921 che produce tessuti per la protezione solare, arredamento e nautica.

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