
L'Editoriale
Venerdì 27 Maggio 2022
Piano di pace italiano
Il no di Mosca e i desideri
La guerra in Ucraina, com’è ovvio, ha inasprito i toni anche negli ambienti diplomatici. Ma i politici russi non hanno aspettato l’invasione per manifestare il loro disprezzo per i colleghi europei. Basta ricordare il trattamento riservato a Josep Borrell, Alto rappresentante per la politica estera della Ue, nel febbraio del 2021: arrivato a Mosca incontrò il roccioso ministro degli Esteri Lavrov che nel frattempo, senza dirgli nulla, aveva espulso i diplomatici di Germania, Svezia e Polonia che aveva assistito alle udienze del processo contro Aleksey Navalny.

Il clima era già quello, la guerra lo ha drammaticamente confermato. Non deve quindi stupire se le reazioni russe al piano di pace presentato dall’Italia sono state così aspre e definitive. Ha cominciato l’ex presidente ed ex primo ministro Dmitrij Medevedev: «Preparato non da diplomatici ma da scienziati politici locali che hanno letto solo giornali provinciali e fake news ucraine». Poi a ribattere il chiodo è arrivato il solito Lavrov: «I politici seri che vogliono ottenere risultati e non sono impegnati nell’autopromozione di fronte al loro elettorato, non possono proporre questo genere di cose».
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