Manfredini e le motivazioni:
continuiamo a lottare sul campo

Alla ripresa degli allenamenti in vista del match contro l'Udinese, in programma domenica 16 ottobre alle 15 al Comunale, Thomas Manfredini ha presentato così la settimana di riposo appena trascorsa.

Alla ripresa degli allenamenti in vista del match contro l'Udinese, in programma domenica 16 ottobre alle 15 al Comunale, Thomas Manfredini ha presentato così la settimana di riposo appena trascorsa.

«La sosta ci è servita per staccare soprattutto a livello mentale, dopo 5 partite fatte al massimo –ha affermato-. Ripartiamo con la stessa voglia e la stessa intensità. Abbiamo fatto un buon lavoro, recuperato Lucchini e la squadra è al completo, esclusi ovviamente i nazionali. A Roma siamo andati per giocare, affrontandoli a viso aperto, e si è rivelata una scelta sbagliata, perché hanno giocato sulle ripartenze, mettendoci in difficoltà al nostro primo errore. Sui gol potevamo fare meglio, ma affrontare una squadra del genere in quel modo ci dà la consapevolezza di essere in grado di giocarcela contro chiunque».

Attese per quasi due mesi le motivazioni della sentenza del processo estivo, si attendevano anche le dichiarazioni del biondo difensore atalantino, prima squalificato e poi assolto. «L'Atalanta ha stupito per tante ragioni. All'inizio del campionato ci davano tutti per spacciati e invece prima di Roma tutti hanno parlato di squadra rivelazione. Per far parlare di nuovo di noi servirà fare la prestazione sul campo, mentre per altre cose si è già parlato troppo e si è già infangato il nome dell'Atalanta e di Bergamo. Difficile aspettarsi motivazioni diverse , non ci sorprendiamo perché non c'è mai stato niente. Fanno sorridere, ma ad esserci dentro fa rabbia: il problema è che la giustizia sportiva ti lascia con un punto interrogativo e non sai con chi prendertela e questo sta capitando all'Atalanta e a Cristiano Doni. E' dura lottare contro il vento: noi continueremo a farlo sul campo».

L'avvio di stagione del «cherubino» della difesa nerazzurra è stato più che incoraggiante, passando da squalificato a leader in campo e fuori. «Si può sempre migliorare, ma sono contento di questa partenza perché il nome di Manfredini in passato è sempre stato affiancato a quello di mister Del Neri. Ho dimostrato che posso essere un giocatore importante anche con un allenatore con il quale non avevo trovato continuità in passato. Questo mi rende orgoglioso, perché smentisce tante dicerie. I miei compagni mi fanno sentire importante, perché mi ascoltano e sono chiamato in causa. Il mio ruolo porta ad avere una certa personalità: fa piacere essere considerato un leader, ma conosco le responsabilità a cui andrò incontro».

Manfredini e l'Udinese, 5 anni vissuti insieme, con 64 presenze e due reti. «L'Udinese sta dimostrando di essere una certezza fin dall'anno scorso. Il Manfredini di Bergamo è maturato rispetto a quello di Udine, è cambiato per via dell'età e ha raggiunto la massima maturità sia a livello mentale che fisico. Il nostro atteggiamento contro l'Udinese non deve cambiare: loro sono sullo stesso piano del Palermo. Hanno attaccanti veloci in attacco e Di Natale lo paragono a Miccoli per estro e fantasia. Dovremo stare attenti e limare quelle piccole sciocchezze che abbiamo commesso a Roma. Hanno dei campioni validi e sono ai livelli delle grandi».

In chiave Nazionale per il numero 5 nerazzurro la maglia azzurra rappresenta un sogno, mentre per qualche suo compagno è e sarà una realtà. «La Nazionale resta un sogno, perché ci sono tanti difensori che pur facendo bene da qualche anno non sono mai stati chiamati. Se il campionato nostro continuerà su questi livelli sono convinto che altri giocatori verranno convocati».

Simone Masper

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