Il diario di Helga
e la scuola di ballo di Rosie

Nata nel ’29, come Anna Frank. Dopo quello della Frank, il suo è stato definito «il più commovente diario dell’Olocausto». A ridosso della Giornata della Memoria, le librerie sono sommerse di titoli sulla Shoah. Tra i molti, otto mesi dopo l’edizione americana, esce in Italia, vinto in asta da Einaudi, «Il diario di Helga» (pp. 232, € 19).

Nata nel ’29, come Anna Frank. Dopo quello della Frank, il suo è stato definito «il più commovente diario dell’Olocausto». A ridosso della Giornata della Memoria, le librerie sono sommerse di titoli sulla Shoah. Tra i molti, otto mesi dopo l’edizione americana, esce in Italia, vinto in asta da Einaudi, «Il diario di Helga» (pp. 232, € 19).

Praghese, Helga Hošková-Weissová, a differenza della Frank, è sopravvissuta. Il 4 dicembre del 1941, a 12 anni, viene deportata a Terezin. Ove si ritiene che siano stati internati circa 15.000 minori di 16 anni. Meno di cento di loro, trasferiti poi ad Auschwitz, sopravvissero. Tra questi Helga, là internata con la madre nell’ottobre del ’44. La ragazza ha talento per disegno e pittura, arricchisce il diario di immagini che raccontano l’orrore dei campi. Anche queste sono sopravvissute, e pubblicate nel libro.

Fresco di stampa, da Bompiani, «Ballando ad Auschwitz» primo libro di Paul Glaser (pp. 320, euro 18). Nato subito dopo la seconda guerra, Glaser, olandese, scopre, già adulto, di avere origini ebraiche; da qui un’indagine a ritroso sulle vicende della famiglia durante il conflitto. Ne emerge la storia di zia Rosie, che, in piena occupazione nazista, aveva aperto una scuola di ballo, finendo, però, ad Auschwitz…

Appena uscito anche «Il volontario di Auschwitz» (Piemme, pp. 356, euro 18,50): la storia vera del suo autore, il capitano Witold Pilecki, membro della resistenza polacca, che nel 1940 si fa arrestare volontariamente per essere rinchiuso nel lager, ove intende organizzare una rivolta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA