L’emozione corre con Zanardi
«Ecco la passione di ripartire»

Era caduto da molto in alto, Alex Zanardi, con l’incidente automobilistico che, nel settembre del 2001, in una gara Cart in Germania, gli aveva tranciato le gambe. Dall’apice del successo e della fama al fondo della tragedia.

Era caduto da molto in alto, Alex Zanardi, con l’incidente automobilistico che, nel settembre del 2001, in una gara Cart in Germania, gli aveva tranciato le gambe. Dall’apice del successo e della fama al fondo della tragedia. Ma da lì iniziò un percorso che, con costanza e tenacia, gli ha fatto risalire la china. Fino alla conquista di due medaglie d’oro in handbike alle Paralimpiadi di Londra 2012 e alle recenti perfomance di conduttore televisivo.

È il racconto di «un’impresa», che ha catturato l’attenzione del pubblico sabato 25 gennaio al convegno della Fondazione Italcementi. «Abbiamo capito cosa significa “impresa”», ha commentato il consigliere delegato del gruppo, Carlo Pesenti.

Zanardi, incalzato da Gianni Riotta, snocciola i grani della sua vita, partendo da lontano, dai suggerimenti di «quell’idraulico» (suo padre Dino) che lo mise su un go kart, con la speranza che non salisse in sella a un motorino (Cristina, la sorella di Alex Zanardi, era morta in un incidente stradale).

«Sono una persona fortunata - dice l’ex pilota di Formula 1 - e ho avuto la possibilità di mettere insieme esperienze diverse, che traggono origine dagli insegnamenti di mio padre. “Prendi ogni giornata come una nuova opportunità”, mi diceva. Non rimpiango nulla di quello che è stato. La Formula 1 è stata un sogno che si è avverato, ma bisogna anche sbagliare per capire il modo di fare le cose per bene».

Zanardi ha concluso il suo intervento ricordando l’importanza di aver «la passione di ripartire e di non perdere la speranza. I migliori risultati non sono originati dallo sforzo di un momento ma dalla voglia di fare qualcosa». È standing ovation, il giusto tributo a un uomo che è andato ancora più in alto di dove era caduto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA