«Primo Maggio, uniti per un lavoro sicuro»

LA FESTA . Infortuni in leggero calo nella nostra provincia, ma i sindacati puntano a tenere alta l’attenzione. Al corteo attese 3mila persone. Cgil, Cisl e Uil: «Stabilizzazione e formazione, deterrenti contro gli incidenti».

I numeri - almeno nella nostra provincia - sono in leggero calo, ma non abbastanza da lasciar «tranquilli» i sindacati, che infatti hanno deciso di dedicare il Primo Maggio al tema della sicurezza sul lavoro. Sotto lo slogan «Uniti per un lavoro sicuro», Cgil, Cisl e Uil di Bergamo chiamano a raccolta i lavoratori - attese 3mila persone - per il consueto corteo che domani sfilerà per le vie del centro città (con ritrovo in piazzale Marconi alle 9.30 e partenza prevista per le 10), per poi concludersi in piazza Vittorio Veneto con l’intervento - a nome delle tre sigle - di Riccardo Saccone, segretario generale della Slc-Cgil.

I numeri degli incidenti sul lavoro

Ed ecco i numeri: in Bergamasca l’anno scorso sono state 18 le persone che hanno perso la vita mentre lavoravano (22 gli incidenti mortali nel 2023), a fronte di un totale di 1.090 addetti a livello nazionale (1.041 nel 2023) e 12.965 gli infortuni denunciati, contro i 13.450 del 2023. Da inizio anno, invece, si contano già sei morti.

Il punto è che a essere toccati da questa piaga sono «tanto i lavoratori dipendenti, quanto gli autonomi e le persone con grande esperienza lavorativa», dice il segretario generale della Cisl orobica, Francesco Corna. E allora ci si appella alla formazione, «il vero tema», secondo i sindacati confederali, che individuano comunque negli appalti al massimo ribasso un potenziale pericolo per chi lavora in edilizia. È sempre Corna a ricordare che «ci sono casi in cui anche gli appalti di enti pubblici vengono assegnati con un ribasso del 30%, che già pregiudica le condizioni di sicurezza».

Il collega Marco Toscano, segretario generale della Cgil, sottolinea in particolare due aspetti. Uno: «Il lavoro stabile (leggasi contratti a tempo indeterminato, ndr) è più sicuro». Due: «Nonostante la tecnologia che oggi si impiega e che dovrebbe rendere il lavoro più sicuro e meno usurante, si continua a morire sul lavoro». E invece «una persona che lavora dovrebbe avere la certezza che la sera rientrerà a casa sana».

Protocollo Sicurezza

Anche per arginare infortuni che in alcuni casi hanno preso la piega di vere e proprie stragi - si pensi ai cinque morti nel crollo del cantiere di Firenze o ai sette coinvolti nell’esplosione della centrale elettrica di Suviana - i tre sindacati bergamaschi lunedì hanno firmato un protocollo con il Comune per «la tutela e la sicurezza dei lavoratori e la promozione della legalità nel settore delle costruzioni». «Non siamo un timbrificio - ironizza Pasquale Papaianni, coordinatore provinciale della Uil -, non vidimiamo documenti tout court, ma abbiamo riconosciuto l’attenzione dell’amministrazione comunale rispetto a queste casistiche: il protocollo mette in campo azioni preventive e agisce da deterrente». Perché al momento in città sono aperti circa 75 cantieri finanziati attraverso i fondi del Pnrr e «servono delle azioni di sistema», sottolinea Toscano, ovvero «lavorare a monte per rendere sicuri i luoghi di lavoro», precisa Corna. Che aggiunge come spesso le realtà più a rischio siano le più piccole: «La dimensione aziendale è uno dei fattori che incide, perché non c’è specializzazione dei ruoli e manca una formazione adeguata, considerata una pura formalità».

Anche perché, per dirla tutta, l’attività di controllo - riassumono i sindacati - deve fare i conti con personale sotto organico. «Bisogna investire nell’attività di vigilanza e renderla attrattiva in termini di retribuzioni per riconoscere le responsabilità che hanno gli ispettori», rileva Toscano. Altro punto è la tipologia di contratti applicata a chi lavora in subappalto nei cantieri: «Ci sono realtà in cui i lavoratori sono inquadrati con il contratto multiservizi», precisa Papaianni.

Gli interventi di delegati sindacali dal palco di piazza Vittorio Veneto dovrebbero aggiungere sensibilità a un tema - quello della sicurezza sul lavoro - troppo spesso sottovalutato.

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