Scaloni: «Campionato strano
Può ancora succedere di tutto»

Dopo la sconfitta contro la Fiorentina l'Atalanta è al lavoro per preparare il prossimo match, ancora in anticipo, sempre di sabato, ma stavolta alle 18 a Marassi contro il Genoa. Scaloni, il difensore argentino, è tornato a parlare della sconfitta contro la Fiorentina.

Dopo la sconfitta contro la Fiorentina l'Atalanta è al lavoro per preparare il prossimo match, ancora in anticipo, sempre di sabato, ma stavolta alle 18 a Marassi contro il Genoa. Scaloni, il difensore argentino, è tornato a parlare della sconfitta contro la Fiorentina, facendo una disanima semplice, ma critica sul secondo tempo dei bergamaschi, pur affermando la superiorità dei viola in fase di possesso palla.

«Peccato, perché nel primo tempo avevamo fatto bene creando qualche occasione. Poi loro hanno cambiato modo di giocare, noi non abbiamo fatto lo stesso gioco e abbiamo sofferto, soprattutto dopo il rigore. È stato difficile negli ultimi 30' della partita, perché loro facevano grande possesso palla e i viola sono tra i migliori in Italia in questo senso. Ljajic mi ha puntato solo una volta sul rigore, su una palla lunga: il problema è che dopo l'1-0 non siamo stati bravi a reagire e a creare palle gol».

Le decisioni arbitrali contro l'Atalanta non sono andate giù ai giocatori nerazzurri, come si è visto a fine gara al momento dell'uscita dal campo. Il rigore ci poteva stare, l'espulsione di Denis anche, a patto che si usasse lo stesso trattamento su Larrondo. «German fa il fallo e l'arbitro si avvicina per dargli il giallo, ma poi cambia idea - continua Scaloni -. Gliel'ho chiesto 10 volte e mi ha detto che si era consultato con i collaboratori: ma chi vede meglio? Lui che sta a 3 metri o gli altri che sono lontani?».

«Ci può stare l'espulsione, così come il giallo: lui lo sa che per noi è una perdita importante, speriamo che prenda solo una giornata. Anche il rigore di Stendardo si poteva fischiare così come no. Non è nervosismo, né di Denis, né della squadra, sono cose che capitano, non dobbiamo condannarlo, anche perché è il primo a non stare bene dopo questa espulsione».

Il difensore argentino l'hanno subito chiamato il saggio non per nulla quando arrivò a Bergamo nello scorso gennaio. Lo si capisce quando parla di questo campionato indecifrabile e dell'aritmetica salvezza da raggiungere, senza che diventi una fissa nella mente dei giocatori atalantini.

«Si diceva che l'Atalanta era salva due giornate fa, ma non è vero. Questo campionato è molto strano e può succedere di tutto. Sapere che il Genoa ha bisogno di punti è un vantaggio per noi, non dovremo essere noi ad avere ansia, anzi dobbiamo giocare tranquilli. Dobbiamo saper sfruttare queste cose, essere intelligenti».

«Dopo Genova mancheranno 5 partite, non perdere sarebbe un passo in avanti, ma fino a 2-3 giornate dalla fine non ci sarà nulla di scontato. Conta stare tranquilli e pensare una partita alla volta. Potenzialmente sono forti e sabato abbiamo la possibilità di lasciarli molto dietro di noi, ma non c'è una quota salvezza, non lo sa nessuno perché questo è un campionato strano. Sarebbe bello arriva nella parte sinistra della classifica, ma ci sono tante squadre in pochi punti. Zero calcoli, pensiamo a fare un buon finale di campionato, non pensare sempre alla salvezza perché l'ansia può giocarci contro».

Chiusura tosta e decisa sul suo presente, il suo futuro e una stoccatina al suo passato, quello laziale. «Siamo in una fase di campionato dove non conta parlare di singoli. Non serve adesso, ci sarà tempo per parlarci con la società. Peccato per l'infortunio: a Roma avevo giocato poco, qui avevo iniziato giocando subito e ho avuto questo problema dopo due partite. Penso a dare una mano, che si può dare sia giocando che non giocando. Sono contento perché ho trovato una società molto bella e una città in cui mi trovo bene, tutto il contrario di Roma: qui è tutto più tranquillo e semplice».

Simone Masper

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