La «panchina d'oro» Guidolin:
«Un grazie anche a Percassi»

Tre giorni dopo aver ricevuto la «panchina d'oro» dai suoi colleghi allenatori, Francesco Guidolin - 100 giorni a Bergamo nel '93 - dedica un pezzo di quel premio ad Antonio Percassi: «Ah, se a Bergamo fossi arrivato con la testa di oggi...».

Tre giorni dopo aver ricevuto la «panchina d'oro» dai suoi colleghi allenatori, Francesco Guidolin - 100 giorni a Bergamo nel '93 - dedica un pezzo di quel premio ad Antonio Percassi: «Ah, se a Bergamo fossi arrivato con la testa di oggi...».

E manda un caloroso applauso per Stefano Colantuono: «Ha costruito una squadra a sua immagine e somiglianza, si salverà di sicuro». Una pacca sulla spalla amche per German Denis: «Avevo Di Natale e Sanchez, e lui nel campionato scorso doveva guarire da un infortunio e giocare con continuità. Ma è un ragazzo in gamba, merita le soddisfazioni che sta ottenendo».

Se fosse arrivato con la testa di oggi, mister?
«Credo proprio - comincia Guidolin - che le cose sarebbero andate diversamente. Fu il mio esordio in A, arrivavo dal Ravenna con cui avevo vinto la C, ricordo perfettamente prima 50 giorni splendidi, poi 50 giorni da incubo. Lei li ricorda?»

Impossibile scordarli. Ma è lei che li deve raccontare.
«Avevamo cominciato con il 5-2 al Cagliari sul neutro di Bologna. Quella sera Percassi mi propose un quinquennale...». «Sì... Cinque anni di contratto a me che venivo dalla C. Presi tempo, ero imbarazzato. Ho sbagliato a non accettare....».

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