Per Panza il saluto del «suo» Palamonti. La compagna di cordata grave, ma fuori pericolo

L’ALPINISTA MORTO. Il ritratto di Angelo Panza: «Un uomo generoso e un vulcano di idee». L’ultimo saluto venerdì 23 giugno al «Palamonti».

Un infaticabile innovatore, che ha sempre fatto della passione e dell’entusiasmo il «motore» del grande contributo che nel corso della sua vita ha saputo dare - con continuità e infinita ricchezza - all’intero mondo dello scialpinismo. Gli appassionati di montagna ricordano così Angelo Panza, l’alpinista 67enne di Sorisole che lunedì mattina ha perso la vita sul «Lyskamm», una montagna delle Alpi Pennine che fa parte della catena montuosa del Monte Rosa, lungo la frontiera italo-svizzera tra la Valle d’Aosta ed il Vallese, tra le località di Gressoney-La-Trinité e Zermat.

Un grande innovatore dello sci alpinismo

«Angelo - ricorda Giovanni Maria Grassi, direttore della Scuola centrale di scialpinismo del Cai - è stato l’innovatore della Scuola centrale di sci-alpinismo. Ha portato avanti tante idee che sono state poi raccolte nel manuale di sci-alpinismo. Tanti di noi, me compreso, devono dire grazie ad Angelo perché era un vulcano di idee, di proposte, di suggerimenti, di entusiasmo e di passione. Aveva deciso di dare le dimissioni dalla Scuola centrale con il preciso obiettivo di dare un segno di discontinuità e dare così la possibilità ai più giovani di portare avanti idee più fresche, al passo coi tempi. Era infatti consapevole del proprio ruolo e del proprio tempo. Angelo – prosegue Grassi - è stato tra i primi a portare avanti il discorso dell’Artva (un dispositivo elettronico che permette di individuare eventuali sepolti da valanga tramite un segnale radio acustico – n.d.r.), della tecnica di sondaggio, della tecnica di scavo, e di molte altre cose ancora. E tutto questo in perenne collaborazione con Gianni Perelli, il suo amico più grande, l’uno il “fratello” dell’altro. Nonostante avesse lasciato la Scuola, noi continuavamo comunque a coinvolgere Angelo, proprio per la sua esperienza e per gli spunti che nascevano dal confronto con un vero esperto di montagna, che rappresentava per tutti un irrinunciabile punto di riferimento».

Il dolore dei famigliari

Martedì, per la moglie Eletta e per i figli Manuela e Davide, è stato il giorno del triste rito del riconoscimento della salma del marito e del padre, avvenuto nella camera mortuaria dell’ospedale Parini di Aosta, dove Angelo è stato composto nel pomeriggio di lunedì. Il feretro dovrebbe essere trasferito a Bergamo tra questa sera e domattina. La camera ardente sarà poi allestita al Palamonti, la sede del Cai di Bergamo, dove venerdì gli sarà dato l’ultimo saluto.

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Al dolore dei familiari di Angelo Panza si unisce anche l’Amministrazione comunale di Sorisole. «Abbiamo appreso la notizia con grande sgomento e vivo cordoglio - spiega il sindaco del paese, Stefano Vivi -. La montagna ancora una volta si è presa la vita di chi per la montagna ha vissuto. Anche a nome di tutti i consiglieri comunali porgo le più sentite condoglianze ai familiari di Angelo. Siamo preoccupati anche per le condizioni di salute di Barbara Lanfranchi, la compagna di cordata coinvolta nella caduta. La speranza è che si possa riprendere al più presto».

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L’alpinista di Sorisole abitava con la moglie Eletta Bacuzzi in via don Brugnetti, in un complesso residenziale; la figlia Manuela risiede invece in Toscana mentre il figlio Davide in Germania. «Verso le 13,15 di lunedì – racconta Serenella Zambelli, vicina di casa, ma soprattutto grande amica della famiglia Panza - i carabinieri della stazione di Villa d’Almè, dopo aver suonato a casa di Angelo e non aver ricevuto risposta, hanno chiesto a noi dove potevano essere la moglie o i figli. Abbiamo spiegato ai militari che la signora Eletta, pittrice, era a scuola poiché insegna al liceo artistico di Treviglio, dove poi è stata avvisata di quanto avvenuto. Anche noi abbiamo saputo dai carabinieri la tragedia che ha colpito i nostri amici. Sia Angelo che Eletta e i figli, oltre che vicini di casa, sono amici di vecchia data, da quando sia noi che loro ci siamo trasferiti qui, loro provenienti da Sedrina, ormai quasi 36 anni fa, nel 1987. Angelo - conclude Serenella Zambelli - era una persona molto buona, un grande alpinista, ma anche un grande appassionato di bicicletta. Anche la moglie Eletta condivideva con Angelo l’amore per la montagna, pur non seguendolo in imprese particolarmente impegnative».

Grave la compagna di cordata

Resta invece ricoverata all’ospedale Parini di Aosta Barbara Lanfranchi, 46 anni, di Ponteranica: è in gravi condizioni per i traumi riportati nella caduta, ma a ieri non sembrava in pericolo di vita. È la alpinista che stava scalando il Lyskamm, nel massiccio dl Monte Rosa, insieme ad Angelo Panza. È sposata con Piero Giupponi e abita in via della Libertà a Ponteranica. I due fino a qualche anno fa avevano gestito il negozio di toilettatura per cani «Il collare d’oro», in via Ramera 73 a Ponteranica e offrivano anche il servizio pensione per cani e gatti. Poi lei ha aperto il negozio «Wash Dog» in via Cavour ad Alzano, specializzato in bagni e toilettatura per cani, ma anche con un servizio di dog sitter. Ieri il padre della donna è partito alla volta di Aosta, per sincerarsi della condizioni della figlia e per starle vicino.

La ricostruzione dell’incidente

È iscritta alla sezione Cai di Nembro. «La conosco poco dal punto di vista dell’attività agonistica - spiega il presidente Pietro Gavazzi -. Viene a ritirare la tessera in sede e scambiamo di solito delle battute di circostanza. Del resto, siamo in quasi 1.080 soci, non possiamo avere rapporti di amicizia con tutti». I carabinieri di Gressoney sono al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica dell’episodio. I due alpinisti erano partiti lunedì mattina dal rifugio Quintino Sella al Felik per compiere la traversata est-ovest del Lyskamm. L’incidente è accaduto in cresta, tra il Lyskamm orientale e quello occidentale. A dare l’allarme sono stati altri alpinisti stranieri che procedevano in un’altra cordata e hanno assistito alla caduta dei due bergamaschi. A intervenire il Soccorso alpino della Guardia di finanza di Cervinia. Essendo in cordata è possibile che uno dei due sia scivolato trascinando poi l’altro con sé. «La nostra famiglia - dice Giada Giupponi, nipote di Barbara Lanfranchi - è vicina al dolore della moglie Eletta e dei figli Emanuela e Davide per la morte del loro caro Angelo e porge le più sentite condoglianze».

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