Vigilessa uccisa, confessa anche la figlia maggiore. Malore per il fidanzato bergamasco

Prima Mirto Milani, originario di Roncola San Bernardo, poi Silvia Zani. E ora si attende solo l’esito dell’interrogatorio della sorella minore Paola, sotto torchio per ore. Milani, dopo l’ammissione, ha accusato un malore.

Quello che gli inquirenti hanno definito «il trio criminale», dopo otto mesi di silenzio, è crollato e ha ammesso di aver ucciso Laura Ziliani, la 55enne ex vigilessa di Temù, nel Bresciano, svanita nel nulla l’8 maggio di un anno fa e poi ritrovata cadavere tre mesi dopo, nascosta tra la vegetazione vicino al fiume Oglio, nel paese dell’Alta Vallecamonica.

Secondo il medico legale, la vittima sarebbe prima stata stordita con benzodiazepine e poi soffocata con un cuscino. «Nel chiaro interesse - scrisse il gip motivando l’arresto del 24 settembre - a sostituirsi a Laura Ziliani nell’amministrazione di un vasto patrimonio immobiliare, al fine di risolvere i rispettivi problemi economici». Il movente economico è stato confermato anche nel corso dei lunghi interrogatori. Solo Mirto Milani nella giornata di martedì per oltre quattro ore ha risposto alle domande del pm Caty Bressanelli, magistrato che già pochi giorni dopo la scomparsa di Laura Ziliani aveva capito che nel racconto dei tre grandi accusati troppi elementi non tornavano. Mirto, Silvia e Paola si erano fin qui sempre trincerati dietro il silenzio, ma dopo la chiusura delle indagini da parte della Procura hanno scelto di farsi ascoltare.

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Le confessioni

Probabilmente per la mole di atti di indagini nei loro confronti, che non lasciava spazio a scelte differenti. Il primo a confessare è stato Mirto Milani, il 28enne originario di Roncola San Bernardo che durante le indagini parlando al telefono con un amico diceva: «Io ci sto pensando ultimamente che magari Laura ha dirottato dei soldi nel corso del tempo su un altro conto e adesso si sta facendo la bella vita da qualche parte». Milani è ora ricoverato in ospedale dopo un crollo emotivo accusato in carcere in seguito alla confessione. Il ventottenne avrebbe manifestato l’intenzione di togliersi la vita ed è così scattato il protocollo interno al carcere e il giovane è stato trasferito in ospedale dove si trova piantonato.

Da mercoledì sono invece in celle diverse, nel carcere di Verziano, le due figlie della vittima. Silvia Zani, la maggiore, l’8 maggio 2021 alle 11.58 denunciò ai Carabinieri la scomparsa della madre, spiegando che la mattina alle sette era uscita di casa per una passeggiata e non aveva più fatto ritorno. Chi aveva capito tutto fin da subito era stata l’anziana mamma di Laura Ziliani che, sentita il 17 giugno di un anno fa dai carabinieri, fece mettere a verbale: «Io non credo che mia figlia si sia smarrita nel bosco, continuo ad avere il dubbio che nemmeno sia uscita della sua abitazione la mattina dell’8 maggio».

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