Gli avatar «operai»: così Intellimech
cammina nel futuro

Nuove frontiere. Al Point di Dalmine, il Consorzio fa il bilancio di un anno di ricerche basate sul rapporto tra uomo e macchina, snodo cruciale dei prossimi anni.

Un operaio silente, posizionato in un punto della fabbrica e pronto ad attivarsi solo se sollecitato. Ma l’impulso, in questo caso, può arrivare anche da svariati chilometri di distanza. È così che funzionano gli avatar semi-antropomorfi presentato al Point di Dalmine, in occasione del seminario che ha esposto i risultati di un anno di ricerca Intellimech.

Tra i laboratori con cui il Consorzio di ricerca e innovazione collabora e al cui sviluppo contribuisce grazie alle «aziende champions», infatti, c’è il laboratorio robotico Joiint Lab al Kilometro Rosso, altro partner del progetto. È qui che stanno nascendo questi avatar che imitano sembianze umane e che permettono di operare velocemente anche in sedi anche lontane. Si tratta, per lo più, di «addetti» alla manutenzione di altri macchinari, come quelli necessari all’automazione industriale progettati dalla bergamasca Cosberg, che possono essere messi in funzione in un’azienda in centro Italia, mentre l’operatore che li comanda si trova nel quartier generale di Bergamo. Grazie a visori di realtà aumentata l’uomo è in grado di «vedere» ciò che circonda il robot e grazie a sensori e controller del tutto simili a quelli usati per i videogiochi può muovere braccia e testa robotici.

Stanno nascendo gli avatar che imitano sembianze umane e che permettono di operare velocemente anche in sedi anche lontane

L’obiettivo è quello di avere un proprio assistente in sede, pronto a intervenire in tempi rapidi ed efficacemente. Ma a volte, invece, l’obiettivo è quello di fargli svolgere operazioni in situazioni rischiose per l’uomo o controlli ripetitivi. Per questo non solo esistono e sono una realtà della robotica aziendale, ma la loro evoluzione li porterà a essere anche parzialmente autonomi, potendo intervenire sulla macchina, in alcuni casi, senza controllo remoto. Questo è uno dei progetti e delle ricerche che il Consorzio Intellimech ha avviato e svilupperà in maniera sempre più dettagliata per i prossimi anni, ma non è l’unico. Al Point di Dalmine si è parlato anche di troubleshooting, ovvero la risoluzione di problemi legati ai macchinari industriali, prendendo ad esempio il caso concreto delle gru Fassi, altra realtà nostrana attiva in Intellimech. In questo caso la soluzione passa dall’ottimizzazione di un dialogo fra operatore e macchina. Quante volte infatti, a un macchinario guasto qualcuno ha detto: «Perché non parli e mi dici cosa c’è che non va?». Ecco lo spunto e la soluzione costruita partendo dall’idea di un popolare gioco basato sull’intelligenza artificiale come «Akinator». È così che la macchina e l’operatore possono iniziare a dialogare, con una serie di domande scelte e risposte «guidanti». Non solo, Intellimech in questo ultimo anno ha condotto anche indagini sulle necessità e le percezioni di innovazione delle aziende che aderiscono al Consorzio, individuando quali tecnologie e quali obiettivi di sviluppo sono più centrali di altri.

Presto un nuovo ingresso

«Intellimech oramai non è più solo un Consorzio di 48 imprese - sottolinea il presidente Gianluigi Viscardi, - ma una vera e propria impresa con 12 persone assunte, un direttore e un fatturato di 2 milioni e 200 mila euro in trasferimento tecnologico». Ma il seminario di ieri è stata occasione anche per sottolineare il legame fra Intellimech, Camera di commercio e Bergamo Sviluppo, sancito in maniera ancora più concreta dall’imminente nuovo ingresso nel Consorzio di una start up che, spiega Viscardi: «È nata proprio al Point di Dalmine e ora conta 25 dipendenti».

«La Camera di Bergamo ha creduto nel progetto Intellimech fin dall’inizio e lo ha sostenuto finanziariamente soprattutto nelle fasi di avvio» ha spiegato il presidente camerale Carlo Mazzoleni, mentre il direttore di Bergamo Sviluppo Cristiano Arrigoni ha ricordato: «Nel 2016 davamo avvio al progetto Bergamo Tecnologica con Bergamo Sviluppo, l’Università e Intellimech, anticipando il progetto nazionale di Industria 4.0 e i Punti Impresa Digitali successivi, oggi le nostre realtà collaborano ancora e il laboratorio Intellimech al Point di Dalmine è sempre più un punto di riferimento per le imprese».

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