La metalmeccanica bergamasca frena ancora. Calano ordini e utilizzo impianti

I NUMERI. La produzione meccatronica al -2,3%, quella di mezzi di trasporto cala del 6,9%. Piccinali (Confindustria): «Segnali interessanti dalla ripresa delle esportazioni verso la Germania».

Il rallentamento c’è e si sente e mostra un andamento della metalmeccanica bergamasca che, per certi aspetti, è peggiore di quello nazionale. Nonostante questo, qualche segnale positivo resta fra i numeri, soprattutto nei dati delle esportazioni e nella solidità finanziaria delle aziende del territorio.

La 175a indagine congiunturale del settore diffusa venerdì 12 settembre da Federmeccanica consegna l’immagine di un’economia in affanno: in Italia la produzione scende in media del 4,3% rispetto al primo semestre 2024, registrando una perdita ben più marcata rispetto al comparto industriale nel suo complesso (-2,8%).

Nella Bergamasca

Nella nostra provincia i settori produttivi non si comportano tutti allo stesso modo, come dimostra l’elaborazione dell’Ufficio studi di Confindustria Bergamo. Il calo maggiore lo riscontra la produzione di mezzi di trasporto che scende del 6,9%, confermando una situazione di difficoltà che si protrae ormai da metà 2023. A livello nazionale il dato è ulteriormente al ribasso, con i fabbricatori di autoveicoli e rimorchi che registrano un -18,7%, mentre metallurgia e altri mezzi di trasporto restano su variazioni positive (+0,7% e +0,2%).

I dati nazionali

La meccatronica bergamasca cede in produzione il 2,3% facendo registrare la terza variazione tendenziale negativa consecutiva e proseguendo su un andamento che, da inizio 2024, è sistematicamente peggiore rispetto alla media regionale. Allargando lo sguardo al nazionale, invece, metalmeccanica e meccatronica oscillano tra il +0,5% ed una contrazione negativa del -2,8% nel confronto tendenziale. Il comparto siderurgico bergamasco è l’unico a far segnare una variazione annuale positiva (+4,3%), la quarta dall’inizio dell’anno, pur mantenendosi al di sotto dei livelli produttivi del 2022. Sotto la media di lungo periodo anche l’indicatore del tasso di utilizzo degli impianti: 68% per la siderurgia e 74% per la meccanica, coerenti con l’andamento degli ultimi 18 mesi.

«Un piccolo segnale positivo per quanto riguarda l’automotive è dato dall’approccio più flessibile e graduale al Green Deal europeo»

Ma non ci sono solo i numeri. Come spiegano dall’Ufficio studi di Confindustria Bergamo: «La battuta d’arresto nelle lavorazioni trova riscontro nel sentiment rilevato con l’indagine periodica che Federmeccanica conduce sulle imprese della provincia e che, in questo trimestre, è stato decisamente peggiore rispetto alle medie nazionali - e aggiunge - il consuntivo dichiarato sulla produzione (saldo negativo di 4 punti tra rispondenti in aumento e rispondenti in diminuzione) e il giudizio espresso su tale consuntivo (saldo negativo di 20 punti tra livelli soddisfacenti e livelli insoddisfacenti), al di là dell’intensità, ci collocano a significativa distanza rispetto alla media nazionale, rispettivamente pari a +6 e -12».

Ordini in calo

Il divario con i dati nazionali si confermano anche rispetto alla consistenza del portafoglio ordini: le imprese bergamasche vedono saldi fortemente in negativo (-24 per la siderurgia e -35 per la meccanica) segnalando una difficoltà nettamente superiore di quella evidenziata a livello nazionale (-4 e -13). «Nonostante ciò - sempre secondo l’indagine - nel 70% dei casi le aspettative sono stabili (saldo -2), indicando la prospettiva di una produzione che interrompe la caduta, ma prosegue su livelli al di sotto del proprio potenziale. Coerentemente, viene evidenziato l’aumento delle scorte a magazzino, sia per le materie prime che per i prodotti finiti, mentre non emergono problemi di liquidità aziendale».

L’export resta positivo

A mitigare gli effetti della contrazione c’è l’export che, in Bergamasca è in totale controtendenza rispetto alla media nazionale. Nel secondo trimestre la metalmeccanica registra un +1,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con valori positivi per tutti i comparti, laddove, in Italia l’export metalmeccanico/meccatronico registra un -0,5% (-0,4% verso i paesi Ue e -0,6% verso i mercati extracomunitari), mentre il calo dei flussi verso i mercati statunitensi è stato pari a -6,1%.

«Difficoltà confermate»

«Il settore conferma purtroppo le difficoltà viste a inizio anno, soprattutto per quanto riguarda la produzione industriale - commenta Agostino Piccinali, presidente del Gruppo Meccatronici di Confindustria Bergamo. - È un segnale interessante la ripresa dell’export verso la Germania, nostro principale mercato di riferimento. Un dato per noi molto interessante che certo non frena la spinta alla diversificazione dei mercati, diventata ormai un imperativo in tempi turbolenti come quelli attuali. Un piccolo segnale positivo per quanto riguarda l’automotive - aggiunge - è dato dall’approccio più flessibile e graduale al Green Deal europeo, che sembra emergere anche in questi giorni, pur all’interno di una transizione energetica e di un progressivo abbattimento delle emissioni che resta prioritario e altamente sfidante».

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