Valbrembo, omicidio Muttoni: rinviati a giudizio i due accusati

IL PROCESSO. Il 58enne ucciso per derubarlo. Il 12 febbraio udienza in Corte d’Assise. Abbreviato per il terzo coinvolto, che deve rispondere solo di rapina.

Accusati di aver ucciso Luciano Muttoni, il 58enne aggredito a scopo di rapina la sera del 7 marzo nella sua casa di Valbrembo, il 25enne Carmine de Simone e il 24enne Mario Vetere sono stati rinviati a giudizio: la prima udienza, davanti alla Corte d’Assise, è stata fissata per il 12 febbraio. Il terzo giovane coinvolto, il 22enne Alessandro Alfi (a cui è contestato il concorso in rapina aggravata) sarà giudicato con rito abbreviato il 13 marzo.

La ricostruzione dei fatti

Secondo la ricostruzione, la sera del 7 marzo, de Simone e Vetere entrarono a casa del 58enne mentre questi stava cenando. Come di consueto, aveva lasciato la porta di casa aperta. Davanti ai due intrusi, Muttoni aveva reagito, e fu colpito con pugni al viso, con una pistola scacciacani alla nuca, con diversi calci al volto. I due giovani presero 50 euro, quattro carte di credito, il telefonino e l’auto della vittima, il cui corpo fu trovato la mattina dopo dalla fidanzata. L’accusa per de Simone e Vetere è di omicidio aggravato perché commesso a scopo di rapina (aggravante da ergastolo), approfittando dell’ora notturna e dal fatto di essere due giovani contro un uomo di mezza età.

Il motivo della rapina?

Lo raccontò de Simone dopo il fermo. Secondo la sua versione, il giorno prima della rapina sfociata in omicidio, Muttoni (che affittava delle camere della casa) e lo aveva ospitato per la notte, stava accompagnando lui, la sua fidanzata e un’amica alla stazione. Mentre guidava, avrebbe guardato le ragazze dallo specchietto retrovisore. Niente di più, solo uno sguardo, che aveva infastidito il giovane. La sera successiva, l’ingresso nell’abitazione insieme a Vetere, e la violenta aggressione che ha causato la morte dell’uomo.

Dopo cinque mesi, in questa vicenda entrò anche un terzo protagonista: Alessandro Alfì, ritenuto il punto di contatto tra i primi due, e li avrebbe anche accompagnati in auto dalla stazione di Terno d’Isola sino alle vicinanza della casa della vittima. Per poi incontrarli di nuovo dopo che i due erano andati via da casa di Muttoni, vicino al cimitero di Solza. Qui gli avrebbe anche consegnato gli zaini con un cambio d’abito.

I precedenti reati

De Simone e Alfì avrebbero anche commesso una rapina aggravata, appena 20 giorni prima della morte di Muttoni, a Ponte San Pietro. Il 17 febbraio i due, minacciando con un coltello e una pistola giocattolo un giovane, gli avrebbero portato via l’auto di proprietà del padre, il telefonino e il bancomat con cui de Simone prelevò poi 250 euro. Inoltre, il 25enne è indagato anche per una violenta rapina avvenuta il 26 febbraio nel quartiere Lambrate di Milano. La vittima fu aggredita con calci, pugni e colpita con il calcio di una pistola, costringendolo così a consegnare denaro e oggetti di valore (fu portato via un bottino stimato in circa 12mila euro). La svolta su questo caso arrivò proprio durante le indagini per l’omicidio di Valbrembo: durante una delle perquisizioni effettuate, fu ritrovato il telefono preso nel corso della rapina di Milano.

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