Pass scaduto, 72 multe in sessanta giorni
«Ma nostra figlia disabile lo è sempre»

La famiglia Romagnoli ha maturato un conto da 7 mila euro: «Difficoltà burocratiche a rinnovare il contrassegno durante la pandemia». Il Comune: «Sono le regole». Battaglia legale.

Settantadue multe in 60 giorni è un primato che ha pochi eguali. Peccato che alla guida della vettura «incriminata» non ci fosse un automobilista indisciplinato, ma una coppia di residenti in città con la figlia disabile e il contrassegno scaduto. Il triste record della famiglia Romagnoli rappresenta però anche un caso dove burocrazia e tecnologia hanno la meglio sul lato umano. Il sistema, per come è concepito oggi, non prevede un blocco automatico delle sanzioni, soprattutto nei casi più eclatanti, quando c’è una concentrazione di verbali sulla stessa targa. Ma quando vengono recapitate le buste verdi, ormai è troppo tardi.

«Ci dispiace molto per quanto successo – commentano Luisa Galli, malata oncologica di 79 anni e Pier Luigi Romagnoli di 89 anni –. L’automobile e il contrassegno sono intestati a nostra figlia Giulia, che ha 57 anni ed è disabile dalla nascita. Il pass era valido fino al 23 marzo e ci siamo attivati per rinnovarlo prima della data di scadenza, ma al Lazzaretto è stato chiuso l’ufficio preposto, trasferito all’Atb di via Gleno, che a causa della pandemia non era facilmente accessibile. Dopo numerosi tentativi abbiamo ottenuto un nuovo permesso solo il 23 maggio».

Nel frattempo però le multe si sono accumulate e anche in caso di annullamento in autotutela, la famiglia Romagnoli risparmierebbe sì il conto pieno da oltre 7 mila euro, ma dovrebbe pagare 900 euro per le spese di notifica. Ogni transito non autorizzato in una Ztl prevede infatti 83 euro di sanzione pecuniaria, ridotta del 30 per cento a 58,10 euro se pagata entro cinque giorni, cui si sommano 4,4 euro per le spese di notifica e altri 8,30 per l’accertamento. «Non è giusto penalizzarci per aver portato nostra figlia a trovare suo fratello o a fare alcune commissioni – concludono i coniugi Romagnoli –, passando i varchi della Ztl in Cittadella o alla Boccola.

Ora presentiamo ricorso al Prefetto, ma chiediamo anche una modifica del regolamento, perché la disabilità intellettiva, come certificato dalla legge 104, è permanente e quindi non soggetta a scadenza». L’amministrazione comunale di Bergamo fa presente che «in tutti questi casi la Polizia locale annulla le sanzioni in autotutela, ma l’utente deve sostenere le spese di accertamento e notifica. L’8 giugno abbiamo contattato gli interessati, dopo la prima “scia” di sanzioni, spiegando che in sospeso ce n’erano altre 40, in modo da evitare circa 200 euro relativi alle spese di notifica, ma non le spese di accertamento, in capo alla Motorizzazione. I soggetti interessati hanno però preferito fare ricorso – proseguono da Palazzo Frizzoni –. A questo punto sono state recapitate le multe in sospeso per poter consentire il ricorso su tutte quante. Il rinnovo del pass disabili – concludono dal Comune – è possibile anche on line attraverso il sito di Atb, mentre l’ufficio al Lazzaretto è chiuso da almeno 4 anni».

A difesa della famiglia Romagnoli è scesa in campo anche Anffas. «La famiglia nostra socia si è vista comminare ingiustamente decine di sanzioni – commenta Domenico Tripodi, presidente dell’Associazione nazionale Famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale –. Questo tipo di situazioni non fa altro che penalizzare famiglie che hanno già fragilità, creando ulteriori disagi e un danno economico non dovuti certo alla loro responsabilità. In questo caso il permesso non dovrebbe essere temporaneo, ma a vita. Rimaniamo a disposizione della famiglia e dell’ente locale per cercare una soluzione».

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