Redditi bergamaschi crescono
Ma meno del tasso di inflazione

A Bergamo il reddito medio cresce più della media nazionale, ma meno dell’indice di Istat del costo della vita. Mentre nella media nazionale il reddito passa da 100 (nel 2007) a 103,43 (2011), a Bergamo il reddito medio passa da 100 a 104,29, sempre al di sotto dell’indice Istat.

Il Ministero delle Finanze ha pubblicato giovedì le statistiche relative alle dichiarazioni dei redditi 2011. Sulla base di questi dati, Orazio Amboni, dell’Ufficio Studi della Cgil di Bergamo ha elaborato le cifre e le ha inserite nella serie storica relativa al periodo 2007-2011 (in allegato). Le sorprese non mancano.

“Secondo i dati diffusi oggi dal Ministero i redditi medi (sia provinciali che nazionali) aumentano meno del costo della vita (calcolato dall’Istat con l’Indice dei Prezzi al Consumo per Famiglie di Operai e Impiegati,. Nei cinque anni considerati la popolazione bergamasca cresce del 4,4% mentre le dichiarazioni crescono dell’1,37%: si allarga quindi la fascia dei cittadini con reddito inferiore alla soglia per la dichiarazione Irpef.

I comuni con redditi medi più alti sono stabilmente quelli della fascia collinare intorno a Bergamo, cioè Ponteranica, Gorle, Torre de’ Roveri, Cenate…I Comuni con redditi medi più bassi sono stabilmente quelli delle alte valli e dei piccoli centri di pianura. Particolarmente grave la situazione della Valle Brembana dove alcuni Comuni hanno visto ulteriormente abbassarsi il livello medio del reddito. Inoltre, dall’analisi delle fasce di reddito non si evidenziano cambiamenti rilevanti: gli spostamenti sono più sensibili nelle fasce di reddito medio alte, che aumentano percentualmente, mentre nelle fasce di reddito più basse gli spostamenti non paiono riassorbire gli effetti dell’inflazione”.

REDDITO MEDIO 2007-2011 cresce meno del costo della vita

Il reddito medio di Bergamo cresce più della media nazionale ma meno dell’indice di Istat del costo della vita (FOI). Mentre nella media nazionale il reddito passa da 100 (nel 2007) a 103,43 (2011), a Bergamo il reddito medio passa da 100 a 104,29, sempre al di sotto dell’indice Istat FOI (costo della vita per famiglie di operai e impiegati) che nel 2011 arriva a 106,2. Nei cinque anni considerati Bergamo resta tra il 14° e il 17° posto della graduatoria nazionale.

DICHIARAZIONI IRPEF PRESENTATE crescono meno della popolazione

Mentre la popolazione bergamasca cresce del 4,40%, il numero delle dichiarazioni IRPEF presentate cresce solo dell’1,37%, sostanzialmente in media con la tendenza nazionale. Poiché la popolazione, in provincia di Bergamo, cresce pressoché esclusivamente a causa dell’invecchiamento e dell’immigrazione, il mancato corrispondente aumento del numero di dichiarazioni è presumibilmente dovuto al crescente numero di contribuenti non obbligati alla presentazione della dichiarazione dei redditi in quanto collocati al di sotto del limite d’obbligo (per lavoro dipendente 8.000 euro).

Chi è cresciuto di più

tra i comuni che hanno avuto l’incremento più alto nel valore del reddito medio tra il 2007 e il 2011 ( Blello, Foppolo e Brumano sono i primi tre) sono in maggioranza comuni piccoli, con redditi molto bassi. Nei piccoli comuni bastano variazioni in pochi casi per causare rilevanti cambiamenti nella percentuale. Tra le possibili spiegazioni bisogna considerare anche la lotta all’evasione fiscale.

Chi è cresciuto di meno

Anche tra chi è calato prevalgono i piccoli centri. Preoccupante il calo di comuni che già occupano le ultime posizioni (Averara, Costa Valle Imagna, Cornalba, Valgoglio …); segno della necessità di ripensare le politiche territoriali per la montagna.

Crescono i redditi più alti.

Per i redditi medio bassi la crescita non riassorbe l’aumento del costo della vita. Aumentano i contribuenti con le fasce più alte di reddito, a partire da 33.500 euro in su mentre diminuiscono i contribuenti collocati nella fascia più consistente, tra i 10mila e i 33.500 euro, specie se residenti nei comuni con reddito medio elevato (Gorle, Bergamo). Il lieve spostamento verso le fasce medie non compensa l’aumento del costo della vita.

La presenza più massiccia di contribuenti delle fasce medio basse nei comuni a medio reddito è indicativa del diverso tenore di vita e del costo delle abitazioni.

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