Celadina, viaggio nel rione più giovane della città - Foto, video e grafici

Se si vuole tratteggiare la Bergamo di domani, si può provare a studiare il quartiere più proiettato al futuro. Celadina, la porta orientale di Bergamo, il rione che tiene insieme la tradizione delle giostre di Sant’Alessandro e la fresca effervescenza culturale di Daste, ha i contorni del «serbatoio demografico».

La concentrazione di giovani e di famiglie, il peso della componente straniera, un mercato immobiliare accessibile, le nascite in crescita: è questa la trama delle possibili correlazioni che ne fanno un laboratorio in controtendenza rispetto alla città che invecchia, secondo la fotografia dei numeri.

Con 5.210 residenti a fine 2020, a un primo sguardo Celadina è un quartiere «intermedio», praticamente a metà strada tra il più piccolo (Grumello, 1.878 abitanti) e quello più grande (Sant’Alessandro, 9.821 residenti). Negli anni è però cresciuto decisamente, passando dai 4.473 residenti di fine 1987 agli appunto 5.210 abitanti attuali (16,5% in più, nello stesso arco temporale la città è cresciuta solo del 2,4%), ma a corrente alternata: anno dopo anno, per lungo tempo, si sono susseguite variazioni annuali lievi nel numero di residenti, sino a una recente «rivoluzione»; dai 4.677 residenti del 2015 si è balzati a ben 5.144 abitanti nel 2017, sino all’attuale stazionamento attorno ai 5.200 cittadini.

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L’identikit dell’anagrafe traccia un profilo tipico: più uomini (52,2%) che donne (47,8%), ma soprattutto giovani perché il 43,9% dei residenti di Celadina ha meno di 40 anni, ed è il dato più alto dell’intera città. Nello specifico, Celadina è prima anche nella fascia 18-39enni (il 28,6% dei residenti ha quest’età), quella che conduce alla formazione di una famiglia. Non a caso, evidentemente, Celadina è il rione dove le famiglie sono più «larghe»: ogni nucleo familiare è in media composto da 2,4 componenti; se si guarda ai vari «formati», è sopra la media cittadina per nuclei composti da 3 persone (il 15,3%, contro il dato medio cittadino del 14,2%), da 4 persone (11,7% contro 10,5%), 5 persone (3,3% contro 2,9%) e 6 o più persone (1,7% contro 1,1%). Chi lo scorso anno, tra un lockdown e l’altro, ha potuto girare per le vie del quartiere, forse avrà notato la moltiplicazione di fiocchi azzurri o rosa fuori dai palazzi: sono nati 48 bambini nel quartiere (18 maschi, 30 femmine) durante il 2020, e calibrati sul numero di residenti si traducono in 9,2 nascite ogni mille abitanti, più che in ogni altro spicchio della città, con una performance del 46% superiore alla media cittadina. Anche se in realtà l’anno record è stato il 2012, con 52 nascite.

Il contropiede anagrafico

È mutata profondamente la pelle del quartiere, se si allarga lo sguardo agli ultimi tre decenni. Nel 1987 succedeva sostanzialmente il contrario di quel che i dati immortalano per il presente. Era il quartiere con meno under 40, con appena il 43,1% dei residenti (la media cittadina era del 49,5%), e quello con più over 60, il 32,3% degli abitanti; nel dettaglio, il 24,5% dei residenti aveva tra i 60 e i 79 anni e il 7,8% superava gli ottanta. Ma è proprio la rivoluzione dei giovani quella che più colpisce: in tutti i quartieri di Bergamo tra il 1987 e il 2020 la «quota» di under 40 residenti si è abbassata (in media è passata dal 49,5% al 38,8%), tranne appunto che a Celadina dove è cresciuta dello 0,8%; e, viceversa, il «peso» degli over 60 è cresciuto ovunque tranne che a Celadina.

Ha un peso rilevante la componente straniera, in questa metamorfosi del quartiere. Nel 1987 erano solo 11 i residenti di nazionalità non italiana, pari allo 0,2% dei 4.473 abitanti di Celadina (il dato complessivo della città era dello 0,5%), mentre oggi sono saliti a 1.533, il 29,4% dei residenti, e solo la Malpensata ha una quota più rilevante (il 30,8%). Delle 48 nascite nel quartiere durante il 2020, 19 bebè (il 39,6%) sono nati da genitori stranieri. È ancora una popolazione giovane, quella degli stranieri che vivono a Celadina: solo 8 su 1.533 stranieri (lo 0,5%) è over 80 e solo 53 hanno tra i 60 e i 79 anni (il 3,5%).

La forbice economica

Celadina, in metafora, è però anche una periferia economica. Con 21.838 euro di reddito pro capite, secondo le dichiarazioni presentate nel 2020 e riferite all’anno d’imposta 2020, è il quartiere i cui residenti guadagnano meno (al pari di Boccaleone e Borgo Palazzo-Alle Valli: i dati del ministero dell’Economia fanno riferimento al Cap, i tre quartieri condividono il medesimo codice): è praticamente la metà del reddito dei quartieri più «ricchi», perché nel centro (negli spicchi di viale Papa Giovanni e Pignolo) la media era di 39.447 euro annui. La crescita dei residenti, numeri alla mano, può essere stata trascinata dai costi mediamente più contenuti delle case (e quindi, a mo’ di circolo, accessibili a chi ha redditi più bassi). Secondo l’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, nel 2020 la quotazione media di Celadina è stata di 1.286 euro al metro quadrato; solo Boccaleone, a 1.283 euro, e Carnovali, a 1.263 euro hanno venduto a meno, e tra l’altro la quotazione di Celadina è calata del 2,7% rispetto al 2019.

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