Le purghe di Musk a Twitter, spunta blu solo a chi paga: per il Papa, Biden e Meloni c’è quella grigia delle istituzioni

Papa Francesco e Beyoncé accomunati per qualche ora dal nuovo regime imposto da Elon Musk a Twitter. La regina del pop e il pontefice sono infatti stati privati della famosa «spunta blu», quella che certifica l’autenticità di un account, per non aver aderito al programma a pagamento ideato dall’eclettico milionario.

Bergoglio, che sul social media ha 18,8 milioni di follower, ha riacquistato il simbolo dopo qualche ora ma in grigio come gli altri capi di Stato e di governo da Joe Biden ad Emmanuel Macron al presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla premier italiana Giorgia Meloni e il Quirinale. Beyoncé, invece, con i suoi oltre 25,5 milioni di seguaci, è ancora senza.

La decisione di Twitter

Da quando è scattato l’ultimatum del patron di Tesla, i primi di aprile, sono migliaia gli account che hanno perso la spunta blu. Per rimanere in ambito religioso, il Papa è stato per qualche ora in compagnia del patriarca di Mosca Kirill e del leader supremo iraniano Khamenei, mentre il Dalai Lama ha evidentemente deciso di pagare 84 dollari l’anno per iscriversi al programma ’Twitter blù. Sul fronte celebrities, invece, l’arcirivale di Beyoncé, Rihanna, ha mantenuto il simbolo che certifica agli oltre 100 milioni di suoi follower che si tratta proprio del suo account, mentre la regina dei reality Kim Kardashian, che di seguaci ne ha oltre 150 milioni, al momento è sguarnita. Come il campione del mondo di calcio, Leo Messi, oltre 500 milioni di fan, e Cristiano Ronaldo.

E c’è chi ha avuto in regalo la spunta

C’è poi il mistero dei personaggi ai quali è stata regalata, Stephen King e la star del basket LeBron James. Lo scrittore che, da quando ha acquistato Twitter ha polemizzato spesso con il milionario, ha rivelato sul social di non aver pagato per la spunta. «Prego», gli ha risposto Musk dichiarando di aver deciso di omaggiare lui e James. Anche tra i milionari ci sono delle differenze: Bill Gates è rimasto senza certificazione, mentre Jeff Bezos ce l’ha ancora. Come Tim Cook, che d’altra parte è coinvolto direttamente nel programma visto che l’abbonamento si può anche fare tramite l’App store di Apple a 11 dollari al mese. In Italia sono stati per ora declassati Chiara Ferragni e Fedez e persino il più amato dagli italiani: Amadeus.

La politica

Quanto al mondo della politica, fatte salve istituzioni, presidenti e premier, che sono passati dal blu al grigio, ha perso la spunta Donald Trump, riammesso sul social proprio da Musk. Ce l’ha ancora, invece, la figlia Ivanka. Resistono Michelle e Barack Obama, mentre poche ore dopo aver perso la certificazione un finto profilo Hillary Clinton annunciava la sua ricandidatura.

I media

Nel caos che le purghe di Musk hanno creato, uno degli elementi più inquietanti è quello che è successo ai media. Dalla sua creazione nel 2009, la spunta blu è stata un elemento distintivo che ha contribuito a rendere la piattaforma un forum affidabile per i giornalisti e gli attivisti. Tutti i principali giornali e siti di informazione sono stati privati della certificazione, dal New York Times, alla Bbc, alla Reuters alla Cnn, inclusi i nostrani Corriere e Repubblica. Non solo, secondo un’analisi dell’agenzia Afp, da molti profili è stata eliminata la dicitura «finanziato dal governo» o «media statale». Tra questi c’erano quelli dell’agenzia cinese Xinhua e della tv russa Russia Today, che adesso non sono più identificati come affiliati alle autorità governative, con tutto ciò che ne consegue. Il patron di Tesla ha rivendicato che questo è l’unico modo per evitare il proliferare di account falsi su Twitter. Il rischio però è che qualcuno riesca a trovare comunque il modo di aggirare il sistema e che nel frattempo si moltiplichino profili che diffondono odio e disinformazione.

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