I bonifici istantanei ora sono disponibili. Non sono revocabili

L’OPPORTUNITÀ . Operazioni possibili in pochi secondi. C’è la verifica del beneficiario da parte della banca. Adiconsum: «In attesa di maggiori garanzie europee».

Lo spartiacque è stato il 9 ottobre, adesso la «rivoluzione» è già diventata quotidianità. Da quella data, infatti le banche sono obbligate a rendere disponibili, accanto a quelli ordinari, anche i bonifici istantanei per tutti i conti in euro nei Paesi dell’area Sepa (Single euro payment area). Con questo nuovo strumento servono ora solo una decina di secondi per trasferire soldi da un conto all’altro, senza più attendere il classico giorno lavorativo dei bonifici tradizionali. È rimasto immutato il costo dell’operazione (che può variare a seconda dell’istituto di credito), perché la normativa europea mette in chiaro che la banca non può far pagare il bonifico istantaneo più di quello tradizionale.

Accertamento dei dati

Ci sono anche alcune novità legate alla sicurezza: è stato introdotto il servizio di «verifica del beneficiario», attraverso cui la banca controlla in tempo reale se l’Iban digitato corrisponde al nome del destinatario. In caso di discrepanza, si riceve un avviso e viene richiesto di confermare oppure di annullare l’operazione. Passaggio non da poco, quest’ultimo, visto che i pagamenti istantanei non possono essere revocati (a differenza di quelli tradizionali). Entra in gioco anche la prevenzione delle truffe. L’Adiconsum nazionale, riprendendo i dati di Bankitalia, mette in luce che il 67% dei raggiri legati ai bonifici è riconducibile alla «manipolazione del pagatore», «una tecnica che rende inefficace la “Sca” (Strong customer authentication, ndr) ovvero l’identificazione del cliente, perché siamo noi stessi a effettuare il pagamento – spiega l’associazione -. I truffatori utilizzano infatti questa tecnica per indurci a effettuare un pagamento utilizzando le motivazioni più varie, come ad esempio un parente in difficoltà. Il 31% dei soldi truffati è riconducibile invece a pagamenti effettuati direttamente dal frodatore, che riesce, ad esempio, ad accedere al nostro home banking». E quindi, come sempre, «è importante diffidare sempre delle persone che trasmettono un senso di urgenza e, spesso, di paura, con messaggi o al telefono. Se si hanno dubbi, prima di effettuare un bonifico è fondamentale verificare l’identità di chi ci ha scritto o ha chiamato, richiamandolo a nostra volta senza utilizzare i contatti forniti nei messaggi o durante le telefonate, ma utilizzando quelli della nostra rubrica o cercandoli noi stessi sul web».

Come affrontare il rischio truffe

Lungo il percorso che ha portato a questa svolta, Adiconsum è stata ricevuta in audizione dalla Commissione Finanze del Senato. «Abbiamo sottolineato che la nostra associazione – spiega il bergamasco Carlo Piarulli, a capo del dipartimento Credito e assicurazioni di Adiconsum nazionale – accoglie con favore l’avvio di questa opportunità per il consumatore: va da sé che la definizione di regole precise a garanzia della sicurezza, correttezza e funzionalità dei servizi di pagamento, nonché della limitazione dei costi a carico dei consumatori, è certamente un elemento chiave per lo sviluppo delle nuove forme di pagamento, in quanto fattore capace di generare fiducia e interesse da parte dei consumatori». È Piarulli stesso ad ammettere che «purtroppo non sono del tutto infondate le preoccupazioni dei cittadini che oggi attendono maggiori garanzie prima di aderire alle nuove possibilità di pagamento: Adiconsum riceve ogni anno centinaia di segnalazioni relative a truffe e disguidi nei sistemi di pagamento, che risultano spesso di difficile risoluzione».

Altri strumenti di tutela

Esistono ulteriori strumenti di tutela: se si ritiene che il comportamento dell’istituto di credito sia stato irregolare o scorretto, «abbiamo la possibilità di presentare un reclamo all’intermediario stesso, che dovrà rispondere entro 15 giorni – ricorda Adiconsum -. Se la risposta di quest’ultimo non è soddisfacente o non arriva entro i termini di legge, possiamo segnalarlo con un esposto alla Banca d’Italia e presentare un ricorso all’arbitro bancario finanziario. Il ricorso ha un costo contenuto di 20 euro, che vengono restituiti in caso di esito favorevole e non serve l’assistenza di un avvocato».

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