Scuola e imprese, il lavoro passa
da un’alleanza sempre più forte

ORIENTAMENTO. Il «Rapporto scuola-azienda 2025» mostra che il 97% delle scuole vuole collaborare con le imprese e che il 70% dei prof preferisce progetti di livello locale. Ma oggi solo il 17% delle aziende si affida a esperti esterni

C’è una parola che ritorna in ogni ricerca sul futuro del lavoro: alleanza. Tra scuola e impresa, tra giovani e aziende, tra chi forma e chi produce. Non è un’invenzione accademica, ma la fotografia di una necessità. Lo conferma l’ultima indagine nazionale «Il rapporto scuola-azienda 2025», promossa da Anp (Associazione nazionale Dirigenti pubblici e Alte Professionalità della scuola)e Fondazione Sodalitas: negli ultimi tre anni, il 97% delle scuole ha aperto le proprie porte a iniziative educative promosse da aziende. Un segnale inequivocabile: la collaborazione non è più un’eccezione, ma sta diventando norma.

I dirigenti scolastici vedono nelle imprese un alleato strategico per l’orientamento: visite aziendali (23%) e percorsi di formazione scuola-lavoro (20%) sono gli strumenti più apprezzati per preparare ragazze e ragazzi al futuro. I docenti, dal canto loro, chiedono supporto concreto in classe: materiali gratuiti (17%), concorsi (14%), approfondimenti su sostenibilità (15%) e Agenda 2030 (12%). Due prospettive diverse ma complementari, che mostrano la doppia anima del patto educativo: il presente della didattica e il futuro professionale.

Positività e limiti

Accanto ai numeri positivi, emergono i limiti. Solo il 17% delle imprese si affida a realtà specializzate per costruire progetti educativi, mentre la maggioranza procede «in proprio», spesso con iniziative episodiche. La burocrazia è percepita come ostacolo principale da entrambe le parti, seguita da difficoltà organizzative (orari, referenti, risorse). Nonostante questo, il 90% delle scuole ritiene che il contributo delle imprese sia utile per accelerare la transizione digitale e green, mentre 8 aziende su 10 dichiarano di avere partnership con scuole e università come parte integrante della propria strategia di sostenibilità.

È qui che si apre uno spazio decisivo per modelli capaci di fare da ponte, come Skillherz. La Next Gen Factory promossa da Edoomark e Percassi con il Gruppo Sesaab mette a sistema scuole, studenti e aziende. Non si limita a organizzare Pcto o visite: li trasforma in percorsi esperienziali di orientamento – Life Design, Job Connect, Innovation Lab – in cui i ragazzi non scoprono solo «che cosa fare», ma soprattutto «come vogliono lavorare». È una differenza sottile, ma decisiva. Perché intercetta il bisogno profondo di una generazione che, come ricorda l’Osservatorio Delta Index, non sceglie l’azienda solo per un posto, ma per il contesto in cui esprimere sé stessa.

L’urgenza del dialogo

I dati confermano questa urgenza: il 70% del dialogo scuola-azienda si gioca a livello locale, con Pmi e realtà di prossimità. Una ricchezza, perché rafforza il legame con il territorio, ma anche un limite, perché rischia di non affrontare temi globali come l’intelligenza artificiale o la transizione digitale. Non a caso, guardando al futuro, docenti e dirigenti indicano tra le priorità il supporto delle imprese sull’uso consapevole dell’Ia (14-15%), sulle materie Steam (10-13%) e sulla sostenibilità ambientale (9-12%).

SkillHerz prova a colmare proprio questo vuoto con una regia unica: ogni settore ha un’azienda «ambassador» che racconta la propria esperienza, creando materiali didattici e video per le classi. Non più interventi isolati, ma un ecosistema che accompagna i giovani nella scoperta di sé, del territorio e delle professioni. E lo fa intercettando anche i dati più critici: in un’Italia che resta sotto la media Ocse in matematica (471 vs 472), scienze (477 vs 485) e financial literacy (484 vs 498), ogni percorso che integra orientamento e formazione esperienziale diventa un investimento strategico.

Serve continuità e visione

Il Rapporto scuola-azienda ci consegna un messaggio chiaro: la collaborazione è già realtà, ma ha bisogno di metodo, continuità e visione. Esattamente quello che propone Skillherz. Non un progetto commerciale, ma un modello educativo che, se reso stabile, può trasformarsi nella risposta concreta allo skill mismatch e alla sfida demografica che ci attende.

Perché in un Paese che invecchia e perde studenti ogni anno, ogni ragazza e ogni ragazzo sono una risorsa preziosa. La scuola non può custodirli da sola, le imprese non possono limitare l’incontro a un open day. Serve un ecosistema che li faccia crescere, imparare, scegliere. Serve un’alleanza.

LA SCHEDA DI SKILLHERZ

Percorsi concreti per la Gen Z

Il «Rapporto scuola-azienda 2025» fotografa una collaborazione diffusa ma ancora fragile: tante iniziative locali, poca continuità e solo il 17% delle imprese che si affida a esperti esterni. In questo vuoto si inserisce Skillherz, la Next Gen Factory che (a Bergamo, Brescia, Come, Lecco e Lodi) fa incontrare studenti e aziende in percorsi di orientamento progettati con le scuole. Non semplici visite, ma laboratori esperienziali che aiutano i ragazzi a capire il lavoro e a scoprire le proprie attitudini. Dall’informatica alla sanità, dalla logistica alla finanza, ogni settore ha un’azienda «ambassador» che racconta il mestiere con esempi concreti e materiali dedicati. Con oltre 30.000 studenti e 1.000 classi coinvolti, Skillherz dimostra che si può trasformare il legame scuola-impresa in un ecosistema educativo dal metodo stabile e formativo. Per informazioni www.skillherz.com .

Per approfondire il tema del rapporto tra AZIENDE e GENERAZIONE Z collegarsi al sito dell’Osservatorio Delta Index

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